
"Alleanza" a scoppio ritardato
Animali, la sinistra snobba la legge Brambilla, poi Avs ci mette una pezza: l’annuncio roboante di congedi per malattia o morte di cani e gatti
Permessi retribuiti per problemi e lutti dei nostri amici a quattro zampe: la sinistra "green" si sveglia (con calma) ma solo aver rinnegato (boicottato?) la vera risposta istituzionale, giuridica e culturale, quella del centrodestra, in materia di tutela dei diritti degli animali
Animali, ecco l’exploit Avs: la sinistra green a scoppio ritardato se ne esce con la proposta dei permessi retribuiti e dei congedi per malattia o morte di cani e gatti. Mah… Doverosa premessa: chi scrive è una convinta animalista per vocazione sentimentale e tradizione familiare, leale compagna di vita di due amatissimi cani e, soprattutto, estimatrice e sostenitrice di qualunque passo in avanti si faccia a livello di normative giuridiche, attenzione istituzionale e alfabetizzazione culturale, in favore dei diritti (e del rispetto) dei nostri amici a quattro zampe.
Animali, il tardivo ma roboante annuncio della proposta Avs su cani e gatti
Detto ciò, è con un pizzico di scetticismo e altrettanta diffidenza che mi ritrovo ad accogliere l’ultima, disperata trovata della sinistra, che nelle scorse ore ha lanciato la proposta di tre giorni di permesso retribuito in caso di morte, e otto ore all’anno per malattia, di cani o gatti domestici. Un progetto di legge presentato dal deputato di Alleanza Verdi e sinistra Devis Dori che, pur nel riconoscimento delle buone intenzioni del disegno e nella condivisione degli assunti di base – «gli animali sono considerati a tutti gli effetti parte del nucleo familiare, alla stregua di una persona», ha spiegato il parlamentare a Open – risuona per tempistiche e non solo, come una tardiva pezza a colori messa sul buco della non partecipazione – per non parlare di “boicottaggio” – che il centrosinistra ha ostentato rispetto all’iter e alla approvazione della legge Brambilla. E spieghiamo perché.
Retorica e propaganda a gogò?
Dunque, riavvolgiamo il nastro: dal pulpito di Montecitorio, l’onorevole Devis Dori di Avs, con un tempismo a dir poco peculiare, ha depositato una proposta di legge che promette tre giorni di permesso retribuito in caso di morte di un animale domestico. E ben otto ore all’anno per la loro malattia. «Conosciamo tutti il dolore che può provocare la loro perdita o la loro malattia», afferma il parlamentare a Open, con encomiabile enfasi. Aggiungendo poi a stretto giro e in calce una serie di affermazioni che, se da un lato toccano le corde emotive di chi condivide la vita con un fedele compagno a 4 zampe. Dall’altro sollevano immancabilmente più di qualche sopracciglio…
La sinistra “green” e le pezze a colori
Già, perché a sentire Dori, sembrerebbe che l’amore per gli animali sia una scoperta recente della sinistra “ecologista”. Peccato che, fino a ieri, le stesse forze politiche che oggi si stracciano le vesti per la causa, in aula hanno snobbato in quanto proveniente dalla parte “opposta” ai loro banchi, la summa completa di tutte queste istanze: la legge Brambilla. Quella sì, una normativa organica e concreta sua tutela degli animali e lotta al randagismo. Contro maltrattamenti e abbandoni. E con tanto di pene inasprite per chi affligge con violenze e trascuratezza i nostri animali da affezione. Un testo, quello appena diventato legge in vigore, che al di là delle polemiche politiche, propone misure ben più incisive e urgenti rispetto a qualche ora di permesso e congedi.
Animali, Avs prova ad allinearsi al centrodestra, ma è in ritardo (e in affanno)
Insomma, siamo alle solite: mentre l’Italia affronta sfide economiche e sociali ben più complesse, ecco che la sinistra, dopo anni di silenzi e ostruzionismi su temi animalisti ben più rilevanti, si butta a capofitto su un provvedimento che sa tanto di “pezza a colori”. Un tentativo maldestro di apparire all’avanguardia sul fronte della tutela dei nostri amici a quattro zampe (e non solo), magari per recuperare consensi per strada… Dimenticando, però, che la coerenza politica, a volte, vale più di mille proclami e annunci roboanti.
Tante questioni, una sola risposta esaustiva fin qui: la legge Brambilla
Verrebbe da chiedersi allora: ma dov’era l’onorevole Dori, e con lui tutta la sua “Alleanza”, quando si trattava di votare leggi più strutturate e meno “di bandiera” per la tutela degli animali domestici? A lavorare a questo progetto alternativo che affronta solo una parte del problema che la legge Brambilla esamina e risolve nella sua complessità e interezza di risvolti, elevando alla stregua di esseri senzienti i nostri fedeli compagni di vita, meritevoli di diritti e salvaguardie legislative?
E il resto è vita… e demagogia?
Forse, a volte basterebbe un pizzico di onestà intellettuale in più e meno squilli di trombe e rombi di tamburi per fare una vera differenza. Ma, a quanto pare, per la sinistra “green”, il percorso è ancora lungo. Oltre che costellato da tappe su permessi retribuiti e qualche immancabile coup de theatre…