
Lo scivolone in diretta
Al Premio Strega sbagliano persino il conteggio dei voti: il vincitore eletto con meno voti di quelli ufficiali
Le polemiche attorno al premio Strega proseguono, anche dopo l’assenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha scatenato molte polemiche. La 79esima edizione del concorso letterario verrà ricordata anche per un imprevisto nella cerimonia finale, che ha aumentato la trepidazione per la nomina del vincitore. La proclamazione di Andrea Bajani, che ha trionfato con “L’anniversario” pubblicato da Feltrinelli, è avvenuta con 187 voti anche se poco più tardi è venuto fuori che le preferenze in realtà erano 194. Il numero annunciato in diretta è stato riportato sul grande tabellone accanto al palco, ma è stato un frutto della fretta, che ha portato a tagliare i tempi e ad omettere 100 voti per lasciare spazio al telegiornale della notte. La foto ufficiale con i dato esatto è arrivata con un altro comunicato di rettifica, ma le immagini precedenti erano state già pubblicate dalle redazioni e sui social.
Al premio Strega sbagliano il conteggio dei voti: la polemica continua
Nel momento decisivo, il conduttore televisivo Pino Strabioli ha cercato di mantenere il ritmo, invitando “Andrea D’Angelo a salire sul palco con la bottiglia dello Strega, simbolo della vittoria”. In quel momento, la presidente di giuria Donatella Di Pietrantonio aveva ancora i fogli in mano e stava provando a leggere con difficoltà i dati insieme a Stefano Petrocchi, direttore della fondazione Bellonci. Poi Strabioli ha provato a smorzare gli attimi di tensione con parole confuse: “Eh, che facciamo? Io sono qua. Buonasera, fateci un applauso”. Dopo qualche attimo di confusione è finalmente arrivata la proclamazione.
La polemica prosegue
Una pioggia di confusione si è abbattuta sul premio Strega 2025, che è stato già segnato da una diatriba istituzionale. L’incidente si somma all’annuncio di voler spostare la tradizionale cerimonia dal suggestivo Ninfeo di Villa Giulia a una zona molto meno centrale, ossia gli studi di Cinecittà. Molti giurati del concorso, comunemente noti come “Amici della domenica”, vedono lo spostamento come un allontanamento dalle radici storiche e simboliche del premio.