
Ne resterà almeno uno?
A Taranto un’altra grana per il Pd: il sindaco non regge l’assalto dei movimenti No Ilva e si dimette
Piero Bitetti ha presentato la lettera per il passo indietro ieri sera, dopo una durissima contestazione che lo ha costretto ad asserragliarsi in Comune. Ora ha 20 giorni per decidere cosa fare. Ma il dossier sull'acciaieria è a un punto cruciale e per il Nazareno si apre un altro fronte col M5s
A meno di 50 giorni dall’insediamento, nella serata di ieri si è dimesso il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, eletto a giugno con una coalizione di centrosinistra composta da Pd, Avs, e movimenti civici, tra i quali quello che fa riferimento al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Bitetti ha rassegnato le dimissioni in serata, con una lettera scritta di suo pugno, in cui parla di «inagibilità politica»: al termine di una giornata di incontri ed alta tensione, i movimenti No Ilva.
I movimenti No Ilva lo contestano, il sindaco di Taranto si dimette
Dopo una serie di incontri in Comune, i movimenti No Ilva lo hanno duramente contestato, tanto da impedirgli di uscire dal municipio, che, come è emerso, stava lasciando mentre le riunioni erano ancora in corso per un improvviso e urgente problema familiare. Si è trattato di contestazioni molto violente nei toni e, da quanto emerge, sull’orlo di sfociare in aggressione. Il Corriere del Mezzogiorno riferisce che il primo cittadino dimissionario ha dovuto trovare riparo nel gabbiotto della polizia, prima di risalire nei suoi uffici e scrivere la lettera di dimissioni.
Il dossier sulle Acciaierie a un punto cruciale
Bitetti ha venti giorni di tempo per ritirare le dimissioni, pare che subito sia scattato il pressing per spingerlo a ripensarci. Il suo passo indietro in questo momento del resto pone una serie di problemi non ordinari. Il primo riguarda il delicato dossier ex Ilva, che vede il Mimit impegnato in un’agenda serrata per salvare lo stabilimento. Per domani era in programma un consiglio comunale straordinario, per giovedì un incontro al ministero per sottoscrivere l’eventuale Accordo di Programma con tutte le istituzioni nazionali e locali interessate, compreso il Comune di Taranto, per venerdì mattina sempre al ministero è già fissato l’incontro con i sindacati.
Se dovesse saltare tutto, sarebbe più di un pasticcio, che porrebbe interrogativi sul senso di responsabilità politica e amministrativa di un sindaco che, in una fase di questo tipo, decide di farsi da parte di fronte a delle contestazioni, per quanto dai toni e modi inaccettabili.
Un’altra grana per il Nazareno
La lettera di dimissioni, però, pone problemi anche di altra natura. Bitetti è stato eletto alla guida di coalizione di centrosinistra, con un’ampia componente civica e senza il M5S che correva con una sua candidata. Nella cornice complessiva della situazione del Pd nelle amministrazioni rappresenta un’altra grana o, per lo meno, un altro grattacapo per il Nazareno. Il M5S a livello nazionale si è già intestato la battaglia contro l’accordo sull’Ilva, è facile immaginare che a livello locale stia in prima fila per cavalcare le proteste, mentre gli amministratori Pd lavorano per l’accordo. Taranto, insomma, dopo le dimissioni del sindaco, promette di diventare l’ennesima tavola imbandita per i pentastellati. Per ora non ci sono commenti su quanto accaduto, probabilmente in attesa di vedere se le dimissioni sono state un colpo di teatro o se saranno confermate. In ogni caso, è facile immaginare che la vicenda avrà comunque un peso nell’ambito dei giochi di potere cinquestelle ai danni dei dem.