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Ustica

L'anniversario della strage

Ustica, 45 anni dopo il monito di Mattarella e La Russa: “Ricercare la verità nel rispetto degli italiani”

Il 27 giugno del 1980 il Dc-9 dell'Itavia affondò in Sicilia causando 81 morti. Da allora non si mai scoperto cosa accadde quella sera nei cieli italiani

Cronaca - di Paolo Cortese - 27 Giugno 2025 alle 15:23

Ustica, 45 anni dopo, è ancora una ferita aperta per l’Italia. L’aereo dell’Itavia, un Dc-9, affondò al largo dell’isola siciliana. Si parlò subito di un guasto tecnico ma successivamente prese forma l’idea che fosse avvenuto un vero e proprio scontro nei cieli italiani. Oggi sono intervenuti il presidente Mattarella e i due presidenti delle Camere per ribadire la necessità di arrivare a una verità.

Il giallo di Ustica

La partenza era programmata, come da orario della compagnia Itavia, per le 18:15, ma venne posticipata di quasi due ore a causa di una tempesta su Bologna e dell’arrivo in ritardo dell’aeromobile Douglas DC-9-15.

L’aereo , si spezzò — come appurato dopo lunghe analisi dei dati radar e con il successivo recupero del relitto dal fondo del mare — in almeno due grossi tronconi e cadde nel mar Tirreno meridionale. Morirono 81 persone.

La pista francese e l’attentato a Gheddafi

La più autorevole opinione sulla causa del disastro venne nel febbraio 2007 dal Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che all’epoca dell’incidente era il Presidente del Consiglio in carica, il quale, riferendo all’autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell’abbattimento a un missile francese ,”a risonanza e non a impatto”, lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei Foch, e che furono i servizi segreti italiani a informare lui e l’allora (2007) ministro dell’interno Giuliano Amato dell’accaduto. Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga, si sarebbe trovato il dittatore libico Mu’ammar Gheddafi.

Le parole di Mattarella e La Russa su Ustica

“La Repubblica non abbandona la ricerca della verità e sollecita la collaborazione di tutti coloro che, anche tra i Paesi amici, possono aiutarci a rispondere al bisogno di giustizia, che non si dissolve negli anni perché è parte del tessuto stesso della democrazia”, ha detto oggi il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

“La strage di 45 anni or sono nel cielo di Ustica ha impresso nella storia della Repubblica un segno doloroso e profondo che non potrà mai essere cancellato”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.

“Sono trascorsi 45 anni dal disastro aereo del DC-9 Itavia e ancora oggi la ferita inferta al nostro Paese resta aperta nella coscienza civile e nella storia della Repubblica. È nostro dovere impegnarci affinché la memoria di questa strage non si affievolisca e la verità non sia più ostacolata da silenzi, reticenze e complicità. Ai familiari delle 81 vittime giunga la vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica”. Così su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Fontana: “Perseguire verità”

“La strage di Ustica, 45 anni dopo, resta una ferita aperta. In questa giornata rinnovo ai familiari delle vittime la mia vicinanza. Accertare la piena verità dei fatti su quanto accaduto il 27 giugno 1980 deve essere un obiettivo da perseguire con costanza e determinazione”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

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di Paolo Cortese - 27 Giugno 2025