
La stampa Usa
Trump pronto a spedire a Guantanamo novemila immigrati irregolari: “Ci sono anche italiani”
Lo hanno detto alcuni funzionari statunitensi anonimi al "Washington Post", confermando che i trasferimenti potrebbero prendere il via già da questa settimana
Tra i novemila immigrati irregolari per cui l’amministrazione Trump starebbe valutando il trasferimento presso la base militare nella baia di Guantanamo, a Cuba, ci sarebbero anche cittadini italiani. Lo hanno detto alcuni funzionari statunitensi anonimi al “Washington Post”, confermando che i trasferimenti potrebbero prendere il via già da questa settimana, come precedentemente riportato da indiscrezioni di stampa.
Il Washington Post: Trump deporta a Guantanamo anche immigrati di Paesi alleati
Gli stranieri che si trovano illegalmente negli Usa e che potrebbero essere trasferiti a Guantanamo prima del rimpatrio provengono da diversi Paesi, e centinaia sono cittadini di nazioni alleate come Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina. Molti, hanno aggiunto le fonti, vengono da Haiti. I funzionari hanno definito “improbabile” la possibilita’ di informare i Paesi di origine in merito al trasferimento a Guantanamo dei propri cittadini.
Cosa sappiamo degli italiani a Guantanamo
Mentre nelle strade di Los Angeles, al quinto giorno di proteste la situazione sembra essere più tranquilla, il presidente americano si dice pronto ad invocare l’Insurrection Act, la legge del 1807 usata per l’ultima volta da George Bush nel 1992. Quattromila militari della Guardia Nazionale e 700 marines saranno dispiegati per almeno due mesi nella città della California, secondo le nuove disposizioni del commander-in-chief che, in un post su Truth, ha rivendicato di aver preso la decisione migliore per la città della California. “Se non avessi mandato le truppe a Los Angeles le ultime tre notti, quella città, un tempo splendida e grandiosa, sarebbe ora in fiamme”, ha attaccato Trump.
Dai terroristi dell’11 settembre agli immigrati irregolari
Non solo: parlando nello Studio Ovale The Donald ha avvertito di essere pronto ad inviare militari ovunque si verifichino manifestazioni di protesta contro le autorità per l’immigrazione. “Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore”, ha minacciato, dichiarando che sarà usata la forza anche contro eventuali proteste alla parata militare di sabato nella capitale. “Non ho sentito di nessuna protesta, ma queste sono persone che odiano il nostro Paese”, ha detto il commander-in-chief. Una linea durissima, dunque, che ha trovato l’inaspettato sostegno di Elon Musk. Il patron di Tesla ha pubblicato su X lo screenshot di un post del presidente su Truth in cui si afferma che il governatore della California, Gavin Newsom, e la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, “dovrebbero chiedere scusa alla popolazione”, aggiungendo anche bandiere americane a un post di JD Vance in cui il vice del tycoon sostiene che “il presidente non tollererà rivolte e violenza”.
Ma il pugno di ferro del presidente repubblicano non si ferma appunto ai confini nazionali. Secondo Politico, nelle prossime ore potrebbero cominciare le deportazioni di 9.000 migranti a Guantanamo, la prigione una volta destinata ai terroristi dell’11 settembre che Trump ha adibito come centro di detenzione di immigrati illegali. Si tratterebbe di un aumento esponenziale rispetto ai circa 500 migranti trattenuti per brevi periodi sull’isola da febbraio, e di un passo avanti verso il piano annunciato dal presidente a gennaio, che prevede l’utilizzo della struttura per ospitare fino a 30.000 migranti. La ragione ufficiale dei trasferimenti è liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ma l’utilizzo della famigerata struttura vuole anche inviare un segnale volto a scoraggiare l’immigrazione illegale.