
Lutto nazionale
Tragedia al Rally di Polonia, schianto fatale: muore Matteo Doretto, giovane promessa del motosport italiano
Durante i test su un tratto sterrato la Peugeot 208 Rally4 del campione è finita contro un albero: per il giovane ragazzo friulano non c’è stato nulla da fare. Il cordoglio del mondo dello sport
Uno schianto violentissimo, poi il silenzio. Il terriccio smosso, le gomme a terra, la lamiera piegata come carta stagnola contro la corteccia ruvida di un albero. Così, nella Varmia-Masuria, tra le curve di Elganowo, in Polonia, si è spenta la corsa di Matteo Doretto. Ventuno anni, friulano di Azzano Decimo, volto pulito e mani ferme. Il campione italiano Junior 2024 non ce l’ha fatta. Uno che il piede ce l’aveva, e anche il sogno nella testa.
Uno schianto nei boschi, l’allarme lanciato dal copilota
Il dramma si è consumato durante i test pre-gara dell’Orlen Oil Rally Poland, quarta tappa del Campionato europeo. Un tratto di sterrato designato dagli organizzatori apparentemente sicuro. Ma le corse, si sa, hanno confini mobili. La Peugeot 208 Rally4 dell’equipaggio italiano è uscita improvvisamente di strada e ha terminato la sua corsa contro un albero. L’impatto è stato brutale. A bordo anche il copilota Samuele Pellegrino, 26 anni, navigatore esperto e compagno di tante gare, trasportato in ospedale in condizioni non gravi.
È stato proprio lui, secondo le prime ricostruzioni, a uscire da solo dall’abitacolo accartocciato e a lanciare l’allarme. Le squadre di soccorso sono arrivate rapidamente. I vigili del fuoco di Olsztyn hanno lavorato senza sosta per estrarre il corpo di Doretto dall’interno della vettura. Ma la gravità delle ferite era già irreversibile. A confermare la tragedia è stato il portavoce dei pompieri locali, Grzegorz Różański: «Il pilota era intrappolato. I soccorritori hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare».
Matteo Doretto: un talento che correva verso il futuro
Per chi lo conosceva, Matteo non era solo un ragazzo con un casco e una tuta ignifuga. Era una speranza concreta del rally tricolore. Aveva stoffa, determinazione, e quell’umiltà che oggi sembra merce rara. Correva per passione, non per mestiere. «Un weekend intenso, su prove speciali tecniche e impegnative. Abbiamo dato tutto e il risultato ripaga il lavoro del team e la determinazione. Orgogliosi di salire sul podio in una gara così prestigiosa del campionato», aveva scritto sui social dopo la vittoria in Ungheria di appena tre settimane fa.
Il motorsport italiano in lutto
Al momento non sono emerse ipotesi ufficiali sulle cause dell’uscita di strada. Toccherà agli inquirenti polacchi chiarire le dinamiche e le responsabilità dell’accaduto. Dalla Polonia al Friuli, intanto, dai paddock ai social. La Federazione, i team, i piloti, la Nazione. Tutti fermi, spiazzati. Increduli.
Tra i primi a commentare la tragica notizia il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. «La morte del giovane talento pordenonese dell’automobilismo ci addolora profondamente. A nome dell’intera comunità regionale – si legge in una nota – esprimo il più sincero cordoglio e la vicinanza ai familiari, agli amici e a tutto l’ambiente sportivo che gli era vicino».
Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani si è detto «sinceramente e profondamente addolorato» per Matteo Doretto, definendolo «campione di rally, pordenonese fiero, orgoglio del Friuli». «La sua passione per il rally aveva radici profonde, intrecciate con l’amore familiare — racconta Ciriani — Dopo il nonno e il padre oggi era Matteo a portare in alto il nome della sua famiglia in una disciplina che li ha visti impegnati per tre generazioni. Mi stringo con vero affetto ai suoi cari e a quanti gli hanno voluto bene. A Dio Matteo, ti porteremo sempre nel nostro cuore».
Un dolore immenso mi stringe il ❤️ per il giovane campione friulano, per averlo visto gareggiare e vincere