
Le morti di Roma
Svolta nei misteri di Villa Pamphili: il vero nome del presunto killer è Francis Kaufmann. E spunta un audio
Si chiama Francis Kaufmann e non Rexal Ford l’uomo fermato in Grecia per l’omicidio della bimba di sei mesi trovata morta a villa Pamphili a Roma, a pochi metri dal corpo della madre. Il fatto è emerso dopo gli accertamenti nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma che sulla vicenda sta ricevendo la collaborazione con l’Fbi, nell’ambito di una rogatoria internazionale: l’uomo aveva un passaporto vero ma con un nome falso. Le indagini proseguono per chiarire il ruolo dell’uomo nel delitto e ricostruire i suoi spostamenti. Kaufmann è stato fermato dalle autorità greche su mandato europeo di arresto.
Villa Pamphili, un nome diverso e un audio inedito
Intanto, in un audio di 2 minuti e 38 secondi pubblicata in esclusiva da Repubblica l’uomo si confida con una persona incontrata durante il suo soggiorno a Roma. Nella prima parte dell’audio discute di questioni relative alla sua attività professionale e alla produzione di film, mentre nella seconda parte Ford spiega la sua condizione personale: «Mia moglie mi ha lasciato, in pratica è tornata con il suo ex fidanzato che ha tanti soldi. Non voleva più la bambina. Non è più interessata ad essere una madre. Quindi sono tornato a Roma da solo insieme alla bimba». E poi Rexal Ford avanza una richiesta al suo interlocutore di poter essere ospitato. Sono in corso anche esami del DNA per stabilire se Ford fosse davvero il padre della bambina, come lui stesso ha sostenuto in un controllo di polizia avvenuto a Roma pochi giorni prima del ritrovamento dei corpi.
Il ministero della Giustizia ha intanto ricevuto dall’autorità giudiziaria il mandato di arresto europeo (Mae) assieme all’ordine europeo di indagine (Oei) per Rexal Ford, il cui vero nome è Francis Kaufmann, ed ha provveduto ad inoltrarlo alle autorità della Grecia, affinché venga formalizzata la sua richiesta di estradizione in Italia. Grazie all’ordine europeo di indagine è possibile acquisire elementi determinanti come l’acquisizione del dna dell’accusato. Quello che trapela dalle indagini è che la coppia era transitata per Malta e la Russia prima di arrivare in Italia. E’ quanto accertato finora dagli inquirenti. Sono in corso interlocuzioni con altri Paesi, tra cui gli Usa, per risalire al nome esatto dell’uomo e anche all’identità della giovane donna. Accertamenti in corso anche per stabilire se i due fossero realmente sposati.