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Uffizi, quadro del ‘700 danneggiato da un visitatore che lo urta per farsi un selfie

Senza rispetto

Scempio agli Uffizi, per farsi un selfie sprofonda nella tela e danneggia un capolavoro del 1700: inaccettabile

Lo scatto per un meme di un visitatore rovina una tela del '700: il "Ritratto di Ferdinando de' Medici gran principe di Toscana" di Anton Domenico Gabbiani. Un ennesimo caso che riaccende le polemiche e suscita indignazione

Cronaca - di Redazione - 21 Giugno 2025 alle 20:15

Dopo Verona, gli Uffizi di Firenze. Ci risiamo: a pochi giorni dal caso del turista che in una sala di Palazzo Maffei si è seduto sulla Sedia di Van Gogh dell’artista Nicola Bolla, composta da centinaia di Swarovski, e che si è rotta sotto il suo peso, sotto lo sguardo sorpreso di una donna che si apprestava a scattare la foto, la cronaca registra l’ennesimo atto di inciviltà e disprezzo per il patrimonio artistico italiano. Stavolta siamo nella Galleria degli Uffizi a Firenze, dove un visitatore, nel tentativo di scattare un selfie per un presunto “meme” da pubblicare sui social, ha danneggiato un’opera d’arte del 1712 esposta nella prestigiosa vetrina museale. L’episodio, che ha scatenato indignazione e riacceso il dibattito sui comportamenti inappropriati nei corridoi della storia e dell’arte, ha visto come vittima un dipinto di Anton Domenico Gabbiani (Firenze, 1652 – 1726).

Uffizi, il selfie per un meme danneggia un capolavoro del 1712

Un gesto apparentemente innocuo, motivato dal desiderio di creare un meme virale, che ha provocato un danno –seppur lieve – a un’opera d’arte patrimonio di tutti. Protagonista dell’incidente è stato un turista che, cercando di imitare la posa del “Ritratto di Ferdinando de’ Medici gran principe di Toscana”, ha urtato la superficie del dipinto mentre si muoveva all’indietro per farsi l’inutile selfie. L’opera realizzata nel 1712 da Anton Domenico Gabbiani (Firenze, 13 febbraio 1652-22 novembre 1726), è stata immediatamente rimossa dalla sala per consentire l’intervento dei restauratori. Secondo le prime valutazioni, il danno è reversibile, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sull’uso distorto dei musei da parte di alcuni visitatori.

Il direttore del museo: «Stop ai comportamenti incompatibili con il rispetto del patrimonio»

Il direttore degli Uffizi, Simone Verde, è intervenuto duramente sull’accaduto: «Oggi un turista volendo fare un meme davanti a un dipinto, indietreggiando in posa come il principe dei Medici ritratto nel quadro, ha urtato la superficie dell’opera. Il problema di visitatori che vengono nei musei per fare meme o scattare selfie per i social è dilagante: porremo dei limiti molto precisi, impedendo i comportamenti non compatibili con il senso delle nostre istituzioni e del rispetto del patrimonio culturale». Il turista, subito identificato, verrà denunciato.

Uffizi, un deplorevole incidente

L’accaduto, pur essendosi risolto senza danni gravi, solleva una questione sempre più attuale: quella del rapporto tra fruizione culturale e narcisismo digitale. I musei, luoghi di contemplazione e conoscenza, rischiano di essere ridotti a semplici scenografie per contenuti social, a scapito della sicurezza delle opere e del significato stesso della visita.

Un deplorevole incidente, dunque, che va oltre il singolo danno materiale. È la spia di una tendenza preoccupante: la mercificazione della cultura e l’ossessiva ricerca di visibilità sui social media. Un input che spesso trascende ogni forma di rispetto e buon senso. Il museo, luogo di contemplazione, studio e ammirazione, viene trasformato da alcuni in un set fotografico per contenuti effimeri. Dimenticando troppo spesso – e troppo facilmente – il valore intrinseco e la fragilità delle opere d’arte.

Dipinto danneggiato agli Uffizi, un ennesimo caso che riaccende polemiche e suscita indignazione

E così, le Gallerie degli Uffizi, custodi di tesori inestimabili, si trovano ancora una volta a dover fare i conti con la leggerezza e l’ignoranza di chi non comprende il significato profondo del patrimonio culturale. È essenziale che tali episodi spingano a una riflessione più profonda: come possiamo educare a un maggiore rispetto per l’arte? E come prevenire che la smania di un “like” metta a repentaglio la nostra storia e la nostra bellezza? La cultura non è un semplice sfondo per una foto. Ma un’eredità da rispettare e proteggere per le generazioni future.

 

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di Redazione - 21 Giugno 2025