
Bye Bye Lgbt
Salis, contrordine compagni: la pasionaria Avs (furbescamente) dà forfait al Gay Pride di Budapest: meglio riparare su Liguria e migranti
Ilaria Salis, contrariamente a quanto annunciato, non sarà in prima fila nella piazza ungherese. Troppe questioni pendenti inducono i "compagni locali" a suggerirle di non presenziare. E l'Avs dirotta sul Cpr di Diano Marina per manifestare contro la sua apertura
Ilaria Salis dà forfait al Gay Pride di Budapest e ripiega su Liguria e migranti. Nonostante gli annunci roboanti, la talebana delle occupazioni abusive, l’integralista sostenitrice del diktat svuota-carceri, e su tutto, la pasionaria eurodeputata Avs non sarà in piazza alla manifestazione Lgbt, come inizialmente previsto. La decisione, sorprendente a dir poco, arriva direttamente dagli attivisti della sinistra ungherese, gli stessi a cui l’esponente lanciata da Fratoianni e Bonelli voleva mostrare solidarietà contro il governo di Viktor Orbán presenziando in prima linea.
Ilaria Salis non sarà in piazza a Budapest per il Gay Pride
Per la Salis sarebbe stato un (pericoloso?) ritorno in Ungheria dopo l’arresto del febbraio 2023 per il presunto pestaggio di militanti di destra. Nonostante l’immunità parlamentare l’avrebbe protetta da un nuovo arresto, i “compagni” ungheresi le avrebbero sconsigliato di presenziare, temendo che la sua presenza potesse essere vista come una provocazione e complicare ulteriormente il Pride, già a rischio per i divieti governativi e gli annunci bellicosi postati sui social.
Il forfait sollecitato dai suoi stessi “compagni”…
Di più. Secondo un retroscena che anticipa Il Giornale, a chiedere un passo indietro alla Salis sarebbe stata anche Maja, l’attivista tedesca che partecipò agli stessi scontri del 2023, e che è attualmente detenuta in Ungheria. Come spiegato dall’eurodeputata di AVS Benedetta Scuderi, che prenderà il posto della Salis al Pride, Maja teme ritorsioni a causa della sua presenza.
Salis diserta il Gay Pride di Budapest: meglio ripiegare su Liguria e migranti
Nel frattempo, tanto per non perdere terreno propagandistico di cordata (e opportunità auto-promozionali) Ilaria Salis si dedicherà a una manifestazione contro l’apertura di un Cpr a Diano Marina. E, soprattutto, concentrerà energie personali e attenzione ideologica sulla sua battaglia più importante: evitare la revoca dell’immunità parlamentare richiesta dal governo ungherese a Strasburgo. Sebbene il processo in commissione Juri dell’Europarlamento sia solitamente rapido, il caso Salis si protrae da sei mesi, ben oltre le medie sulle tempistiche. Il relatore, lo spagnolo Adrian Vasquez Lazara, ha già espresso conclusioni severe, sostenendo che i reati attribuiti alla Salis non rientrano nell’esercizio del mandato parlamentare.
La “vexata quaestio” dell’immunità in ballo
Nonostante fosse pronto per il voto il 24 giugno, il caso è stato rimosso dall’ordine del giorno dal presidente della commissione, il polacco Ilhan Kyuchyuk, rimandando la decisione a dopo l’estate. Questa dilazione dei tempi, criticata da alcuni membri conservatori, gioca a favore della Salis, che sta portando avanti una campagna di difesa, diffondendo un video tra i parlamentari in cui sottolinea (sulle orme della celebre Cicero pro domo sua) l’importanza dell’immunità come protezione da un «processo ingiusto e da una spietata volontà politica di persecuzione».
Intanto in Ungheria si scaldano i motori degli attivisti…
Intanto, l’atmosfera a Budapest si scalda, e le misure di prevenzione intestate alla sicurezza blindano la città. Una realtà che nella denuncia allarmistica di Più Europa viene tradotta con: «C’è un clima intimidatorio che i nostri attivisti appena arrivati in Ungheria hanno potuto subito respirare: controlli a tappeto all’aeroporto da parte dell’autorità per scovare qualche pericolosa bandiera arcobaleno». Un modo per rendere ancor più plateale l’occasione militante e per sminuire (se possibile anche ironizzare su) Orban al quale partito, organizzazione e attivisti, mandano a dire: «Può schierare anche l’esercito ma non fermerà mai la marcia dei diritti», rilanciano Riccardo Magi e Matteo Hallissey.
Elly Schlein grande assente
E giù con attacchi neanche troppo velati, anzi: ostentati dal Movimento 5 Stelle, tra le cui fila presenzierà alla trasferta ungherese una delegazione con i parlamentari Alessandra Maiorino, Marco Croatti, Gabriella Di Girolamo, Elisa Pirro e l’europarlamentare Carolina Morace. Mentre l’europarlamentare Benedetta Scuderi e assessore comune di Torino Jacopo Rosatelli saranno presenti per Alleanza Verdi e Sinistra, partito orfano della loro vestale dell’attivismo rigorosamente “anti”. E convitata di pietra, grande assente (non) giustificata: Elly Schlein…