
Prime crepe
Russia, l’economia di guerra vacilla. L’ammissione del ministro Reshetnikov: “Siamo sul punto di entrare in recessione”
Un segnale chiaro: oltre tre anni dopo l’inizio della guerra, anche la potenza russa scricchiola sotto il peso delle sanzioni occidentali e della macchina bellica
L’annuncio non proviene da analisti stranieri né da oppositori in esilio. È il ministro dello Sviluppo economico della Federazione russa, Maksim Reshetnikov, a pronunciare senza reticenze la diagnosi: l’economia nazionale è ormai a un passo dalla recessione.
La Russia è sull’orlo della recessione economica
Intervenendo al Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief), consueta vetrina della proiezione di forza del Cremlino sul fronte economico, Reshetnikov ha abbandonato il tono abituale dell’ottimismo di Stato. «I dati indicano un rallentamento e, secondo le attuali percezioni, l’economia è già sul punto di entrare in recessione», ha dichiarato dinanzi a una platea che certo non si attendeva un simile scenario.
Freni alla crescita e costi della guerra
Il ministro ha richiamato la necessità urgente di affrontare i nodi che bloccano il potenziale di crescita del Paese. Un’ammissione che tuttavia pesa, non solo per chi la pronuncia, ma per il momento in cui viene resa pubblica: mentre Mosca cerca di proiettare un’immagine di stabilità e resilienza economica sotto la pressione delle sanzioni occidentali e dei costi crescenti della guerra in Ucraina.
Segnale forte, oltre la retorica
Per ora, l’intervento del ministro russo non è accompagnato da cifre ufficiali né da previsioni dettagliate. Ma la resa verbale è innegabile.