CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Referendum, crisi di nervi a sinistra. Schlein: “Meloni pavida, confonde gli italiani”. Non ha letto la Costituzione

Quorum a rischio

Referendum, crisi di nervi a sinistra. Schlein: “Meloni pavida, confonde gli italiani”. Non ha letto la Costituzione

"Vergona", "golpe", "diserzione": le opposizioni disperate all'attacco della premier che ha annunciato che andrà al seggio ma non ritirerà la scheda. È legittimo e perfettamente costituzionale, ma loro non lo sanno

Politica - di Stefania Campitelli - 3 Giugno 2025 alle 16:08

Vergogna, dittatura alle porte, istigazione alla diserzione. Sinistre e Cgil da ieri fanno a gara nel processare le parole della premier Giorgia Meloni sul referendum. Che cosa ha detto di così grave a margine della parata del 2 giugno? Semplicemente che si recherà al seggio elettorale ma non ritirerà la scheda. Una delle opzioni previste dalla Costituzione. Apriti cielo, Meloni è pavida, confonde gli elettori: questo il filo rosso delle prime pagine della stampa ‘sedicente’ indipendente e dei talk show. Lilli Gruber si è superata nella sua conduzione di parte, domandando agli ospiti il perché di tanta viltà.

Referendum. Schlein: Meloni vuole confondere gli italiani

Oggi Elly Schlein ci riprova. “Nella migliore delle ipotesi, Meloni vuole confondere gli italiani. Quindi facciamo chiarezza: non ritirare le schede equivale a non votare e quindi affossare il referendum. Nella peggiore delle ipotesi è una presa in giro degli italiani”. Così la segretaria dem a un Giorno da pecora, dimostrando di conoscere poco quella carta costituzionale agitata come un mantra. Trattasi di referendum abrogativo (non confermativo) per il quale i padri costituenti hanno previsto un quorum ritenendo legittimo per chi non è interessato di non recarsi alle urne. Chi non crede ai quattro quesiti sul lavoro, una partita tutta interna al Pd, può legittimamente restare a casa (o andare al mare come esortava Bettino Craxi nel 1991), fare campagna per il no o non ritirare la scheda.

Costituzione, questa sconosciuta. Pd in crisi nera

“Perché lo fa?”, continua Schlein, “perché ha paura della partecipazione e ha capito che moltissimi italiani, anche chi ha votato per lei, andranno a votare perché è l’occasione di cambiare delle leggi, contrastare la precarietà migliorare la legge sulla cittadinanza cosa che Meloni non vuole fare”. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Se la premier, per senso delle istituzioni, va al seggio ma non vota è pavida, se avesse sostenuto il no avrebbe agito da dittatore, se non va diventa disertrice. È chiaro che il Pd è in grande difficoltà e confusione. Diviso tra massimalisti fedeli alla linea sindacalista della segretaria e la minoranza riformista che non intende toccare il Jobs act di Renzi, si mette ad attaccare la premier, sport preferito e perdente.

Fratoianni: Meloni ha paura del voto

Nicola Fratoianni segue l’onda. “Agli italiani diciamo di andare a votare, e di votare cinque Sì, perché con il loro voto possono cambiare in meglio la loro vita”. Così il leader di Sinistra e libertà che accusa Meloni di temere il voto dei cittadini. “E siccome non hanno argomenti si inventano, con vari toni di creatività, un invito all’astensione, uno dopo l’altro”. “Meloni tartufesca”, è l’accusa fantasiosa del radicale Benedetto Della Vedova. “Meloni ha scelto l’arzigogolo istituzionale. Mentre si aspettava di sapere se la Presidente del Consiglio sarebbe andata o no a votare, lei è sgusciata via: “Vado ma non voto”.

FdI invita ad astenersi: una consultazione inutile

Non è chiaro perché la maggioranza contraria ai quesiti dovrebbe ubbidire a Schlein, Fratoianni e Landini. Massimiliano Romeo della Lega ci scherza su. “Io non andrò nemmeno al seggio, la domenica andrò a messa, poi nel pomeriggio un po’ di relax e dopo me andrò a giocare a tennis con mio figlio”. Fratelli d’Italia, come è arcinoto,  invita ad astenersi. “Una consultazione priva di fondamento, costruita su slogan ideologici e promossa da chi, per anni, ha approvato proprio quelle norme che ora vorrebbe abrogare con un colpo di spugna”. Così la deputata Cristina Almici. “Lo ha detto chiaramente anche Giorgia Meloni: ‘Vado a votare, ma non ritiro la scheda’. Un messaggio forte e istituzionale. Al contrario della sinistra, noi non giochiamo con le regole della democrazia, le rispettiamo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Stefania Campitelli - 3 Giugno 2025