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Prodotto realizzato dall’intelligenza umana. Ci aspetta un futuro dove bisognerà distinguersi dall’IA

Reale riproducibile

Prodotto realizzato dall’intelligenza umana. Ci aspetta un futuro dove bisognerà distinguersi dall’IA

In un’epoca non troppo lontana, potremo valutare le opere d’arte, letterarie o creative attraverso una dicitura che avrà più o meno questo aspetto: “Prodotto realizzato interamente dall’intelligenza umana”.

Cultura - di Andrea Moi - 22 Giugno 2025 alle 07:00

Durante l’udienza con i governanti, ieri Papa Leone XIV ha lasciato questa dichiarazione sull’intelligenza artificale: “si tratta di uno sviluppo che certamente sarà di valido aiuto alla società, nella misura in cui, però il suo utilizzo non porti a intaccare l’identità e la dignità della persona umana“. Queste parole ci portano a ragionare nuovamente sui benefici e sui rischi di cui è portatrice l’IA. Una riflessione aperta che ogni giorno, col crescere veloce delle capacità alogirtmiche, apre nuove e inquietanti prospettive

Controllo qualità

Ad oggi, per controllare la qualità di un prodotto ci affidiamo all’etichetta. Veniamo tranquillizzati dal marchio “biologico” oppure da quello del “made in Italy”. La nostra scelta viene influenzata dalla sostenibilità, vera o presunta, declamata dalla pubblicità. Una confezione di uova viene preferita ad un’altra perché in quel prodotto troviamo qualcosa di più affine alla natura, che non è stato toccato da un intervento artificiale. Allo stesso modo, in un’epoca non troppo lontana, potremo valutare le opere d’arte, letterarie o creative attraverso una dicitura che avrà più o meno questo aspetto: “Prodotto realizzato interamente dall’intelligenza umana”.

Una realistica distopia

Diventerà sempre più difficile distinguere un prodotto realizzato dalla mente umana da uno assemblato dall’intelligenza artificiale. Ad oggi possiamo ancora riconoscere la complessità di un brano musicale composto da un grande artista, e capire la differenza con quello realizzato da un prompt ma nessuno ci può assicurare che col tempo questa diversità non verrà assottigliata. Le fameliche bocche dell’IA ingoieranno milioni di dati e saranno sempre più efficaci nell’imitare la creatività umana attraverso l’algoritmo. Sarà sempre più difficile distinguere una voce reale da una digitale, una fotografia da una riproduzione artificiale, un brano musicale da uno generato da Chat gpt. Il tempo non farà che intensificare questo processo di convergenza tra il reale e l’artificiale.

Un problema antico

Ars imitatur naturam. Con questa frase il teologo Nicola Cusano sosteneva che l’arte, che è appunto un artificio, altro non fa che tendere all’imitazione della natura.  Per quanto possa sembrare strano, quello della riproduzione artificiale del reale è un antico problema. Oggi, 2025, ci troviamo di fronte allo stesso dilemma. La nostra opera protesa verso il futuro elettrico altro non è che un tentativo di replicare la creazione, decifrarla e riprodurla nel modo più simile possibile a quello reale. Lo stupore di un uomo della polis greca di fronte all’opera di Fidia. La meraviglia di un locandiere della roma medievale di fronte a un dipinto di Caravaggio. Lo spavento di Joseph Nicéphore Niépce dopo aver contemplato la sua prima fotografia. Vivendo la stessa inquietudine si sono chiesti: “siamo di fronte a un’opera umana, diabolica o divina?” 

Garanzie per chi acquista

La distinzione tra riproduzione e originale sarà una competenza tecnica specifica. Esisteranno etichette per garantire che dietro quell’opera c’è una voce veramente umana, che quel dipinto è stato creato da mani innervate, che quel libro è stato scritto da un autore in carne e ossa. Cresceranno le istanze sindacali, si trasformeranno i mestieri. L’opera umana diventerà sinonimo di qualità, proprio come oggi un piatto tipico di un ristorante stellato si distingue da una busta del reparto surgelati. La musica sarà di due tipi: quella generata da chi l’ascolta, attraverso la scrittura di un personale prompt e quella composta da musicisti vivi. Nel primo caso nascerà una qualche norma scritta dall’Unione Europea che farà comparire questo pop up: “Il brano è stato generato dall’intelligenza artificiale. Vuoi proseguire nell’ascolto?” e tu selezionerai stancamente “Sì. Proseguo”.

Umano non umano

Esisteranno due tipi di letteratura: quella generata dal codice e quella vergata dalla contemplazione e dalle imprevedibili decisioni umane. Sulla copertina, un bollino rosso simulerà l’Ue/non UE che troviamo oggi al supermercato ma sarà un “UM/non UM” a certificare che la storia è stata generata da un prompt umano ma completata nella sua interezza da un’intelligenza artificiale. Sarà così, nel migliore dei casi. Altrimenti dovremo imparare a distinguere da soli.  

 

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22 Giugno 2025 alle 07:00