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Prato, il killer delle escort aggredito in carcere con olio bollente da altri detenuti romeni

Il killer di Denisa e Ana

Prato, il killer delle escort aggredito in carcere con olio bollente da altri detenuti romeni

L'aggressore è un parente di una delle due vittime del romeno reo confesso. Si indaga su altre sparizioni di donne

Cronaca - di Redazione - 6 Giugno 2025 alle 19:00

È finito al pronto soccorso con ustioni di primo e secondo grado al volto Vasile Frumuzache, 32enne romeno, accusato di due omicidi di donne, entrambi avvenuti in Toscana negli ultimi mesi. L’uomo è stato aggredito nel carcere “La Dogaia” di Prato, dove si trova detenuto in regime di custodia cautelare. L’aggressore è un altro detenuto, a quanto risulta un cugino diretto di una delle sue vittime: Ana Maria Andrei, 27enne romena, anche lei di origine romena, escort scomparsa il 1° agosto 2024 e ritrovata nei giorni scorsi, dopo la confessione del suo assassino.

Il killer delle escort aggredito con olio bollente

Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione è avvenuta all’interno di un’area comune del penitenziario. L’uomo avrebbe agito con premeditazione, riuscendo a procurarsi dell’olio bollente – probabilmente riscaldato in una delle cucine dell’area detentiva – e lo avrebbe lanciato sul volto di Frumuzache. Subito soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria, il 32enne è stato trasportato all’ospedale di Prato. Le sue condizioni sono stabili: non è in pericolo di vita e nelle prossime ore potrebbe essere dimesso e riaccompagnato in carcere.

Aggredito nel carcere “La Dogaia” di Prato

“L’autore ha potuto agire indisturbato, senza alcun controllo”, ha denunciato in un comunicato il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, annunciando l’apertura di un procedimento penale sull’episodio. “Il fatto è di particolare gravità – ha aggiunto -: perché anche una persona imputata di crimini gravissimi ha diritto alla tutela fisica, al rispetto della dignità e a un trattamento umano”. Secondo quanto trapelato da ambienti giudiziari, il procuratore Tescaroli aveva disposto per Vasile Frumuzache un regime di massima sorveglianza, assegnandolo inizialmente alla sezione ‘Protetti promiscui’:  destinata ai detenuti considerati a rischio per la loro incolumità fisica.

La ribellione degli altri detenuti romeni

Tuttavia, la sua presenza in quell’area ha provocato forti tensioni: gli altri detenuti romeni, venuti a conoscenza delle accuse contro di lui, hanno apertamente rifiutato la sua permanenza nella sezione; minacciando proteste e disordini. A quel punto, Frumuzache è stato trasferito in un altro reparto della struttura, dove però – ironia della sorte o grave errore di gestione – si trovava già recluso, per altri reati, il cugino di Ana Maria Andrei: una delle due vittime dei femminicidi confessati. Ora la Procura ha disposto nuove indagini interne per accertare eventuali responsabilità nella catena decisionale che ha portato a un trasferimento così rischioso. Gli inquirenti vogliono capire se vi siano state negligenze o sottovalutazioni da parte dell’amministrazione penitenziaria, e come sia stato possibile che Frumuzache venisse collocato proprio in un contesto potenzialmente ostile e pericoloso, nonostante l’allerta già lanciata.

L’ammissione di due omicidi

La vicenda di Vasile Frumuzache ha scosso l’opinione pubblica. L’uomo, regolarmente residente a Monsummano Terme (Pistoia), lavorava come guardia giurata. Era sposato con la connazionale Luzsia e padre di due bambini di 4 e 5 anni. Agli occhi di amici e conoscenti era un uomo riservato, dedito al lavoro e apparentemente affezionato alla famiglia. Una vita normale, almeno in apparenza, come tendeva a rappresentarla anche su Facebook. Ma dietro quella normalità si nascondeva una rete di bugie, relazioni extraconiugali e pulsioni violente.

Secondo quanto riferito agli inquirenti durante l’interrogatorio, Frumuzache ha ammesso di aver ucciso la 30enne romena Denisa Maria Adas Paun; strangolandola dopo un incontro sessuale a pagamento in una camera di un residence a Prato la notte dello scorso 15 maggio. Dopo il delitto, ha decapitato il corpo e occultato la testa bruciandola. Il corpo è stato ritrovato chiuso in un trolley in un campo in uso al 32enne romeno in una zona di campagna nel comune di Montecatini Terme. Un secondo corpo, quello di Ana Maria Andrei, scomparsa mesi prima da Montecatini Terme, è stato ritrovato nello stesso campo, il giorno dopo l’arresto del killer di Paun. Anche per questo secondo omicidio, Frumuzache ha confessato la responsabilità.

Serial killer

Il quadro emerso ha spinto la Procura di Prato a ipotizzare l’esistenza di un possibile serial killer. Le modalità ripetitive degli omicidi – vittime giovani, romene, escort, uccise e poi occultate con metodo – e la freddezza dimostrata nei racconti hanno convinto gli inquirenti ad approfondire l’analisi del profilo criminale dell’uomo. Su ordine della Procura di Prato, i carabinieri hanno avviato un controllo incrociato su decine di denunce di donne scomparse, in particolare nell’mbito della prostituzione, sia in Toscana che in Sicilia, dove l’indagato ha vissuto per anni con la madre prima di trasferirsi in Toscana con la moglie. “C’è un pattern chiaro – spiegano fonti investigative all’Adnkronos – e non possiamo escludere che ci siano altre vittime. Stiamo analizzando anche casi vecchi, irrisolti, in cui possono emergere coincidenze o tracce comuni”. )La foto Ansa è un fermo immagine diffuso dai Ros dei Carabinieri: mostra il momento del fermo del cittadino romeno di 32 anni, residente a Monsummano Terme per le accuse di omicidio e soppressione di cadavere in relazione all’omicidio di Maria Denisa Adas la 30enne romena scomparsa da Prato tra il 15 e 16 maggio).

Perizia psichiatrica

Nel frattempo, si valuta la possibilità di sottoporre Frumuzache a una perizia psichiatrica. Per accertare la presenza di eventuali disturbi della personalità o condizioni di pericolosità sociale. Anche se lucido e collaborativo durante gli interrogatori, l’uomo ha mostrato una totale mancanza di empatia per le vittime; descrivendo i delitti con freddezza e distacco. “Ogni parola, ogni gesto, ogni traccia nei suoi dispositivi elettronici verrà esaminata”: lo spiegano gli investigatori interpellati dall’Adnkronos. L’obiettivo è capire se ci si trovi di fronte a un duplice omicida isolato; o a un serial killer che per anni ha vissuto e agito inosservato, sotto la maschera di una vita ordinaria.

La verità su quanti siano davvero i delitti è ancora lontana

Nel quartiere dove abitava Frumuzache a Monsummano la notizia dell’arresto prima, e ora dell’aggressione, ha lasciato sgomenti amici e conoscenti. “Non ci possiamo credere – racconta un vicino all’Adnkronos – lo vedevamo sempre con i bambini, sembrava un buon padre”. La comunità romena della Valdinievole, in particolare, si è chiusa nel silenzio. Anche la moglie dell’uomo, Luizsa, è stata sentita dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Al momento non risulta indagata, ma potrebbe essere riconvocata per approfondimenti sul contesto familiare e su eventuali elementi pregressi rimasti sotto traccia. Nel frattempo, le indagini su Vasile Frumuzache proseguono a ritmo serrato. La verità su quanti siano davvero i delitti commessi da questo insospettabile padre di famiglia è ancora tutta da scrivere.

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di Redazione - 6 Giugno 2025