CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Persino Travaglio prende a sberle la sinistra sull’astensione ai referendum. Hanno lo “sdegno selettivo”

Memoria cortissima

Persino Travaglio prende a sberle la sinistra sull’astensione ai referendum. Hanno lo “sdegno selettivo”

Il direttore del Fatto nell'editoriale rievoca la lunga storia di inviti "a stare a casa" che da Pannella a Craxi, da Fassino a Rutelli, fino a Renzi ha caratterizzato il voto referendario. Le opposizioni strepitano contro Meloni inutilmente: astenersi non è insubordinazione democratica ma un'opzione prevista dalla Costituzione

Politica - di Gabriele Alberti - 4 Giugno 2025 alle 13:59

Persino Marco Travaglio su Fatto quotidiano sbeffeggia la sinistra sui referendum dell’8 e 9 giugno. Una sinistra abbarbicata sulle parole del premier Meloni che ha annunciato di andare a votare, di presentarsi alle urne,  per non votare i referendum. Il direttore del Fatto non le manda a dire a chi si adonta e si ammanta di sdegno. Perché per lui – non certo imputabile di simpatie meloniane, c’è un altro elemento “di ancor peggiore dell’istigazione all’astensione: lo sdegno selettivo di chi accusa chi la pratica, scordandosi di aver fatto lo stesso”. Travaglio dà un ceffone in pieno volto a i radicali, al Pd, a Renzi, le cui furiose dichiarazioni contro l’astensioni imperversano su quotidiani e talk-show.

Travaglio: “Quando Radicali e Pd invitavano a ‘stare a casa’

“I radicali – scrive nell’editoriale-  promotori del quesito sulla cittadinanza breve agli stranieri, si stracciano le vesti perché Meloni e La Russa si battono contro il quorum. Ma il primo a farlo fu proprio Pannella nel 1985 sulla scala mobile scassinata dall’amico Craxi”. Ancora: il leader del Psi nel 1991 invitando ad “andare al mare” sul referendum elettorale. La carrellata che inanella Travaglio prosegue con Sergio Mattarella, che nel 1999, quando era vicepremier del Ppi del governo D’Alema, “quando si votò sulla legge elettorale (la sua: il Mattarellum), pose sullo stesso piano voto e astensione: “Ogni elettore può scegliere cosa fare: votare, non votare, votare sì o no”.

Referendum, Travaglio. “Lo sdegno selettivo” della sinistra

Nel suo editoriale titolato “Malati di quorum” sbertuccia il Pd che oggi- con memoria selettiva- inveisce contro Meloni e La Russa. Infatti i filo-astensionisti  a sinistra ce ne sono stati eccome. “Nel 2003 i leader dei Ds Fassino e della Margherita Rutelli e il segretario uscente della Cgil Cofferati invitarono a stare a casa nel referendum di Rifondazione sull’art. 18 nelle piccole aziende”. Il Pd in mano a Renzi non fu da meno, quando “sui quesiti anti-trivelle del 2016 l’ex segretario e premier definì il referendum “una bufala”; esaltando il non voto come “costituzionalmente legittimo. E il senatore a vita Napolitano (fino a un anno prima al Quirinale) tuonò contro “l’inconsistenza e la pretestuosità di questa iniziativa referendaria: ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati”.

Renzi critica Meloni sull’astensione ai referendum, ma non ricorda…

Ricordiamo tutti che l’astensione vinse, con il corollario da avanspettacolo: “il renziano Carbone sbeffeggiò col ‘Ciaone’ chi era andato a votare, pensando di aver vinto lui”. Ma ride bene chi ride ultimo e lo sberleffo tornò indietro paro paro otto mesi più tardi: “quando il referendum costituzionale senza quorum (comunque votò il 65,47%) rase al suolo la schiforma e il governo Renzi”. Cosa si ricava? Che sinistra e opposizioni si attaccano a una non verità, propalandola ad ogni piè sospinto. La verità è che non andare a votare per i referendum della sinistra non è insubordinazione democratica ma un’opzione prevista dalla Costituzione e praticata a sinistra a piene mani. Sipario.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Gabriele Alberti - 4 Giugno 2025