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Nuovo muro di Putin contro la pace: “Ma quali colloqui, Kiev è un regime marcio e corrotto”

Ucraina

Nuovo muro di Putin contro la pace: “Ma quali colloqui, Kiev è un regime marcio e corrotto”

Nuovo ruggito dello 'zar' contro Zelensky: non negoziamo con chi si affida al terrore. Dall'Ucraina richiesta di ulteriori sanzioni contro Mosca. Tajani auspica un ruolo centrale del Vaticano nelle trattative

Esteri - di Eugenio Battisti - 4 Giugno 2025 alle 18:20

Vladimir Putin torna a ruggire e chiude le porte a nuovi possibili colloqui di pace a Istanbul. “Di cosa dovremmo parlare? Chi negozia con chi fa affidamento sul terrore, con i terroristi?”, ha detto il presidente russo in merito alle richieste del leader ucraino Volodymyr Zelensky. “Chiedono di sospendere le azioni militari per 30 o addirittura 60 giorni, chiedono un incontro al più alto livello. Ma come si possono tenere incontri del genere in queste condizioni?”, ha continuato lo zar.

Putin: l’Ucraina è un Paese marcio e corrotto

Poi ha alzato ulteriormente i toni: “Il regime già illegittimo di Kiev sta gradualmente degenerando in un’organizzazione terroristica. Il governo del Paese è marcio e corrotto“. Intanto da Kiev si chiedono “ulteriori sanzioni” contro Mosca e più “sostegno per la difesa aerea” dell’Ucraina. Parola di Andriy Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky, che su X riferisce dei contenuti dei colloqui con il segretario di Stato Usa, Marco Rubio. “Abbiamo parlato della situazione al fronte e della necessità urgente di rafforzare il sostegno per la difesa aerea dell’Ucraina.  Abbiamo anche avuto uno scambio di opinioni sugli incontri con i russi a Istanbul, sull’ulteriore svolgimento dei negoziati, sul prossimo scambio di prigionieri e sull’importanza di riportare a casa tutti gli ostaggi e i bambini rapiti dalla Russia”. L’Ucraina – ha ribadito – ha fatto tutto il possibile per la pace ed è pronta per un cessate il fuoco. Ma la Russia si rifiuta. È per questo che sono necessarie ulteriori sanzioni. Abbiamo convenuto di coordinare i prossimi passi”.

Tajani: spero che il Vaticano possa suggellare la pace

Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha auspicato un ruolo centrale del Vaticano nella fase finale dei negoziati tra Mosca e Kiev. “Mi piacerebbe che si potesse annunciare il futuro cessate il fuoco tra Russia e Ucraina durante un incontro in Vaticano”, ha detto nel corso del suo intervento a un evento organizzato a Villa Miani dal Messaggero. Tajani ha riconosciuto che attualmente i colloqui proseguono a Istanbul, pur ammettendo che “non è andata un granché la riunione dell’altro giorno”. Secondo il titolare della Farnesina la Santa Sede deve essere preservata come interlocutore credibile.  “Non dobbiamo bruciare l’immagine del Papa e il ruolo del Vaticano per una trattativa che è soltanto all’inizio, ma può essere quello il luogo dove suggellare la pace”.

Parolin: provo rammarico ed enorme tristezza

Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dopo le parole di Putin ha detto di provare “enorme tristezza”. Il problema fondamentalmente – ha aggiunto – è ricreare il clima di fiducia tra le due parti, che è quello che manca. Per cui non si è pronti neanche a fare concessioni. “La Chiesa – ha concluso – può pregare per la pace perché gli sforzi umani sono insufficienti. Come Santa Sede abbiamo offerto la possibilità di uno spazio. Resta un’offerta ma dalle risposte date non credo che questa possibilità venga sfruttata”.

 

 

 

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di Eugenio Battisti - 4 Giugno 2025