
Giù le maschere
No Soros, no party: se il miliardario si chiama Bezos, la sinistra insorge. Ma se finanzia i dem, fiumi di applausi
Il matrimonio del patron di Amazon a Venezia fa indignare i compagni. La deputata Pd Rachele Scarpa deposita un'interrogazione sui fermi dei manifestanti e si scaglia contro «lo sfarzo paradossale» delle nozze in Laguna, ma dimentica le affinità progressiste con altri capitalisti
La sinistra italiana reagisce come sempre con indignazione selettiva: non in base ai fatti, ma a chi compie l’azione. Se il denaro sostiene le proprie reti, è benvenuto; se invece arricchisce il Paese, diventa sospetto. Un capitalista come George Soros? Applausi. Un capitalista che arriva a Venezia con tre milioni di donazione e il nome “Jeff Bezos” sul biglietto da visita? Anatema.
I “No Bezos” e la loro paladina: Rachele Scarpa
A Venezia è andata in scena la commedia dell’assurdo: mentre i turisti si godevano l’estate e i gondolieri facevano il loro mestiere, l’associazione Extinction Rebellion — «movimento internazionale – come campeggia sul sito – che chiama alla disobbedienza civile per forzare i governi» — ha deciso di far sfilare grotteschi individui mascherati a Piazza San Marco, incatenarsi qua e là e far intervenire la polizia per un totale di 40 denunciati. Ma la sinistra, anziché interrogarsi sul senso di quella performance, si è subito lanciata all’attacco delle forze dell’ordine. Capofila: la deputata Rachele Scarpa.
«A Venezia è andata in scena una delle immagini più inquietanti dell’Italia di oggi», ha dichiarato la deputata del Partito democratico. E via con l’annuncio di una interrogazione parlamentare per chiedere conto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ovvero, a suo avviso, «l’uso della sproporzionato della forza» nei confronti di una protesta «simbolica» contro «lo sfarzo paradossale del matrimonio di Jeff Bezos in una città simbolo della crisi climatica».
Tre milioni di euro per Venezia, ma su questo non una parola
Nessuna parola però sull’indotto milionario portato dal patron di Amazon in Italia e sulla donazione da 3 milioni di euro alla città per la salvaguardia della Laguna. Nessun accenno al fatto che Venezia sia oggi, grazie a questo evento, sulle prime pagine delle riviste internazionali per un matrimonio che fa parlare il mondo. Alla sinistra interessa difendere solo l’ennesima messinscena ecologista e criminalizzare il benessere. Perché se sei ricco, sei colpevole. A meno che non finanzi le loro fondazioni.
La memoria corta della deputata Scarpa
Eppure, manca qualcosa. La deputata dem pare aver la memoria a breve termine. Tra il 2022 e il 2023, infatti, è emerso uno scandalo intorno all’associazione Agenda – di cui lei era iscritta – per oltre un milione di euro ricevuto da Democracy & Pluralism Stiftelsen, ente svedese della galassia del capitalista Soros. La stessa ventinovenne dem, secondo quanto emerso, avrebbe beneficiato tramite Agenda di circa 24mila euro in servizi. La smentita di un finanziamento diretto arrivò al tempo solo da Jessica Shearer, cofondatrice americana dell’associazione, che definì «false e infondate» le notizie in merito. Anche Scarpa smentì il finanziamento diretto, ma non il finanziamento in sé rivendicandolo come «legale e trasparente».
Chi porta lavoro e visibilità non merita rispetto?
Ancora una volta salta la maschera. E il Pd utilizza la logica “due pesi, due misure”. Così, mentre Bezos porta milioni, visibilità globale e un evento che coinvolge alberghi, barcaioli, musicisti e personale locale, la Scarpa porta un’interrogazione parlamentare e la consueta retorica da rivoluzionari da salotto. «Dopo i no Tav, i no Ponte e i no Autonomia, ora dalla sinistra arrivano anche i no Bezos. Vogliono fermare perfino un matrimonio, che peraltro porta lavoro e visibilità al territorio. Ecco le loro priorità», le parole del vicepremier Matteo Salvini.