
Piattaforme digitali
Minori e abuso di internet, l’Italia sottoscrive il non paper. FdI in prima linea a tutela degli adolescenti
L'impegno del governo, insieme a Grecia e altre nazioni, per arrivare a una legislazione europea che preveda regole armonizzate sulla verifica dell’età di accesso alla rete
Accolgo con grande entusiasmo la sottoscrizione dell’Italia al non paper presentato da Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Danimarca e Slovenia che chiede una maggiore tutela dei minori dai rischi legati all’uso delle piattaforme digitali. Ci auguriamo che si possa velocemente arrivare in sede europea a una legislazione che preveda delle regole armonizzate sulla verifica dell’età. È significativa la crescente attenzione che la società civile, scientifica, accademica e il mondo dell’informazione stanno dedicando al grande problema dell’uso e abuso di internet tra gli adolescenti. E sono lieta che il disegno di legge, bipartisan, a mia firma, Madia, Malpezzi, unitamente ad altri parlamentari, sulla tutela dei minori nella dimensione digitale, stia contribuendo ad accendere i riflettori sull’argomento, diventando al contempo strumento di sensibilizzazione.
Web e minori, l’Italia sottoscrive il non paper
In questo contesto abbiamo trovato un ambiente favorevole: moltissime figure autorevoli, insieme alle stesse piattaforme social, si stanno allineando sull’urgenza di garantire la salvaguardia dei minori nella dimensione digitale. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in materia, con tutta l’autorevolezza che la contraddistingue, mostrando l’attenzione che il governo riserva a questo tema. Ieri il viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, ha annunciato il sostegno dell’Italia e la sottoscrizione del testo che chiede alla Commissione Ue di abbreviare i tempi per adottare una politica comune per la verifica dell’età degli utenti online e di fissare un’età minima per l’accesso ai social media. “Il governo italiano considera prioritaria l’educazione all’uso sicuro delle tecnologie digitali dei media, attribuendo alle famiglie un ruolo centrale in questo ambito”, ha sottolineato ricordando che già nel 2023 è stato adottato un decreto che mira a garantire interventi appropriati per i minori ponendo attenzione alla loro sicurezza nello spazio digitale.
Il disegno di legge Mennuni, Madia, Malpezzi
Il nostro disegno di legge non nasce dal mero intento di vietare l’uso dei social ai minori, ma dall’esigenza concreta di proteggere i ragazzi dai tanti e gravi pericoli che si annidano nel web. L’Ocse ha di recente segnalato gravi problemi di apprendimento e di concentrazione per un uso prematuro e incontrollato dei social e di Internet. Inoltre, dalle indagini conoscitive svoltesi nella Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza del Parlamento sono emersi gravi fattori di rischio, come numerosi problemi comportamentali, disturbi alimentari, dell’umore, del sonno, dell’ansia, situazioni di violenza psicologica, come il cyberbullismo, o situazioni di emulazione di atti violenti.
La preoccupazione di medici ed educatori
Autorevoli medici psicoterapeuti ed educatori italiani sostengono poi che alcune aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, non si sviluppino pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale. E che, generalmente, prima di questa età, il cervello emotivo è più sensibile all’effetto stimolante della dopamina provocato dai social media. In ultimo, studi internazionali hanno messo in luce come l’età compresa tra gli 11 e i 15 anni rappresenti un periodo di straordinaria vulnerabilità neurologica, cognitiva ed emotiva.
Internet non è a misura di bambino
Il nostro obiettivo non è quello di opporci al progresso tecnologico, né tantomeno limitare la libertà dei giovani. Lasciare i nostri ragazzi, e le loro famiglie, soli ad affrontare i rischi del mondo digitale non ritengo sia tuttavia libertà, bensì esporre i minori ad un flusso incontrollato di contenuti potenzialmente inadatti e pericolosi per la loro età e la loro crescita. Si tratta di capire che internet non è stato pensato a misura di bambino, non sono stati previsti limiti o controlli, invece necessari per la sua tutela. Questa non è un’emergenza solo italiana, ma riguarda i bambini e gli adolescenti di tutto il mondo. È nostro dovere continuare su questa strada, lavorando insieme tra istituzioni italiane e internazionali, insegnanti, genitori, mezzi di informazione, per garantire ai nostri figli il diritto di crescere protetti, liberi e forti.
- senatrice di Fratelli d’Italia, componente Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza