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Meloni stende la sinistra: “Mi asterrò, è un diritto. Proprio come chiedevano i Ds nel 2003”

Colpo a effetto

Meloni stende la sinistra: “Mi asterrò, è un diritto. Proprio come chiedevano i Ds nel 2003”

Ospite de "Il giorno della Verità" la premier torna a spiegare perché non ritirerà le schede e smaschera l'ipocrisia delle opposizioni. In politica estera ribadisce: "L'Italia non è la ruota di scorta di Francia e Germania"

Politica - di Romana Fabiani - 5 Giugno 2025 alle 21:02

Dai referendum al decreto Sicurezza, dalla guerra in Medioriente al conflitto Mosca-Kiev, dalle regionali ai finanziamenti al cinema, dalla tenuta del governo alle spallate sognate dalla sinistra. Intervistata da Maurizio Belpietro, la premier Giorgia Meloni “si concede” per oltre mezz’ora, ospite de Il Giorno de La Verità a Palazzo Brancaccio.

Meloni mostra il volantino dei Ds per l’astensione

Si parte dall’appuntamento con le urne dell’8 e 9 giugno sullo sfondo del can can sollevato dalle sinistre dopo l’annuncio che andrà al seggio, per senso delle istituzioni, ma non ritirerà le schede. Apriti cielo, uno scandalo, una vergona, Meloni scappa, Meloni è codarda, Meloni confonde gli italiani. Si aspettava tanto clamore?, chiede il direttore de La Verità. La premier sorride e tira fuori a favore di telecamera un “antico” volantino dei Ds oggi Pd, che nel 2003 invitava all’astensione. Una bella cartuccia all’indirizzo del Nazareno che oggi si strappa le vesti contro chi promuove l’astensione. “Vorrei capire – incalza la presidente del Consiglio – se è un diritto di tutti, lavoratori e non lavoratori, o se è un diritto solo dei lavoratori e non lavoratori di sinistra. Nella storia della Repubblica, tutti i partiti, a fasi alterne, hanno fatto campagna per l’astensione quando non  condividevano i quesiti”. Gioco, partita, incontro.

Referendum, è una partita tutta interna alla sinistra

Nel merito per la sinistra va ancora peggio. “È un referendum che per la gran parte abolisce delle leggi o parti di leggi fatte dalla sinistra. Leggi che adesso la sinistra, che sta all’opposizione, chiede di abolire. Quindi diciamo ‘se la cantano e se la suonano'”. Sulla cittadinanza chiarisce nuovamente la posizione del governo. “Sono contrarissima a dimezzare i tempi. La legge sulla cittadinanza in Italia è ottima, tra l’altro molto aperta. Noi siamo da svariato tempo tra le nazioni europee che ogni anno concedono il maggior numero di cittadinanze. Cosa diversa è accelerare l’iter burocratico. Ma non contribuirò con il referendum a portare a cinque anni i termini per concedere la cittadinanza alle persone straniere in Italia”.

Regionali, faremo il massimo ma…

Dai referendum alle prossime regionali per restare sui temi nazionali. “Contiamo in un risultato positivo, si vota per cinque regioni. Ma se dovessimo calcolare questo come un metro oggettivo – chiarisce la premier – voglio ricordare che, da inizio legislatura, attualmente siamo 11 a tre. Faremo del nostro meglio ma non è un elemento dirimente per la tenuta della legislatura”. Nessuna ricaduta sul governo, insomma, anche se le opposizioni ci sperano. “Che si tenti di osteggiare il governo mi sembra la cosa più naturale del mondo, che ci si riesca mi pare difficile, c’è una maggioranza compatta che lavora bene. Lavoro perché questa legislatura arrivi alla fine con questo governo, è la sfida più grande”.

Nessuna bacchettata, sono fiera dei vicepremier

Rispedite al mittente anche le ricostruzioni di presunte frizioni nella maggioranza o ‘bacchettate’ ai ministri. “Sono fiera dei vicepremier di questo governo. Di Matteo Salvini, a capo di un ministero complesso, e di Antonio Tajani, che lavora in una situazione internazionale difficile. Ogni volta che convoco una riunione con i miei vicepremier si dice che ho bacchettato qualcuno”, sorride, “ma questo non è vero”.

L’Italia non è la ruota di scorta di Francia e Germania

Passando ai dossier internazionali Meloni sottolinea il rinnovato protagonismo italiano. Isolamento? “Non rispondo, tutto si può dire tranne che l’Italia è isolata. Dopo la caduta del precedente governo di centrodestra si era pensato che l’unico ruolo possibile fosse quello di junior partner di Francia e Germania. Ma io sono più ambiziosa. Quello che rivendico per l’Italia è una cooperazione tra pari e autonomia come tutti gli altri. Il ruolo del nostro Paese non è quello di ruota di scorta di Francia e Germania”. Non manca una battuta sul bilaterale con il presidente francese. “Se incontrerò di nuovo Macron? Tra poco vedrò piu Macron che mia figlia…”.

I segnali di Mosca non sono incoraggianti

Sul fronte russo-ucraino Meloni ammette che i segnali di Mosca non sono incoraggianti. “Di fronte a un presidente americano che oggi dice che non è sul tavolo l’opzione dell’Ucraina nella Nato e che la Russia va reinserita nella comunità internazionale ci si aspetterebbero chiari e repentini passi avanti verso la pace. Ma accade esattamente il contrario. La Russia continua a rispondere a queste aperture con bombardamenti sulle strutture civili. E proposte ai tavoli negoziali buone per la propaganda interna, tipo denazifichiamo l’Ucraina“.

Israele deve fermarsi, i civili vanno salvaguardati

Detto questo il governo italiano continuerà a spingere sostenendo tutti gli sforzi per arrivare a una pace in Ucraina. “Da quelli di Trump, Erdogan e del Vaticano, per costringere la Russia a sedersi al tavolo in modo serio. L’Ucraina ha fatto tutto quello che doveva fare”. Sul fronte Gaza la premier ha ribadito, con buona pace della sinistra che la accusa di fiancheggiare il ‘sanguinario’ Netanyahu, che Israele deve fermarsi. “Occorre salvaguardare la popolazione civile. Io continuo a ritenere che gli attori chiavi di questa vicenda siano i paesi arabi e del Golfo”. Ultima finestra sui dazi. “Penso che il lavoro diplomatico che l’Italia ha fatto per favorire un avvicinamento sia stato molto utile. Dopodiché, il dossier in sé non è nelle nostre mani, è nelle mani della Commissione”.

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di Romana Fabiani - 5 Giugno 2025