
La replica al Senato
Meloni, lezione da statista a Conte: “Ha firmato accordi sulle armi senza rispettarli. Io sulla pace mi ispiro agli antichi Romani”
Un’ora di replica, al Senato, prima di volare all’Aja per il vertice della Nato, al quale parteciperà – in veste di spettatore rancoroso a capo dei “pacifinti” – anche il leader del M5S Giuseppe Conte. Giorgia Meloni, stamane, al Senato, ha restituito all’aula la visione “unitaria” del centrodestra a fronte di una frammentazione dell’opposizione che sulla politica estera, da mesi, va in ordine sparso. E nelle ore in cui la fragile tregua tra Israele e Iran fa discutere, la premier assolve il presidente Usa. “Non sono d’accordo che il caos sia stato generato da Trump. Mi sembrano semplificazioni. Vero è che c’è una situazione di crescente caos, ma non inizia oggi”, ha detto Meloni. “Siamo ancora fiduciosi che si possa andare avanti con una tregua tra Israele e Iran e che si possa tornare alle negoziazioni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni al Senato, in vista del Consiglio europeo di giovedì. Per la presidente del Consiglio c’è la consapevolezza che “la situazione in Medio Oriente è ancora complessa. Vedremo nelle prossime ore quale sarà l’evoluzione degli eventi”. ”Dopo la violazione della tregua, ora la situazione si è complicata. Israele potrebbe reagire a questa violazione di Teheran “con una risposta, si spera, misurata”.
Parlando dell’attacco iraniano contro alcune basi statunitensi in Medio Oriente, Meloni ha assicurato che “non ci sono coinvolti civili e militari italiani”. “L’attacco è sembrato da subito simbolico. Gli Usa erano stati avvertiti e i missili sarebbero stati quasi tutti intercettati”, ha aggiunto.
La sintesi della posizione italiana sugli scenari bellici, arriva da lontano:”Sulla difesa io la penso come i romani: si vis pacem, para bellum… (Se vuoi la pace, prepara la guerra ndr). Quindi la difesa non per attaccare qualcuno. Anzi, piuttosto se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi, si possono più facilmente evitare conflitti”.
Meloni al Senato inchioda Conte
Poi è arrivato il momento della “resa dei Conte”, con i grillini. “Colleghi del M5S, io vorrei tanto essere Giuseppe Conte invece sono Giorgia Meloni, nella vita non si può sempre essere fortunati…”, ha risposto in modo ironico la Meloni nel corso delle repliche nell’Aula del Senato in seguito alla discussione generale sulle comunicazioni della premier in vista del prossimo Consiglio europeo. “Sulle spese di difesa ieri il presidente Conte ha detto che non ha sottoscritto l’impegno del 2%. È stato ripetuto anche in quest’Aula ma una firma è una firma signori, e quella firma è stata messa – ha ricordato la premier –. Io sono d’accordo con quell’impegno che Conte aveva assunto. Su questo non troverete polemiche da parte della sottoscritta perché sono sempre stata convinta che noi avessimo necessità di rafforzare la nostra difesa”. “Conte ha sottoscritto questo impegno dopodiché ha ritenuto ‘io lo sottoscrivo, ma non lo rispetto’. Non è il mio modo di fare e penso che sia anche quello che, per lungo tempo, ha fatto percepire l’Italia come una nazione non affidabile. Io voglio che l’Italia oggi sia una nazione affidabile”, ha concluso Meloni.
Poi, sulle diverse polemiche sul ruolo dell’Italia che conta o non conta, la premier è stata lapidaria: “Io vivo una realtà molto diversa: mi pare che ci sia una differenza abbastanza abissale tra la realtà che io percepisco all’estero, tra la realtà che gli italiani che lavorano all’estero percepiscono, tra la realtà che si legge sulla stampa internazionale e quello che l’opposizione dice. La differenza è data dal fatto che io non considero la politica estera fatta di foto opportunity, le cose che faccio sono molto di più di quelle che spesso condivido pubblicamente, perchè ho sempre pensato che nel tentativo di farsi vedere si rischino molti errori e conosco la responsabilità che ho sulle spalle. In ogni caso non penso che alla fine posso giudicare io se conto qualcosa e non penso che alla fine lo possa giudicare nessuno di noi. Gli unici veramente titolati a giudicare se oggi l’Italia conti più o meno del passato sono gli italiani, che quando arriverà il momento ci diranno che cosa ne pensano”.
Il ruolo dell’Italia nel contesto europeo
“Credo nel multilateralismo, ma il multilateralismo, se vuole tornare a contare, deve fare anche i conti con i suoi errori. Anche il tema di un’organizzazione delle Nazioni unite che non è stata capace di riformarsi in questi anni indebolisce il sistema. Noi abbiamo una situazione totalmente cristallizzata alla fine della Seconda guerra mondiale, che non tiene minimamente in considerazione il cambio degli scenari che stiamo vivendo e che mortifica un pezzo fondamentale di mondo. Quindi anche questo indebolisce il multilateralismo, quindi ritengo che il tema del nazionalismo sia una semplificazione da questo punto di vista”, ha poi detto il presidente del Consiglio. Poi, sulle accuse di sovranismo: “Non credo che sia colpa del nazionalismo e che sia il nazionalismo che vuole indebolire l’Europa, penso che l’Europa si sia indebolita abbastanza da sola e penso che si sia indebolita grazie a quelli che pensavano che l’Europa dovesse essere un super Stato burocratico che controllava qualsiasi cosa e limitava la possibilità degli Stati nazionali di esprimersi. E questo non ha avvicinato, ha allontanato i cittadini al sistema europeo”.