
Il testamento spirituale
Marina Berlusconi: “Due anni senza papà, per lui la guerra era la follia delle follie”
Sono trascorsi due anni dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Tra le celebrazioni ufficiali, i ricordi nelle aule parlamentari e le riflessioni social sull’ex premier spicca quello della figlia Marina. La primogenita in un lungo colloquio con Alessandro Sallusti rilegge le ultime parole scritte dal padre in ospedale due giorni prima di morire. È stata lei a volere fortemente la pubblicazione di quel manoscritto di cui custodisce gelosamente l’originale.
Marina Berlusconi rilegge il manoscritto del padre
“Ero lì con lui, in quella camera del San Raffaele di Milano“, raccontò nella prefazione del libro di Paolo Del Debbio che un anno fa ne ha svelato l’esistenza. “Era il primo pomeriggio di sabato 10 giugno, quando scrisse queste righe. E non potrò mai, mai dimenticare. Nemmeno lo voglio”. Oggi non esita a definirsi “stupita e commossa” nel ripercorrere quelle parole. “Sembrano proprio un messaggio universale, che va ben oltre la politica. In un mondo che pare avere un disperato bisogno di unità e dialogo, le sue ultime righe assumono un significato ancora più profondo”.
Una manifesto liberale potente e lungimirante
Quelle quattro pagine sono un manifesto liberale che Marina definisce “potente, soprattutto guardando a ciò che accade nel mondo. È stato uno dei più convinti sostenitori di una maggiore unione tra i Paesi europei. E già nel ’94 auspicava una politica estera comune e una difesa comune”. Oggi però molti considerano una maggiore integrazione europea come perdita di sovranità nazionale. Cosa direbbe il Cavaliere? “È stato tra coloro che hanno anticipato quella che si potrebbe definire una nuova forma di patriottismo”, risponde la primogenita del fondatore di Forza Italia. “Un patriottismo europeo, sempre ovviamente nel quadro di un legame di ferro tra le due sponde dell’Atlantico. Sono le stesse idee che hanno ispirato e continuano a ispirare Forza Italia”.
Per Silvio la guerra era la follia delle follie
Per il Cavaliere, aggiunge Marina Berlusconi, la guerra è “la follia delle follie”. “Leggere queste righe mentre in tre continenti imperversano violenti conflitti, mi fa pensare che se nel mondo ci fosse un po’ più di Silvio Berlusconi, be’ forse si starebbe meglio: ci sarebbe più buonsenso e meno sofferenza”. Dal testamento spirituale traspare la vita di un uomo che per quasi metà della sua esistenza ha dovuto lottare per una giustizia “giusta”.
Se la giustizia non funziona il Paese fallisce
“La riforma della giustizia è e deve restare una priorità. Perché un Paese in cui la giustizia non funziona è un Paese destinato a fallire. Certo, non mi illudo che basti una riforma per restituire questo Paese alla piena civiltà giuridica, ma penso che rappresenterebbe decisamente un importante passo avanti. E poi servirebbe anche altro. Andrebbe introdotta – prosegue Marina Berlusconi – una vera e propria responsabilità civile dei magistrati, in nome di un principio sacrosanto che dovrebbe valere anche per loro: è giusto che chi sbaglia risponda dei propri errori”.
Il ricordo di Meloni, Salvini, La Russa
Sono in tanti nel mondo politico a ricordare Berlusconi. A Cominciare da Giorgia Meloni che ha affidato a X le sue parole: “Sono passati due anni da quando ci ha lasciati Silvio Berlusconi. Voglio ricordarlo come imprenditore visionario e leader politico che ha creduto in un centrodestra unito e in una Nazione forte e autorevole. Questa sua eredità vive nelle battaglie di libertà e di buongoverno che continuiamo a portare avanti”. Più laconico Matteo Salvini che scrive: “Amico mio, ci manchi”. Ignazio La Russa ricorda “con affetto Silvio Berlusconi, un protagonista assoluto della storia italiana. Capace di cambiare profondamente il rapporto tra politica, società e comunicazione, Silvio ruppe gli schemi, lasciando un’impronta che va ben oltre la politica. Per me è stato un amico e una figura importante perché con lui si poteva discutere, sorridere, immaginare, costruire. Oggi resta il vuoto, ma anche una traccia profonda e indelebile nella storia della Nazione”.