
Bilaterale con l'omologa Usa
Lollobrigida sulla guerra dei dazi: “Il mercato americano non è sostituibile”
Sulla guerra dei dazi, il mercato americano “non è sostituibile, non comprendo chi ci invita a cercare alternative, magari con partner a Est del pianeta”: lo dice al “Messaggero” il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ieri ha incontrato a Roma la segretaria all’Agricoltura Usa Brooke Rollins. “Ma non è solo una questione commerciale – spiega l’esponente di FdI – rafforzando le nostre economie, facciamo in modo che le democrazie e i Paesi liberi garantiscano condizioni di vita migliori ai propri cittadini di quanto fanno le autocrazie. Un concetto ancora più importante adesso, mentre festeggiamo il 79mo anniversario della nostra Repubblica: se lo facciamo, è proprio perché nel’43 gli americani arrivarono in Italia”.
Lollobrigida ha ricordato alla sua omologa americana che “i prodotti italiani di eccellenza esportati negli Usa sono un buon affare anche per le loro imprese. Circa due terzi del prezzo finale di vini, aceti balsamici o oli d’oliva restano agli importatori, ai distributori e al retail americani”. Soprattutto, sulla battaglia dei dazi, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – dopo il bilaterale di ieri – è rinfrancato: “L’approccio è lo stesso. C’è buona volontà da parte nostra e loro di trovare una soluzione che metta in condizione di far crescere le economie europea e statunitense”.
Bilaterale di Lollobrigida con Rollins (responsabile Usa all’Agricoltura)
La minaccia di Trump di alzare i dazi su acciaio e alluminio non rasserena gli animi, fa notare l’intervistatore a Lollobrigida: “Quando ci sono trattative in corso, non conviene mai soffermarsi sui particolari, sugli annunci. Siamo partiti con l’ipotesi di dazi al 200 per cento sul vino. Nell’incontro di ieri con la segretaria Rollins ci siamo trovati d’accordo su un contesto che va ben oltre le vicende dell’agroalimentare”. E rimarca sotto questo riguardo “i rapporti indissolubili tra noi e gli Stati Uniti, basati su valori e principi di libertà che devono metterci in condizione di dialogare in modo diverso rispetto ai Paesi terzi. Che non hanno gli stessi dettami istituzionali”.
Quanto a come si traduca tutto questo nello scacchiere mondiale, è presto detto con le parole della stessa Rollins, che il ministro ha ricordato: “Per gli americani l’Italia è il ponte per dialogare con la Ue, mentre il presidente Trump considera Giorgia Meloni una persona speciale”. Sul fronte dell’agricoltura, “Rollins ha sottolineato che l’import italiano dagli Stati Uniti è troppo ristretto. E abbiamo proposto un tavolo tecnico per verificare se ci sono le condizioni per incrementare gli acquisti: noi, per esempio siamo importatori di soia”.
Dazi, Lollobrigida invitato dal governo americano in Texas
Non sarà un tavolo unilaterale: “Assolutamente no. Sarà un consesso dove si confronteranno gli importatori e i produttori di entrambi i Paesi del settore agrifood. Proprio per non perdere tempo, ieri sera abbiamo fatto incontrare sull’Amerigo Vespucci Rollins con i rappresentanti del mondo associativo e una prima delegazione dei nostri principali imprenditori del vino o delle eccellenze italiane. Ma – aggiunge – ci saranno altre occasioni, esempio già il 28 giugno negli Stati Uniti al Fancy Food e la stessa segreteria mi ha invitato nel suo Texas”.
Rollins ha chiesto alla Ue di allentare le restrizioni attraverso regolamentazioni che però difendono la biodiversità del nostro cibo: “Alcune norme comunitarie, penso al Green Deal, hanno finito soltanto per indebolire la produzione europea a vantaggio di terzi che non rispettano alcuna regola sull’ambiente. Detto questo, se gli Stati Uniti chiedono di allentare alcuni vincoli burocratici siamo d’accordo. Siamo contrari, se invece queste regole servono per garantire la salubrità del nostro cibo, come le indicazioni di provenienza geografica. Ma non credo – ha concluso Lollobrigida – che sia questo il caso, perché il segretario alla Salute, Robert Kennedy jr ha lanciato il ‘Make America HealthyAgain'”.