
L'importanza della natura
L’educazione al rispetto dell’ambiente è un valore costituzionale: la tutela del paesaggio e della salute sono aspetti fondamentali
Pubblichiamo l’intervento del commissario straordinario del Pnal (Parco nazionale dell’appennino lucano), Antonio Tisci, presso l’università di Salerno:
Ambiente e ambizione hanno la stessa etimologia. Entrambe le parole richiamano l’idea di circolarità, dell’andare incontro. I greci utilizzavano la parola Kosmos sia per indicare l’universo che per indicare l’ordine in contrapposizione al Kaos. La parola latina universum nell’indicare l’insieme delle cose richiama in sé l’idea dell’andare verso l’uno. Le nostre radici ellenistiche e romane ci insegnano che l’ambiente, nella sua circolarità ruota su qualcosa, quel qualcosa non può che essere l’uomo. Negli anni ’70 del secolo scorso Berry Commoner fissò le quattro regole dell’ecologia: la prima legge dell’ecologia: ogni cosa è connessa con qualsiasi altra. La seconda legge dell’ecologia: ogni cosa deve finire da qualche parte. La terza legge dell’ecologia: natura è l’unica a sapere il fatto suo. La quarta legge dell’ecologia: non si distribuiscono pasti gratuiti.
Quattro regole piuttosto semplici che hanno costruito l’approccio dell’ecologismo. La terza legge, però, è stata per troppo tempo utilizzata a sproposito per immaginare un mondo nel quale il corretto equilibrio naturale sia raggiungibile soltanto senza l’intervento dell’uomo. L’uomo, però, non solo è parte essenziale del sistema naturale ma è proprio il centro di quella circolarità di cui alla comune etimologia di ambiente ed ambizione.
Equilibrio naturale e il rapporto con l’uomo: tutelare l’ambiente
Se, infatti, la natura è in grado sempre di trovare da sola il suo equilibrio e l’uomo è l’unico essere vivente in grado di modificare l’ecosistema anche allontanandolo dal suo punto di equilibrio, non è vero che gli equilibri di natura sono sempre favorevoli all’uomo. Un’alluvione o un’epidemia sono assolutamente naturali, ma non possono essere tollerate dall’uomo che deve adoperarsi per contrastarle, per mitigarne gli effetti e per superarne i danni. L’uomo, del resto, valuta in maniera speciale non solo la popolazione umana nel suo complesso ma anche il singolo individuo. La natura, insomma, conosce come raggiungere e preservare i suoi equilibri. L’uomo, giustamente, non è sempre disposto ad accettarli, perché la natura non conosce la singolarità e il valore dell’essere umano, di ogni singolo essere umano nella sua unicità.
Un approccio autentico alla tutela dell’ambiente, quindi, non può che partire dalla considerazione della complessità. L’ecosistema o, meglio, gli ecosistemi sono per loro natura complessi. Quindi, all’ecologia scientifica va aggiunta l’ecologia economica e l’ecologia sociale con la considerazione che, se l’ecologia studia le relazioni tra gli esseri viventi e l’ambiente in cui vivono e tutto è connesso, non può non tenersi in considerazione la connessione esistente tra l’ambiente e la società che su quest’ambiente vive e opera.
Costruire un modello per la difesa dell’ambiente
In questo va costruito un modello di difesa ambientale che superi ogni visione ideologica ricordando che, per dirla con San Tommaso d’Aquino, “la relazione reale consiste in una qualche forma di ordine tra due realtà, e le modalità di relazione e la modalità di ordine si corrispondono e vi saranno tanti tipi di relazione quanti sono i modi in cui una cosa si può ordinare a un’altra” e che ogni relazione è un ordine gerarchico tra le parti: come il cuore è prima parte nell’animale, e come le fondamenta sono la prima parte nella casa, così l’uomo è la prima parte dell’ecosistema, il suo fondamento, la misura di tutte le cose.
Per troppo tempo qualcuno ha visto nelle aree protette un accumulo irrazionale ed ingestibile di vincoli e di regole quasi che non fosse possibile né necessario favorire la vita sociale ed economica nei Parchi, quasi che non fosse necessario costruire una relazione importante tra la natura e la società che ivi vive e opera. Non è un caso se la legge istitutiva delle aree protette assegni ai Parchi il compito non soltanto di tutelare la biodiversità ma anche di promuovere il turismo, l’agricoltura e l’artigianato e, aggiungo io, tramite queste superare il concetto di educazione ambientale per arrivare all’idea di ambizione ambientale.
La protezione ambientale è legata ai valori costituzionali
La protezione dell’ambiente in Italia nasce dalla sommatoria dei valori costituzionali della tutela del paesaggio e di quella della salute, due aspetti che inequivocabilmente costruiscono la relazione tra l’uomo e la natura centralizzandola proprio sull’umanità reale e concreta e intorno alla sua centralità. L’ambizione ambientale è rendere la difesa dell’ambiente utile. La migliore ambizione ambientale è far capire che quel paesaggio, quella tipicità, quella forma di vita costituiscono la struttura stessa del mitsein, del con essere che costruisce la società e di quest’ultima la migliore trazione, il miglior motore.
L’importanza delle aree meridionali
Le aree interne del mezzogiorno soffrono lo spopolamento, si stanno lentamente svuotando. Se i parchi continuano ad essere, anche soltanto nell’immaginario collettivo, enti finalizzati a rallentare le pratiche per realizzare una staccionata non sono utili per la pastorizia e l’agricoltura, se continuano ad essere soltanto enti che impongono vincoli non sono utili per gli uomini che ci vivono e che sono il centro stesso dell’ecosistema di quei luoghi. Noi dobbiamo immaginare i parchi come strumenti di politiche economiche per le aree interne, soprattutto i parchi meridionali, lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di trasformare le tutele ambientali in certificazioni di qualità dei prodotti agroalimentari, le tutele paesaggistiche in azioni di sviluppo turistico, le azioni di difesa in ricerca. Questo è l’autentica azione di tutela e di ripristino, scevra da ogni ideologia che abbiamo il dovere di compiere.