
Altro che referendum
Lavoro, anche nel 2025 numeri da record: occupazione al 62,7% e 141mila posti in più in tre mesi. E Landini muto
Cresce l'occupazione a tempo indeterminato, mentre diminuisce quella a tempo determinato: su base annua i posti di lavoro in più sono 432mila. Foti: «Un segnale inequivocabile»
Prosegue la crescita dell’occupazione: nel primo trimestre 2025 non solo aumentano gli occupati, ma aumentano quelli a tempo indeterminato a discapito di quelli a tempo determinato. Dunque, una crescita che si misura sia in termini di quantità, che in termini di qualità. Con buona pace di chi sul lavoro è capace solo di proporre referendum fallimentari. A ribadirlo è stata Giorgia Meloni, commentando gli ultimi dati Istat che confermano la crescita dei posti di lavoro in Italia: 141mila in più rispetto al trimestre precedente e 432mila su base annua. «E si tratta per di più di lavoro di qualità, perché quelli che aumentano sono i contratti a tempo indeterminato, aumenta il lavoro autonomo, diminuisce il lavoro precario», ha detto la premier, intervenendo in videocollegamento all’evento per i 25 anni di Libero. Con questa rilevazione sono ormai dieci i trimestri che registrano il trend positivo del mercato del lavoro: segno, ha rivendicato il presidente del Consiglio, dell’efficacia delle politiche del governo nel creare un’occupazione stabile e combattere davvero il precariato.
Meloni sui dati Istat: cresce il lavoro di qualità, diminuisce il precariato
Meloni ha poi voluto dedicare il traguardo a Silvio Berlusconi, nel giorno dei due anni dalla scomparsa: «Sul milione di posti di lavoro costruì una delle sue campagne più efficaci, penso che sarebbe fiero di noi nel vedere che abbiamo raggiunto quel milione di nuovi occupati in due anni e mezzo». Con i nuovi occupati il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni sfonda un ulteriore record, dopo quelli segnati lo scorso anno, attestandosi al 62,7% (+0,9 rispetto al primo trimestre 2024), per un numero assoluto stimato in 24 milioni 76mila lavoratori, con un aumento più accentuato tra i 50-64enni e nel Sud. «Oggi – ha aggiunto a proposito Meloni – abbiamo nominato Luigi Sbarra sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Sud perché qual è il messaggio che voglio dare? Vogliamo continuare a rafforzare l’occupazione nel Mezzogiorno, perché il Mezzogiorno in questo periodo è stato da questo punto di vista la locomotiva d’Italia, è cresciuto più della media nazionale».
I dati Istat sull’occupazione: cresce il lavoro a tempo indeterminato
Nel dettaglio i 141mila occupati in più rispetto al trimestre precedente sono il risultato di una crescita dei dipendenti a tempo indeterminato pari a 143 mila unità (+0,9%) e degli indipendenti (+18 mila, +0,3%), che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-20 mila, -0,8%). Aumenta anche il numero di disoccupati (+16 mila, +1,0% in tre mesi), mentre diminuisce quello degli inattivi di 15-64 anni (-157 mila, -1,3%). Dunque, oggi in Italia non solo ci sono più occupati, ma ci sono anche più persone che cerano lavoro: un’ulteriore segnale positivo, di dinamismo e fiducia. Anche su base annua si registra la stessa dinamica: i 432mila posti di lavoro in più sono dovuti all’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+4,0%) che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-6,7%) e degli indipendenti (-0,4%); diminuisce il numero di disoccupati (-217 mila in un anno, -11,0%) e, dopo due trimestri di crescita, torna a ridursi quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-95 mila, -0,8%). Cresce anche il numero delle ore lavorate: nel primo trimestre 2025 è aumentato dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del primo trimestre 2024.
Foti: «L’Istat certifica un risultato senza precedenti»
«I nuovi dati Istat sul mercato del lavoro certificano un risultato senza precedenti, frutto di una visione chiara da parte del governo Meloni, di scelte coraggiose e di politiche che finalmente stanno dando risultati concreti», ha commentato il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, registrando anche il «segnale inequivocabile» trasmesso dal fatto che «cresce il lavoro stabile, cresce l’occupazione di qualità, solida e duratura». Si tratta di «una differenza netta rispetto alle ricette fallimentari del passato, fondate su bonus a pioggia e reddito di cittadinanza, prive di visione e prospettiva». «Il governo Meloni – ha rivendicato Foti – ha puntato su politiche attive per il lavoro, sul sostegno concreto alle imprese e sulla valorizzazione del capitale umano. Oggi i numeri parlano chiaro: continueremo con determinazione su questa strada perché in Italia il lavoro non sia un privilegio ma una certezza, e perché crescita economica e dignità sociale camminino insieme».
L’ironia social di FdI verso Landini e Schlein: «Su occupazione, quorum superato»
«Su occupazione, quorum superato», si legge in un post sulle pagine social di FdI, che rilanciano i dati, mentre un altro chiede: «Landini e Schlein, volete una spiegazione alla vostra recente sconfitta?». «Eccola», è la risposta del partito della premier, che posta una locandina con il dato sui 432mila occupati in più che campeggia sulla foto del segretario della Cgil e la segretaria dem.
Durigon: «Questi numeri solo la migliore risposta a Landini»
«Anche i dati Istat sul lavoro nel primo trimestre dell’anno sono straordinari», ha commentato il sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, Claudio Durigon. «L’occupazione continua ad aumentare, siamo addirittura a livelli mai raggiunti dal 2004 nelle serie storiche trimestrali, crescono soprattutto i posti di lavoro a tempo indeterminato che ci fanno ben sperare per il futuro. Questi numeri – ha aggiunto – incontrovertibili sono la migliore risposta a chi come il segretario della Cgil Maurizio Landini ha fatto credere ai cittadini italiani in maniera puramente demagogica che serviva un referendum per incidere sulle politiche sul lavoro quando invece questo governo si è prodigato da subito, facendo bene e tanto».
Capone: «Segnale incoraggiante: un rafforzamento delle dinamiche di inclusione lavorativa»
Dei dati Istat sull’occupazione come di un «segnale incoraggiante per il nostro Paese» ha parlato poi il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone. «Testimoniano un rafforzamento delle dinamiche di inclusione lavorativa e vanno letti come il frutto di misure concrete», ha sottolineando, spiegando che l’Ugl «guarda con favore agli interventi messi in campo dal governo».