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300mila posti di lavoro in più e boom di contratti a tempo indeterminato

I dati Inps

Lavoro, 300mila posti in più. Ed è record di contratti a tempo indeterminato. Calderone: «I numeri ci danno ragione»

Nel primo trimestre del 2025, 213.000 contratti a tempo determinato sono diventati stabili: si tratta del 7% in più rispetto al 2024. FdI: «Bandito il reddito di cittadinanza non solo cresce il lavoro, ma cala la disoccupazione»

Economia - di Agnese Russo - 30 Giugno 2025 alle 17:29

L’ultima conferma arriva dall’Inps: in Italia non solo cresce l’occupazione, ma cresce quella a tempo indeterminato. A marzo 2025, il saldo annualizzato del mercato del lavoro presenta un incremento di 300.000 posizioni nel settore privato, misurato come differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi. Il valore, spiega l’Istituto, riflette una variazione tendenziale positiva su base annua, con un incremento di +322.000 contratti a tempo indeterminato. Al contrario, le altre tipologie contrattuali registrano una diminuzione, con -22.000 rapporti, principalmente a causa del calo dei contratti stagionali e a tempo determinato.

In tre mesi 213mila contratti passati da tempo determinato a tempo indeterminato

I dati sono forniti dall’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps ed evidenziano anche che nel primo trimestre del 2025 si sono verificate 213.000 trasformazioni da contratto a tempo determinato, in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024. «Più posti di lavoro, più stabili, meno contratti a tempo determinato: l’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps conferma il trend positivo dell’occupazione in Italia», ha commentato il ministro del Lavoro, Marina Calderone.

Il ministro Calderone: «I numeri ci danno ragione»

«Le nostre politiche – ha sottolineato – hanno seguito un doppio binario: non mettere in competizione il lavoro con il sussidio e incentivare i contratti a tempo indeterminato. I numeri ci stanno dando ragione da due anni e mezzo a questa parte. Adesso il nostro obiettivo deve essere quello di portare nel mondo del lavoro sempre più giovani e più donne, soprattutto al Sud».

Dai dati emerge anche che le conferme dei rapporti di apprendistato, al termine del loro periodo formativo, sono aumentate del 10%, passando da 28.000 a 31.000. Le cessazioni nel primo trimestre del 2025 ammontano a 1.495.000, registrando una riduzione del 4,2% rispetto all’anno precedente. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai contratti intermittenti e stagionali, con rispettivamente un aumento delle cessazioni del 5% e del 2%.

Durigon: «Dati che parlano di un lavoro di qualità: era il nostro obiettivo»

Per il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon si tratta dell’«ennesima conferma che restituisce la misura di un mercato che non solo continua a camminare, ma produce lavoro di qualità che auspicavamo da quando ci siamo insediati». In particolare, ha aggiunto, «quel 7% in più di contratti stabili, come trasformazioni da contratti a tempo determinato è un dato significativo che merita di essere rimarcato come risultato di una grande attività che ci siamo impegnati a mettere in campo per dare maggiori sicurezze alle famiglie italiane». Il quadro, dunque, «è positivo come già altri indicatori economici hanno certificato: oltre un milione di posti di lavoro creati da quando siamo al governo, contratti a tempo indeterminato in crescita, calo per quelli a bassa produttività, il che significa dare più stabilità e sicurezza alle vite dei nostri lavoratori».

Bignami: «Senza reddito di cittadinanza, più contratti stabili e meno disoccupazione»

Il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, ha sottolineato che «banditi reddito di cittadinanza e scelte meramente assistenziali, non solo si registrano più contratti stabili, ma si attesta inoltre un calo della disoccupazione». «La strada maestra è stata tracciata: obiettivo di questo esecutivo e di FdI resta quello di garantire agli italiani sempre più stabilità e crescita e ci impegneremo per rispettare l’impegno preso con loro», ha quindi rivendicato Bignami.

Anche il deputato di FdI, Marco Cerreto, ha sottolineato che «la grande crescita occupazionale registrata in Italia nel 2023 e nel 2024 dipende in larga parte dall’inserimento nel lavoro regolare di ex percettori di Rdc, il quale si è dimostrato una barriera verso il lavoro regolare». «È stata anche smentita – ha aggiunto – la narrazione secondo cui i percettori di Rdc, avendo bassa scolarizzazione, non avrebbero trovato lavoro».

 

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di Agnese Russo - 30 Giugno 2025