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Maurizio Landini

Lotta dura. Ma contro chi?

Landini dice no a 150 euro di aumento per i lavoratori: meglio continuare a dare addosso al governo

L'esecutivo ha messo sul tavolo 20 miliardi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, ma Cgil e Uil rifiutano di firmare. L'ira della Cisl: «Siamo fermi perché c'è qualche sigla che non intende rinnovare questi contratti»

Politica - di Sveva Ferri - 12 Giugno 2025 alle 13:51

Da un lato tuona contro la povertà salariale, dall’altro dice no a un aumento medio di 150 euro al mese lordi per i lavoratori del pubblico impiego. Alimentando i sospetti che, più che gli interessi dei lavoratori, il faro siano quelli politici. Maurizio Landini, anche dopo la batosta dei referendum o forse ancora di più dopo la batosta dei referendum, continua a mantenere la linea del muro contro muro nella trattativa per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego attesi da tempo (attualmente si discute la tornata 2022-2024) e per i quali il governo ha messo sul tavolo 20 miliardi. Al suo fianco trova la Uil di Pierpaolo Bombardieri, ma non la Cisl e altre sigle coinvolte nelle trattative.

L’ira della Cisl: «Il settore pubblico ha a disposizione 20 miliardi, ma siamo fermi per via di qualche sigla»

«Il settore pubblico oggi ha a disposizione 20 miliardi per tre tornate contrattuali, ma siamo fermi perché c’è qualche sigla che non intende rinnovare questi contratti», ha detto la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, a Perugia a margine del XX congresso nazionale della Fnp Cisl, che si è tenuto un paio di giorni fa. C’era appena stato all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, l’ultimo tavolo negoziale sui lavoratori degli enti locali, andato nuovamente a vuoto per le richieste fuori portata di Cgil e Uil. Alle due sigle non è bastato neanche che, in aggiunta agli aumenti, il governo, attraverso il recente decreto sulla Pubblica amministrazione, abbia già previsto misure specifiche per il comparto, come il superamento del tetto del trattamento accessorio per i Comuni virtuosi e la possibilità, per gli enti capaci di autofinanziarsi, di incrementare i rinnovi fino al 9%, superando il 6% previsto a livello generale.

L’appello dell’Aran: «Serve responsabilità di tutte le parti»

«Il contratto del comparto enti locali è una priorità, ma non si può ignorare il quadro di risorse definito dalla legge», ha dichiarato al termine dell’incontro, Antonio Naddeo, presidente Aran, ricordando che il governo «ha già introdotto strumenti importanti, ora serve la responsabilità di tutte le parti per trovare un punto di equilibrio. Rimanere fermi su posizioni inconciliabili non giova né ai lavoratori né alla pubblica amministrazione». «Il rischio, sempre più concreto, è che lo stallo – ha avvertito Naddeo – comprometta alcune importanti innovazioni già concordate, tra cui il miglioramento delle relazioni sindacali, l’erogazione del buono pasto anche in modalità di lavoro agile, nuove regole per le progressioni verticali e interventi di riordino nell’ordinamento del personale».

Perché Landini dice no a 150 euro di aumento per i lavoratori?

La Verità oggi dedica alla vicenda un lungo articolo nel quale spiega che la platea degli enti locali coinvolge 400mila lavoratori, che uno stallo simile si registra anche per il comparto della sanità, che di lavoratori interessati dal rinnovo contrattuale ne conta 580mila, e che nel complesso il “no” di Cgil e Uil blocca gli aumenti salariali per 2 milioni e 300mila lavoratori. Gli aumenti proposti dal governo si aggirano intorno al 7%. Si tratta di una cifra record, che ha comportato uno sforzo importante in termini di stanziamento. Ma per Cgil e Uil non è abbastanza: chiedono il 15%. All’inizio poteva essere considerata una strategia negoziale per arrivare a spuntare una cifra più alta di quella proposta, ma comunque sostenibile. L’andamento della contrattazione, però, sembra indicare che non sia così. «L’impressione – scrive Tobia De Stefano, che firma l’articolo – è che i due sindacati non vedano l’ora di soffiare sul fuoco dello scontro. Se il governo dovesse agire unilateralmente avrebbe l’occasione di gridare all’esproprio delle risorse, all’esecutivo autoritario ecc ecc. Insomma Landini, con l’avallo dell’inspiegabile posizione di Bombardieri, avrebbe modo di rispolverare l’armamentario retorico che gli è più caro. Tanto se i lavoratori continuano a restare con il cerino in mano ai sindacalisti duri e puri poco importa».

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di Sveva Ferri - 12 Giugno 2025