
Iran
L’ambasciatore israeliano in Italia: “Ci siamo difesi, Teheran minaccia anche Roma e Parigi”
Jonathan Peled: "L'ambasciata ha adottato misure di sicurezza, come in tutto il mondo. L'asse tra Iran e Mosca è un pericolo per l'Europa. Non possiamo permettere che un regime terrorista possieda armi nucleari
Rischi di attacchi all’Occidente da parte dell’Iran, massima sicurezza del personale e della comunità israeliana, attacchi frontali ad Hamas. Nel corso del briefing con la stampa a Roma, l’ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Peled, ha commentato le reazioni dell’Italia agli attacchi notturni contro obiettivi strategici iraniani.
“Abbiamo ascoltato quanto dichiarato dai leader politici italiani, dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani a Matteo Salvini, fino al ministro della Difesa Guido Crosetto e ad altri esponenti politici”, ha detto Peled. “Esprimono preoccupazione, ma allo stesso tempo riconoscono il diritto di Israele a difendersi. E a prendere le necessarie precauzioni per eliminare la minaccia nucleare, non solo per sé stessa ma anche per l’Europa”.
L’ambasciatore israeliano a Roma alla stampa
Peled poi ha spiegato le precauzioni adottate dall’ambasciata per garantire la sicurezza del personale e della comunità israeliana. “Purtroppo siamo consapevoli delle misure di sicurezza adottate in tutto il mondo. E l’ambasciata in Italia non fa eccezione. Da sempre siamo sotto sorveglianza di sicurezza e ringraziamo i servizi italiani per l’assistenza e la protezione che ci forniscono. Nulla è cambiato”, ha chiarito l’ambasciatore. “Abbiamo solo deciso di adottare misure precauzionali, non ricevendo pubblico nel nostro consolato e mantenendo tutto chiuso. Credo che dalla prossima settimana potremo riprendere le attività normalmente. Ci sentiamo al sicuro e ben protetti”.
L’Iran potrebbe colpire Roma o Londra
Poi ha avvertito l’Europa dei rischi diretti che arrivano dal regime iraniano. “Perché sviluppare missili che possono colpire Roma o Londra, se basterebbe arrivare a Tel Aviv e Gerusalemme? Credo che possiamo rispondere da soli a questa domanda”, ha detto Peled. Difendendo l’azione militare di Tel Aviv si è detto convinto che “rimuoverà la minaccia non solo da Israele, non solo dai Paesi del Golfo e del Medio Oriente, ma anche dall’Europa, contribuendo alla sua sicurezza. Non possiamo permettere che un regime terrorista possegga armi nucleari”. Peled ha inoltre definito “di grande preoccupazione per l’Europa” anche l’alleanza tra Teheran e Mosca. “Considerando la guerra in corso tra Russia e Ucraina, la collaborazione iraniana con la Russia è di grande rilevanza e dovrebbe preoccupare molto anche l’Europa”.
La guerra a Gaza non è finita, Hamas crudele
Durante il briefing con la stampa l’ambasciatore israeliano ha ribadito che il conflitto nella Striscia di Gaza non è ancora terminato. “Purtroppo la guerra a Gaza non è ancora finita. Stiamo combattendo contro un nemico molto crudele e cinico, chiamato Hamas. Un’organizzazione terroristica, e non un movimento di liberazione come molti in Europa ingenuamente vorrebbero pensare”, ha aggiunto. “Sappiamo con certezza che Hamas non vuole abbandonare le armi perché non ha rinunciato al suo tentativo di attaccare Israele di nuovo e di compiere un altro 7 ottobre”.
L’attacco rientra nel diritto all’autodifesa
L’attacco contro obiettivi militari e nucleari in Iran – ha continuato Peled davanti ai giornalisti – rientra pienamente nel diritto di Israele all’autodifesa. “Questa, a nostro avviso, è stata un’ultima necessaria azione per rimuovere la minaccia nucleare, parte del diritto di Israele a difendersi”. Il diplomatico ha spiegato che la decisione di ricorrere all’azione militare è maturata dopo anni di tentativi diplomatici falliti. “Avremmo preferito non dover ricorrere all’azione militare, ma purtroppo, dopo tanti anni di inganni iraniani e di negoziati in corso con Usa ed Unione europea, l’Iran è riuscito a ingannare tutti questi attori e a proseguire indisturbato il proprio programma nucleare. Abbiamo agito in un breve e decisivo momento per eliminare un pericolo concreto. È stato un atto di autodifesa, non di aggressione”.
L’ambasciatore d’Israele ha aggiunto di sapere “con certezza”, da fonti di intelligence, che Stati Uniti e Aiea hanno accertato come l’Iran abbia accelerato l’arricchimento dell’uranio negli ultimi mesi, “raggiungendo la capacità sufficiente per costruire sei bombe atomiche, e altre tre nei prossimi tre mesi-La seconda prova molto allarmante è che l’Iran ha accelerato la produzione di missili balistici, arrivando già a possederne centinaia. Ogni missile balistico trasporta oltre una tonnellata di esplosivo: 300 di questi missili equivalgono, in termini di distruzione, a una bomba nucleare”.