
La piazza del 21 giugno
La sinistra prepara un sabato “iraniano”, il Pd trema. Anche Delrio contro la deriva “ellytaria”: “Assurdo attaccare la Nato…”
Come cantava Sergio Caputo, “sembra un sabato qualunque, un sabato italiano…”, anzi no, un sabato “iraniano”. La parata pro Pal, pro Ayatollah, pro Hamas, pro chiunque non stia con la destra, rischia di trasformarsi in un cocktail politico micidiale per chi, nel Pd, si immagina in futuro al governo. E come chi, come Graziano Delrio, nei governi c’è già stato e sa che l’istinto della piazza mal si concilia con la real politik, che nel caso italiano rende impossibile qualsiasi forma di “intolleranza” nei confronti della Nato. L’Occidente è sotto quell’ombrello, militare, ma con tante implicazioni politiche e culturali e quell’Armata Brancaleone di sinistra che sabato a Roma scenderà in piazza contro il piano di riarmo Ue, contro la Nato e contro l’incremento delle spese militari, è un’astronave spedita sulla Luna con poca benzina e un overbooking suicida.
La piazza di sabato e i tormenti del Pd e di Delrio
Il Pd, ed Elly Schlein – che ha già dato forfeit – lo sa bene. Ecco perché solo qualche volontario, a titolo quasi personale, come Pierluigi Bersani, andrà a sfilare affianco ai partigiani, alle Ilarie Salis, ai Fratoianni, ai pro Pal anche un po’ pro Hamas, ai no Nato, ai no Israele, ai pro Ayatollah, ai Conte pro-tutto ciò che porta voti, ai pacifinti e ai paciveri. Oggi l’ex ministro dei governi Prodi, Graziano Delrio, al “Foglio” spiega il nodo politico della manifestazione “vengo io, no tu no” di sabato a Roma. “Ho tanti amici che vanno in piazza sabato, ovvio che nessuno sia a favore della guerra, ma quella manifestazione rischia di riportarci indietro di trenta o quarant’anni, contro la Nato. Il Pd? Qualcuno ci sarà, altri no. Io no”. Poi Delrio elogia la Meloni per il “bel colpo con Sbarra, che ha aperto il partito al centro davanti al mondo dei lavoratori e dei pensionati”.
La sinistra-sinistra, che si rifiuta perfino di incontrare il ministro Crosetto alla vigilia del vertice Nato, specula sulle divisioni del Pd. “Il Ps si muove con troppa cautela. Eppure oggi serve una posizione limpida: la logica del riarmo è anche incentivo alla proliferazione nucleare. Così l’Europa vive permanentemente sull’orlo della distruzione. Riflettano su che ruolo vogliono per il nostro continente: diplomazia e pace o subalternità ai venti di guerra? E’ come se ci stessimo abituando alla guerra, come se Hiroshima fosse diventata una prospettiva accettabile”.E sul dibattito politico intorno alla manifestazione il deputato di Avs conclude: “Trovo sgradevole che si parli solo di battibecchi tra partiti. Le 400 sigle che scendono in piazza vengono dal mondo pacifista, cattolico e ambientalista. Meritano rispetto. La politica invece è distratta…”.