
Lotta senza frontiere
La droga è un inganno, Papa Leone e governo (con Mantovano) dalla stessa parte: contro una schiavitù che annienta vita e animo
Una piaga che distrugge esistenze e intere famiglie e annienta l'essere. L'appello del Pontefice: «Su ogni dipendenza che degrada faremo prevalere la dignità». E il monito del sottosegretario: «Non esiste la distinzione tra "leggera" e "pesante"»
Droga, una piaga che distrugge la vita e annienta l’animo. L’appello di Papa Leone: «Su ogni dipendenza che degrada faremo prevalere la dignità». E il monito di Mantovano: non esiste la distinzione tra “leggera” e “pesante”.
Droga, il grido di allarme di Papa Leone, il monito di Mantovano
Richiami forti. Grida d’allarme che risuonano dalle più alte sfere, mentre la ferita ciclicamente sanguinante della tossicodipendenza continua a mietere vittime, silenziosamente ma inesorabilmente. In occasione della Giornata internazionale per la lotta alla droga, il Santo Padre ha elevato la sua voce, definendo «droga e dipendenze una prigione invisibile». Un male che, con un richiamo all’azione di governo, si combatte e «si vince insieme». Parole cariche di profonda umanità, che sottolineano la necessità di un fronte comune contro un nemico che corrode la società dalle fondamenta. Che stermina vite. Distrugge famiglie. Annienta le anime.
«La tossicodipendenza non è una scelta, ma una schiavitù»
Dunque, il Pontefice ha parlato di una «prigione invisibile»: e quale descrizione più calzante per una condizione che, pur non avendo sbarre o guardie, annienta la volontà. Mina la dignità. E isola l’individuo dalla società, dalla famiglia, da sé stesso? La tossicodipendenza non è una scelta, ma una schiavitù. Una malattia che necessita di un approccio deciso e compassionevole, ma mai accomodante o giustificatorio.
Lotta al narcotraffico: una priorità di Chiesa e Governo
E ancora. «La lotta al narcotraffico. L’impegno educativo tra i poveri. Come la difesa delle comunità indigene e dei migranti, ma anche la fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa, sono in molti luoghi considerati sovversivi. Cari giovani, voi non siete spettatori del rinnovamento di cui la nostra Terra ha tanto bisogno: siete protagonisti. Dio fa grandi cose con coloro che libera dal male», ha evidenziato il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla Giornata internazionale alla lotta alla droga.
Droga, il Papa: «Cambiare è possibile, se vi siete sentiti scartati e finiti non lo siete più»
E sottolineando: «Gesù è stato rifiutato e crocifisso fuori dalle porte della sua città. Come su di lui, pietra angolare su cui Dio ricostruisce il mondo, anche voi siete pietre di grande valore nell’edificio di una nuova umanità. Se vi siete sentiti scartati e finiti, ora non lo siete più. Gli errori. Le sofferenze. Ma soprattutto il desiderio di vita di cui siete portatori, vi rendono testimoni che cambiare è possibile», ha rilanciato Papa Leone.
Una realtà che distrugge le vite e annienta gli animi
Non solo. Perché l’udienza concessa dal Pontefice ai partecipanti a questa importante giornata ha offerto anche lo spunto per una riflessione lucida e intransigente da parte di Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le sue parole non hanno lasciato spazio a equivoci o a pericolosi distinguo: «La tossicodipendenza distrugge la vita e rende schiavi senza distinzioni tra sostanze leggere e pesanti». Un’affermazione, la sua, che smonta, senza appello, la retorica permissiva di chi, con colpevole leggerezza, tenta di minimizzare gli effetti di alcune sostanze, alimentando l’illusione di una “droga buona” o “ricreativa”. E una peggiore…
Il Papa sulla schiavitù della droga: «Su ogni dipendenza che degrada faremo prevalere la dignità»
«Insieme, su ogni dipendenza che degrada, faremo prevalere la dignità infinita impressa in ciascuno. Tale dignità, purtroppo, a volte brilla solo quando è quasi del tutto smarrita», ha osservato allora il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla Giornata internazionale per la lotta alla droga. «Così sopravviene un sussulto e diventa chiaro che rialzarsi è questione di vita o di morte. Ebbene, oggi – ha sottolineato ancora il Santo Padre da Oltretevere – tutta la società ha bisogno di quel sussulto. Ha bisogno della vostra testimonianza e del grande lavoro che state facendo. Tutti abbiamo, infatti, la vocazione ad essere più liberi e ad essere umani, la vocazione alla pace. È questa la vocazione più divina. Andiamo avanti insieme, allora, moltiplicando i luoghi di guarigione, di incontro e di educazione. Percorsi pastorali e politiche sociali che comincino dalla strada e non diano mai nessuno per perso. E pregate anche voi, affinché il mio ministero sia a servizio della speranza delle persone e dei popoli, a servizio di tutti».
Da Mantovano la verità sulla dipendenza: nessuna distinzione tra “leggere” e “pesanti”
E sulle orme delineate dall’intervento del Pontefice, anche il richiamo di Mantovano si è rivelato di fondamentale importanza. Rispondendo a una visione chiara e ferma: «Non esistono droghe di serie A e droghe di serie B. Ogni sostanza che altera la coscienza e crea dipendenza è una catena invisibile, ma robustissima, che lega l’individuo. Lo priva della sua libertà. E lo trascina in un vortice di autodistruzione. L’idea che esistano droghe “leggere” è una pericolosa menzogna», ha specificato il sottosegretario. «Una porta aperta verso abissi ben più profondi. Spesso, infatti, le cosiddette droghe “leggere” sono solo il primo gradino di una spirale che conduce inevitabilmente a sostanze più devastanti».
Droga, vincerla insieme: una sfida per la comunità e per lo Stato
E allora, l’appello di Papa Leone a vincere il male «insieme». Il monito del rappresentante del governo a combatterlo al di là di dicerie e convinzioni, richiamano alla responsabilità collettiva. Non è solo un problema individuale, ma una sfida che coinvolge le famiglie. Le istituzioni. Scuole, forze dell’ordine e la comunità intera. Lo Stato ha il dovere di tutelare la salute e la sicurezza dei suoi cittadini. E questo include una lotta senza quartiere allo spaccio e alla diffusione di ogni tipo di sostanza stupefacente. La prevenzione, l’educazione, e il recupero, sono pilastri fondamentali. Ma altrettanto lo è la fermezza nell’applicazione della legge e nel contrasto a chi trae profitto dalla disperazione altrui.
Le parole del Pontefice e del sottosegretario Mantovano rappresentano quindi un’indicazione chiara per la politica e per la società. È tempo di superare le ideologie e le superficialità. E di affrontare la questione droga con la serietà e la risolutezza che merita. Solo così potremo sperare di liberare i nostri giovani e la nostra società da questa “prigione invisibile” che continua a minacciare il futuro della nostra Nazione.