
Tensione in Medio Oriente
Israele-Iran, il Consiglio islamico insulta Trump: “Fesso, stia attento”. Gli Usa si preparano ad intervenire contro i siti nucleari
«Il governo criminale americano e il suo fesso presidente devono sapere con certezza che se commetteranno un errore e agiranno contro l’Iran, faranno i conti con una risposta dura». Queste le parole dure e minacciose che arrivano dal Consiglio dei guardiani, un potente apparato istituzionale che partecipa ai processi decisionali della repubblica islamica iraniana. Ma nonostante l’escalation delle ostilità tra Israele e Iran, Donald Trump non sembrava essere intimorito dagli ayatollah. Il Guardian ha riferito che The Donald ha chiesto ai militari alcune garanzie sulle funzionalità delle bombe bunker-buster, per capire se saranno realmente capaci di distruggere i siti di uranio iraniani.
L’attenzione degli Usa è rivolta verso la centrale nucleare di Fordow, dove le centrifughe e le riserve di uranio già arricchito all’83,7% si trovano a una profondità di 90 metri e sono irraggiungibili dagli ordigni israeliani. Neppure Netanyahu teme la guerra con l’ex impero persiano, tanto che a proposito dei piani per l’eliminazione dell’ayatollah Khamenei ha precisato che «tutte le opzioni sono sul tavolo, ma è meglio non discuterne sui media».
Israele-Iran: la tensione aumenta dopo il bombardamento all’ospedale ebraico
L’attacco iraniano all’ospedale ebraico di Soroka ha scatenato l’ira di Netanyahu: «L’intero popolo di Israele sta pagando un prezzo» e ancora, « le persone sono state ferite, le famiglie hanno perso i loro cari». Poi ha parlato del prezzo che la sua famiglia starebbe pagando a causa dei conflitti in Medio Oriente: «È la seconda volta che mio figlio Avner annulla il suo matrimonio a causa delle minacce missilistiche. È un prezzo personale anche per la sua fidanzata, e devo dire che la mia cara moglie è un’eroina, e anche lei paga un prezzo personale».
Eppure, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghci ha sminuito la portata dell’offensiva contro lo Stato ebraico, affermando che l’ospedale avrebbe ricevuto «danni superficiali a una piccola sezione». «L’edificio è usato soprattutto per curare i soldati israeliani coinvolti nel genocidio a Gaza 40 chilometri più in là, dove Israele ha distrutto o danneggiato il 94% degli ospedali palestinesi», ha aggiunto il diplomatico, sottolineando che «è il regime israeliano, e non l’Iran, ad aver dato inizio a tutto questo spargimento di sangue, e sono i criminali di guerra israeliani, e non gli iraniani, a prendere di mira ospedali e civili».
In Iran continua la repressione: gli Usa si preparano ad intervenire al fianco di Israele
Continua la repressione del dissenso in Iran, dopo che 24 persone accusate di spionaggio per conto di Israele sono state arrestate. Il capo delle forze dell’ordine iraniane, Kiumars Azizi, ha raccontato che i soggetti fermati hanno provato a «sconvolgere l’opinione pubblica e infangare l’immagine del sistema sacro della repubblica islamica». Intanto, il capo di stato maggiore iraniano, Abdolrahim Mousavi, ha minacciato di voler condurre altre offensive contro lo Stato ebraico: «Con l’aiuto di Dio, attaccheremo costantemente qualsiasi obiettivo appartenga al regime sionista invasore e non vediamo alcun limite davanti a noi». Nella grande polveriera mediorientale, Trump si prepara a schierare le proprie forze nel conflitto, sebbene abbia escluso fin da subito l’utilizzo di una testata nucleare tattica. Il presidente americano è convinto che gli ammonimenti verso l’Iran costringeranno lo Stato teocratico a sedersi al tavolo dei negoziati.
La telefonata tra Xi e Putin: adesso la Russia vuole mediare
Il presidente russo Vladimir Putin ha sentito il suo omologo cinese Xi Jin Ping per discutere sul conflitto tra Israele e Iran, rafforzando l’alleanza tra i due Paesi. Inoltre, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha cercato di convincere gli Usa a mantenere la calma: «Ci teniamo a mettere in guardia Washington contro ogni intervento militare in questa situazione, che rappresenterebbe una misura estremamente pericolosa con conseguenze negative veramente imprevedibili». L’Iran è ormai da tempo un partner strategico per Mosca, tanto che i droni Shahed che l’esercito russo usa contro gli ucraini provengono proprio da Teheran.
L’Italia si prepara al rimpatrio dei connazionali
«La nostra ambasciata a Teheran è al lavoro per agevolare la partenza dei nostri connazionali», ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Poi ha aggiunto: «Ho parlato stamane con l’ambasciatrice Paola Amadei. Lo stesso sta facendo la nostra ambasciata a Tel Aviv con il nostro consolato generale a Gerusalemme per favorire la partenza degli italiani che vogliono andare via». E ancora: «Stiamo organizzando dei charter, i primi probabilmente partiranno dall’Egitto con i cittadini». Per agevolare il rientro in Italia dei connazionali presenti in Israele, l’unità di crisi della Farnesina sta organizzando un volo charter in partenza da Sharm el Sheikh il prossimo 22 giugno, con arrivo previsto a Verona.