
Diplomazie in campo
Israele-Iran, ancora attacchi nella notte. Meloni sente Netanyahu e i leader arabi: al lavoro per la de-escalation
L'Italia offre la disponibilità a intraprendere ogni azione che possa favorire un esito diplomatico della crisi. La premier parla con Netanyahu anche dell'assistenza umanitaria a Gaza
Le telefonate con i leader occidentali, ma anche quelle con Benjamin Netanyahu e con i leader dei Paesi arabi. Nelle difficili, lunghissime ore seguite all’attacco israeliano ai siti nucleari di Teheran, Giorgia Meloni è stata in prima linea per sostenere lo sforzo diplomatico per la de-escalation tra Israele e Iran. La situazione resta complicata: nella notte è proseguito lo scambio di missili incrociato tra i due Paesi.
Meloni sente Netanyahu (e parla anche dei civili a Gaza)
Dopo aver sentito il presidente americano Donald Trump, il cancelliere tedesco Friederich Merz e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la premier italiana ha parlato con Netanyahu, condividendo la necessità di assicurare che l’Iran non possa in alcun caso dotarsi dell’arma nucleare e auspicando al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo. Nel corso del colloquio, di cui si è avuta notizia nella tarda serata di ieri, Meloni, ha anche ribadito, ancora una volta, l’urgenza di garantire l’accesso dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza.
I colloqui con i leader arabi: lavorare insieme per una soluzione diplomatica
Ma la premier ha anche parlato con diversi leader della regione: il principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud; re Abdallah II di Giordania; il sultano dell’Oman, Haytham bin Tariq Al Said; il presidente degli Emirati arabi uniti Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Al centro dei colloqui ci sono stati i ragionamenti su come lavorare insieme per favorire una soluzione diplomatica. A tutti gli interlocutori, Meloni ha espresso la disponibilità dell’Italia a intraprendere ogni azione che possa favorire un tale esito, come già fatto ospitando due tornate negoziali tra Iran e Stati Uniti.
Tra Israele e Iran ancora missili nella notte
Stanotte intanto si sono registrati sia nuovi raid israeliani in Iran, sia la risposta di Teheran. «Le difese di Teheran sono state riattivate pochi minuti fa… per far fronte ai missili del regime sionista», ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna poco prima della mezzanotte, mentre un corrispondente dell’Afp ha riferito di aver sentito forti esplosioni nella capitale iraniana e di aver visto un bagliore rosso nel cielo. In particolare, secondo quanto emerso, gli israeliani hanno concentrato il loro attacco sul distretto Pastour di Teheran, dove vivono l’ayatollah Ali Khamenei e il presidente Masoud Pezeskhian. L’Iran ha risposto con una nuova ondata di missili lanciati contro Israele. Le sirene sono suonate tanto a Gerusalemme quanto a Tel Aviv e l’Idf ha invitato la popolazione a «tornare nei rifugi e a restare fino a ulteriore avviso».
Il bilancio registrato dell’attacco è di almeno tre morti e di 80 feriti, secondo quanto riporta il Times of Israel, citando Magen David Adom, l’equivalente della Croce Rossa israeliana, che afferma che diversi dei feriti versano in gravi condizioni. Secondo i media iraniani la notte scorsa sono stati lanciate centinaia di missili, ma il ministero della Difesa israeliano stima che siano stati meno di 100. Molti missili sono caduti nel centro di Israele, con diverse potenti esplosioni a Tel Aviv.