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Imane Khelif

L'esame è ora obbligatorio

Imane Khelif fuori dal torneo di boxe in Olanda per il suo rifiuto di fare il test genetico sul sesso. Ora è obbligatorio

L'atleta algerina intersex è di nuovo un caso: il World Boxing - la federazione internazionale di pugilato- ha introdotto l’obbligo di verificare se i concorrenti sono maschi o femmine per impedire che gli atleti trans e intersex gareggino nelle competizioni riservate alle donne

Cronaca - di Gabriele Alberti - 6 Giugno 2025 alle 13:31

L’atleta intersex Imane Khelif è ancora un caso, sulla via dell’esclusione dai giochi del torneo di questo fine settimana in Olanda. La pugile algerina  campionessa olimpica a Parigi (quando ci fu il discusso ritiro dell’azzurra Carini nel match contro di lei) già nel febbraio scorso ha fatto parlare di sé; non essendo stata ammessa a partecipare ai mondiali di pugilato: la competizione di scena in Serbia, in programma dall’8 al 16 marzo. Come per le esclusioni dai mondiali 2023 e 2024, il motivo è la presenza di cromosomi XY e un livello di testosterone troppo alto riscontrati nel test di “gender eligibility” del 2023. Ora scoppia una nuova polemica.

L’atleta intersex Imane Khelif di nuovo un caso

Per la campionessa olimpica algerina, dunque, si prospetta un’altra esclusione. A dichiararlo, gli organizzatori del torneo di boxe olandese. Dirk Renders, portavoce dell’Eindhoven Box Cup, ha confermato all’AFP che la pugile non si presenterà, aggiungendo: “La decisione sulla sua esclusione spetta alla World Boxing” che meno di una settimana fa ha annunciato l’introduzione di test genetici obbligatori per determinare il sesso degli atleti.

Imane Khelif non si sottopone al test genetico e scatta l’esclusione

Nei giorni scorsi, infatti, la World Boxing – la Federazione internazionale di pugilato che ha ottenuto il riconoscimento provvisorio del Cio – ha annunciato l’introduzione di test genetici obbligatori per determinare il sesso degli atleti. E il nome della Khelif  nome viene citato esplicitamente dalla stessa World Boxing in una lettera inviata alla Federazione algerina. Per mettere in chiaro che la 26enne pugile “non potrà partecipare nella categoria femminile all’Eindhoven Box Cup (5-10 giugno); o a qualsiasi evento World Boxing, fino a quando non si sottoporrà al test genetico sul sesso”.

Esclusa dal torneo

Boris Van der Vorst, presidente della World Boxing, ha scritto successivamente alla Federazione algerina per scusarsi; riconoscendo che “la privacy dell’atleta avrebbe dovuto essere protetta”. Ma il risultato finale non cambia. L’atleta 26enne non è al torneo in programma in Olanda fino al 10 giugno.

Nuove regole nella boxe

Gli esami si rivolgono ai concorrenti di età superiore ai 18 anni. In base alla nuova politica, tutti gli atleti nelle competizioni autorizzate da World Boxing devono sottoporsi a un test PCR (reazione a catena della polimerasi): per determinare il loro sesso alla nascita. Il test PCR, condotto tramite tampone nasale od orale, rileva materiale genetico specifico: in questo caso il gene SRY  che rivela la presenza del cromosoma Y, un indicatore del genere biologico.

L’umiliazione della nostra Angela Carini

Eppure, ricordiamo ancora le polemiche che furono sollevate dai soliti ipocriti del gender contro la nostra atleta Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi. Che lasciò sola sul ring  Khelif, rendendosi conto al primo pugno che qualcosa non andava e che il match non era equo. L’atleta algerina vinse l’oro, scatenando il dibattito dopo la squalifica di Khelif ai Mondiali 2023 organizzati dall’Iba: (International Boxing Associaton, associazione non riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale che organizza le Olimpiadi); nei quali è stata squalificata dopo un test di idoneità di genere, che avrebbe riscontrato in lei il cromosoma XY.

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di Gabriele Alberti - 6 Giugno 2025