
Dalla Francia con ammirazione
Il tramonto di Macron e l’ascesa di Meloni: la premier è diventata il punto di riferimento per la destra d’Oltralpe
Monsieur le Président è sempre più in crisi, l'instabilità si fa regola e i cugini francesi guardano sempre più al presidente del Consiglio italiano come modello di leadership
Un anno fa Emmanuel Macron, sulla scia del disastroso risultato del suo partito alle elezioni europee, annunciò, tra lo stupore generale, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Le elezioni non produssero l’effetto desiderato: la Francia si ritrovò frammentata in tre blocchi impermeabili e in preda all’ingovernabilità. Il governo di Michel Barnier cadde dopo appena 99 giorni, mentre il successore, François Bayrou, naviga a vista con la minaccia sempre incombente di una censura. Le conseguenze si stanno facendo sentire all’interno di tutti gli schieramenti politici. Il macronismo volge al tramonto e, in vista delle elezioni presidenziali del 2027, la destra francese cerca di riorganizzarsi ripartendo, come ha scritto Louis Hausalter su Le Figaro, da Giorgia Meloni, considerata l’esempio da seguire.
I rapporti tra Meloni e Macron: da diffidenza a rivalità
Il menù della cena, servita a Palazzo Chigi nel corso del recente incontro con Macron, prevedeva un’indigesta serie di disaccordi; che si trattasse dell’entità degli aiuti all’Ucraina, del rapporto con Donald Trump, dell’accordo commerciale con i paesi del Mercosur o del controllo dei flussi migratori, Meloni e Macron non hanno mai mancato di evidenziare le loro divergenze negli ultimi anni. Accolta agli inizi con diffidenza e descritta come “post-fascista” da parte della stampa internazionale, i leader europei diffidavano di Giorgia Meloni e vedevano, invece, in Macron l’astro nascente della politica francese ed europea. Oggi i rapporti si sono invertiti e sono sempre più numerosi gli esponenti del centrodestra francese che mostrano un crescente interesse per l’operato della leader italiana: dai più europeisti ai più nazionalisti, dai più moderati ai più identitari.
L’ammirazione trasversale della destra francese
Gli ultimi complimenti sono arrivati dall’ex primo ministro Édouard Philippe, che, in una recente intervista radiofonica, ha ripetutamente citato l’esempio italiano. L’homme politique apprezza le politiche del governo italiano a sostegno della famiglia e il contrasto all’immigrazione clandestina, accompagnato da un’oculata politica di regolarizzazione di lavoratori stranieri, ha dichiarato che “Meloni è riuscita a fare diverse cose in un contesto italiano incredibilmente complesso, proponendo un discorso basato sulla realtà“.
Anche i repubblicani di Lr (eredi della tradizione gollista) seguono con interesse la premier italiana. Il neopresidente del partito Bruno Retailleau, quando si insediò al ministero dell’Interno lo scorso settembre, elogiò l’efficacia degli accordi che l’esecutivo nostrano aveva concluso con paesi come Tunisia ed Egitto per fermare gli sbarchi clandestini.
L’editorialista di Le Figaro ricorda che anche lo sfidante di Retailleau alla presidenza di Lr, Laurent Wauquiez, ha elogiato la premier. Il 15 maggio scorso, in un’intervista su Lci, Wauquiez ha reso un omaggio vibrante al curriculum di Giorgia Meloni in materia di immigrazione, ripresa economica e lotta agli sprechi: “La politica che Meloni sta perseguendo è ai miei occhi un modello per la destra francese, perché con lei non ci sono parole, ci sono risultati”, ha affermato con entusiasmo, in evidente polemica con l’immobilismo di Bayrou.
I risultati che convincono
Con un calo del 60% dell’immigrazione irregolare e un ritorno all’avanzo primario di bilancio, Meloni è pronta a imporsi come punto di riferimento per la destra francese.
Se la presidente del Consiglio non convince del tutto Marine Le Pen, che le preferisce Matteo Salvini, altrettanto non si può dire del suo delfino Jordan Bardella e della nipote Marion Maréchal, che vedono invece Meloni come una fonte di ispirazione per la sua capacità di rassicurare gli ambienti economici e rispondere alle istanze popolari. L’unica cosa che unisce la destra francese è l'”ammirazione per Giorgia”: tutti le riconoscono credibilità, autorevolezza e pragmatismo.
La popolarità della donna d’Italia getta ombra su Emmanuel Macron, che la considera una rivale ingombrante sulla scena europea.