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Referendum FdI

Altro che spallata

Il referendum? “Hanno preso una cinquina peggio dell’Inter”. FdI infierisce: “Elly dà i numeri”

Politica - di Gabriele Alberti - 10 Giugno 2025 alle 14:52

La metafora calcistica funziona sempre e mai in questo caso è più azzeccata. Tommaso Foti, ministro degli Affari europei di FdI non usa eufemismi: “La sinistra ha preso una cinquina che in confronto quella dell’Inter era una carezza». E dato che siamo in tema calcistico l’espressione “autogol” è ancora più calzante: «Quando fai un referendum su leggi in vigore da parecchi anni la gente si domanda: perché non le hai cambiate quando eri al governo? Se poi chi ne chiede l’abrogazione è anche chi politicamente ne ha voluto a suo tempo l’approvazione, la manovra risulta contraddittoria”.

Referendum, Foti: “Autogol”

Il giudizio lapidario di Foti prosegue: “Questo referendum  per la sinistra doveva essere prima un voto contro La Russa, poi contro Meloni. Alla fine, un autogol”. Una parabola molto esplicativa e realistica di come sono andate le cose. Ridicolo, spiega il ministro, gongolare che sono comunque andati a votare in 14 milioni di italiani, come ribatte adesso Schlein come un disco rotto. Ridicolo perché mischiare mele con le pere è un insegnamento che ti insegnano fin dalle scuole elementari. E infatti il dato non può sfuggire: “Ma tra i votanti diversi hanno detto no. E il dato secco è questo: i quesiti non hanno smosso oltre i due terzi degli italiani”, sottolinea Foti intervistato da Repubblica.

“La spallata produce lussazione a chi la vuole dare”

E poi il termine “spallata” al governo o “avviso di sfratto” come detto dall’incauto Boccia, non portano bene. “Le spallate quando vengono molto annunciate in genere finiscono per produrre una lussazione della spalla a chi le vuol dare. Anche in questo caso la regola si è confermata: come i pifferai di montagna, partirono per suonare e finirono suonati. Sono convinto poi che i toni così animosi, politicizzati, abbiano scoraggiato qualche cittadino che altrimenti sarebbe andato a votare. Penso anche all’invito al voto durante la manifestazione per Gaza: non credo che nella striscia discutano di Jobs Act. È stato poco commendevole”.

Referendum, FdI incalza

E poi, a dirla tutta, è mancata del tutto la prova di unità delle opposizioni. Che ora raccolgono i cocci. “A dirla tutta, il campo largo mi sembra un campo minato: sono cominciati i bombardamenti tra i vari partiti, al loro interno. Perché alla fine qualcuno la responsabilità di questo fallimento se la dovrà intestare”. Questo qualcuno sono o “i leader, che hanno messo il cappello su una battaglia sindacale di Landini. L’hanno quasi scavalcato e sono finiti in una secca. Detto questo, massimo rispetto per chi è andato a votare, come per chi legittimamente è rimasto a casa”.

Referendum,Malan: “Ci hanno fatto un regalo”

Il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, commenta: «Ci hanno fatto un regalo. È la dimostrazione di quanto certa sinistra sia scollegata dalla realtà». E  contesta i numeri dati da Elly:  “Innanzitutto siamo sotto i 12 milioni perché se è vero che chi ha votato va sempre rispettato, bisogna farlo anche con chi ha votato ‘no’; o ha deciso di lasciare la scheda bianca. Cambia poco però, in democrazia decide la maggioranza e il meccanismo referendario ha funzionato alla perfezione. Mi pare evidente che i quesiti posti non sono stati per nulla percepiti come un tema su cui fosse necessario mobilitarsi. Faccio notare che l’affluenza (30,58% ndr) è stata più bassa persino del referendum sulle trivelle del 2016 (31,19% ndr), quando l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invitò a non votare”, dice in un colloquio con la Stampa.

FdI: “Non ne escono bene né Landini né Elly Schlein”

E se il segretario della Cgil Maurizio Landini parla di “punto di partenza”, Malan replica: “Dipende per chi. Per Landini probabilmente sì: dal suo punto di vista è un successo personale. Non gli servono 20 milioni di consensi – e non credo neppure che i 12 milioni raccolti siano tesserati della Cgil -:ma potrebbe usare questi numeri per scalare il Pd. Ritengo che sia una questione interna al partito, e quindi non tocca davvero la sensibilità del Paese. Poi, in genere, un referendum si fa per vincere; proprio come uno sciopero si dovrebbe fare per ottenere un risultato e non per dimostrare l’esistenza di un sindacato. Si può dire che Landini ha avuto visibilità, ma le sue richieste sono state bocciate in modo netto. E non ne esce bene neanche Schlein”, che “è rimasta impantanata”.

 

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Ci sono 2 commenti

  1. giovanni ha detto:

    Sotto certi aspetti Elly è veramente unica: anche davanti alla peggior debacle riesce comunque a pronunciare la supercazzola di sopravvivenza! Sui voti un paragone senza nè capo nè coda e poi la vittoria di Taranto! Incredibile la faccia di bronzo che tiè! Non ammetterà mai di essersi fatta trascinare nel baratro da quel farabutto di Landini il cui vero scopo era quello di farsi largo nella segreteria del Pd ma è andata male anche a lui perchè nemmeno i suoi iscritti gli hanno dato retta dopo le mascalzonate che ha combinato.

  2. Luigi ha detto:

    Abbiate il coraggio di dimettervi e chiedere scusa agli italiani per aver buttato nel water 450 milioni!!! Vergognatevi schlein conte mafia landini ed il duo comico avs!!! Sotterratevi

di Gabriele Alberti - 10 Giugno 2025