
La strana coincidenza
Il caso Occhiuto e la maledizione dei governatori della Calabria: tutti indagati, tutti assolti
Chiaravalloti, Loiero, Oliverio e oggi Occhiuto: tutti i presidenti della Regione Calabria sono stati indagati e poi successivamente assolti o prosciolti
Il caso di Roberto Occhiuto, il presidente della Regione Calabria indagato per corruzione, è solo l’ultimo di una lunga serie di disavventure giudiziarie che hanno coinvolto i governatori calabresi. Di centrodestra e centrosinistra. Tutti, poi, puntualmente assolti. Come se quella poltrona portasse automaticamente a un coinvolgimento giudiziario, con l’esposizione al pubblico ludibrio e la successiva assoluzione.
Da Chiaravalloti a Oliverio, un lungo elenco
Giuseppe Chiaravalloti, magistrato di Forza Italia eletto il 2000, fu coinvolto in un’indagine solo a fine mandato e in buona compagnia. Con lui c’era Agazio Loiero, che gli subentrò il 2005, ed entrambi furono indagati da De Magistris a Catanzaro nella famosa inchiesta Why Not. Conclusione? Dopo tanti anni, con l’assoluzione di entrambi. Per la verità a Loiero arrivò prima anche un avviso di garanzia(sempre dal futuro sindaco di Napoli) su una vicenda di sanità. La procura chiese e ottenne l’archiviazione.
Nel 2010 stravinse Giuseppe Scopelliti, giovane sindaco di Reggio Calabria. Per lui nessun avviso di garanzia ma la condanna, il 2014, per vicende amministrative legate alla sua esperienza di primo cittadino. Scopelliti si dimise due giorni dopo.
Nell’autunno del 2014 fu Gerardo Mario Oliverio, del Pd, a vincere le elezioni regionali. Dopo pochi mesi arrivarono avvisi per la questione dei fondi ai gruppi regionali ed Oliverio stravolse la giunta. Nel 2018 il presidente fu addirittura mandato al confino(fuori da Catanzaro) per un abuso di ufficio. E coinvolto in vicende relative a finanziamenti di spettacoli teatrali. Risultato? Assolto.
Ad Oliverio subentrò Jole Santelli che purtroppo dopo soli pochi mesi morì a causa di un tumore.
Esiste una maledizione Calabria?
Da Chiaravalloti a Roberto Occhiuto, con la tragica parentesi di Jole Santelli, i governatori calabresi hanno tutti avuto problemi giudiziari. Risoltisi(anni dopo) con archiviazioni, proscioglimenti o assoluzioni. Senza cadere nella retorica e senza voler delegittimare la magistratura inquirente(quella giudicante è eccellente) esiste una sorta di pregiudizio più che una maledizione occulta. Come se fosse automatico governare una regione difficile, e quasi impossibile da gestire, e subire procedimenti giudiziari.
Anche gli automatismi con la ‘ndrangheta sono errori di stigma che condizionano chi non conosce bene la regione. Oggi la ‘ndrangheta è cambiata, ha un volto nazionale e concentra i suoi “affari” in altre parti del mondo. Mentre nel 2005, con il tragico omicidio del vicepresidente del consiglio regionale, Franco Fortugno, raggiunse un alto livello di intimidazione e pressione politica.
Occhiuto, un impegno indefesso e la salute persa
Giunto alla cittadella regionale da capogruppo di Fi alla Camera, Roberto Occhiuto ha speso tanto(forse troppo) tempo nel suo impegno istituzionale. Al punto di averci rimesso la salute. Operato alla valvola cardiaca a dicembre, recentemente aveva dichiarato che, a causa dello stress, aveva dovuto subire, “un distacco della retina, l’ipertensione e gli acufeni”.
L’occasione di civiltà politica
In Calabria si voterà ad ottobre 2026 ed Occhiuto ha annunciato di volersi ricandidare. Visto quanto accaduto nel tempo proprio l’avviso di garanzia ricevuto dal governatore può essere un’occasione per un salto di qualità bipartisan. Se Occhiuto si ricandiderà vinca o perda sul piano politico. Con un impegno che rispetti la magistratura ma prima di tutto la presunzione di innocenza. E che si scontri su un piano programmatico e non su altri temi. E’ importante e fondamentale. Per ritornare alla civiltà. E per far capire che la Calabria è un’altra cosa.
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