
Tutele vs ideologia
Il caso Legrottaglie svergogna la sinistra: è la drammatica conferma che il dl Sicurezza era necessario
Grazie a quella legge così osteggiata dall'opposizione, gli agenti indagati avranno un maggiore sostegno da parte dello Stato per affrontare le spese legali. E ora si riapre il dibattito sull'avviso di garanzia automatico, come "atto dovuto". Ma dalla sinistra non arriva neanche la solidarietà
Il caso dell’omicidio del carabiniere Carlo Legrottaglie e le conseguenze che sono piombate sui due poliziotti che hanno avuto uno scontro a fuoco con i banditi, uccidendone uno, riaccende i riflettori sull’opportunità del dl Sicurezza e, di contro, su quanto siano state malriposte le energie della sinistra che ha fatto le barricate nel tentativo di bloccarlo. I due agenti sono stati indagati per omicidio colposo. Un «atto dovuto», è stato spiegato. Ciò non toglie che i due agenti si troveranno ad affrontare dei gravi contraccolpi: dal blocco della carriera fino a che il procedimento non sarà concluso alla necessità di assumere una difesa. Ed è qui che interviene il dl Sicurezza, che ha innalzato da 5mila a 10mila euro il contributo dello Stato per le spese legali sostenute dalle divise indagate o imputate nei procedimenti riguardanti fatti inerenti al servizio svolto.
Il caso Legrottaglie svergogna definitivamente la sinistra sul dl Sicurezza
Si tratta di una novità introdotta dalla legge che è stata ricordata da diversi sindacati di polizia in queste ore, riconoscendone l’importanza. Ora però i fatti riportano sul tavolo anche un altro tema: la necessità di rivedere le norme che riguardano l’apertura di fascicoli a carico degli agenti che si trovino coinvolti in queste circostanze. Qualche mese fa intorno al tema si è sviluppato un dibattito infuoco polarizzato intorno al tema dello «scudo penale», benché il governo avesse chiarito che le norme allo studio non prevedevano forme di impunità per gli agenti, ma l’individuazione di «tutele aggiuntive» per evitare che si trovassero sul banco degli imputati solo per aver fatto il loro dovere. Da parte della sinistra e di alcune associazioni ci furono levate di scudi e urla su una presunta violazione dello Stato di diritto. Oggi vediamo come stanno davvero le cose e quale sia il senso di quella proposta, che torna prepotentemente e drammaticamente nel dibattito.
Il centrodestra dalla parte dei servitori dello Stato
«È giunto il momento di cambiare la norma, per questo ci rivolgiamo alla classe politica di questo Paese chiedendo di introdurre una norma di legge che non preveda più l’avviso di garanzia automatico quando sussistono cause di giustificazione del reato quali l’uso legittimo delle armi, la legittima difesa e l’adempimento del dovere, ma siano prima effettuati accertamenti di garanzia nei quali sia la nostra amministrazione a dover rappresentare gli operatori nelle prime fasi di verifica», è stato l’appello lanciato dal sindaco di Polizia, Sap, attraverso il suo segretario nazionale Stefano Paolini. Il centrodestra ha risposto: FdI, FI e Lega hanno accolto la proposta come ragionevole e opportuna. E il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, in un’intervista su Libero di oggi ha assicurato che «è nostra intenzione andare fino in fondo». Da sinistra, invece, si registra solo un significativo silenzio, anche rispetto alla solidarietà agli agenti indagati. Che ancora una volta hanno trovato solo il centrodestra dalla propria parte.