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Isola Capo Rizzuto

I tentacoli della ‘ndrangheta sui fondi per i migranti: sequestrati 2,5 milioni di euro a Crotone

L'operazione della Guardia di Finanza fa seguito a un'inchiesta dell'antimafia: le organizzazioni criminali avrebbero gestito fondi per 34 milioni del Cara

Cronaca - di Paolo Cortese - 28 Giugno 2025 alle 14:27

Le mani della ‘ndrangheta sul centro migranti di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. 2,5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza. Dietro la gestione del Cara, secondo la DDA di Catanzaro e la Corte dei Conti, la mano della criminalità organizzata.

Il peso della ‘ndrangheta sul centro migranti

I finanzieri del Comando provinciale di Crotone hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro conservativo di 2,5 milioni di euro emesso dalla Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria nei confronti della Fraternità di Misericordia di Isola Capo Rizzuto, del suo ex governatore Leonardo Sacco e dell’ex parroco di Isola Capo Rizzuto, Edoardo Scordio.

L’azione della procura contabile, guidata dal procuratore Romeo Ermenegildo Palma, ed attuata su iniziativa del vice procuratore generale Giovanni Di Pietro, mira a garantire la tutela del credito erariale accertato, pari a 34 milioni di euro, in seguito alla sentenza di condanna di primo grado emessa ad aprile 2025 nei confronti della Misericordia, di Sacco e Scordio, ritenuti responsabili del danno erariale.

L’inchiesta della direzione antimafia

La vicenda nasce dall’inchiesta “Jonny, condotta nel 2017 dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che portò al fermo di 68 indagati e al sequestro di beni per oltre 60 milioni di euro facendo luce, tra l’altro, sulle presunte condotte illecite realizzate attraverso la Misericordia, gestore del centro di accoglienza per migranti Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto.

L’indagine svelò un complesso sistema di gestione illecita dei fondi destinati al Cara di Sant’Anna. Secondo l’accusa, gli amministratori dell’epoca della Misericordia – Sacco come governatore e don Edoardo Scordio in qualità di correttore spirituale – attraverso un articolato sistema di fatture false, emesse da compiacenti società di catering subappaltatrici del servizio di mensa nel Cara, avrebbero distratto fondi pubblici destinati all’assistenza dei migranti pari a 34 milioni di euro. A condurre le indagini fu l’allora procuratore capo di Catanzaro, oggi a Napoli, Nicola Gratteri.

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di Paolo Cortese - 28 Giugno 2025