
"Inaccettabile"
Gualtieri spende per il Gay Pride 80mila euro dei romani: monta la protesta del centrodestra
Gualtieri ci ricasca: tra un tik tok e un altro, tra una schitarrata un “Io ci sto” con cui termina i suoi video spot ha foraggiato con 80mila euro (dei romani) gli organizzatori del Roma Pride (come si chiama ora il Gay Pride) di sabato scorso. Un caso analogo a quello che «era accaduto con la manifestazione pro-Europa da 350 mila euro, ed è successo ancora – attacca il capogruppo della Lega, Fabrizio Santori – il sindaco Gualtieri con la fascia tricolore ha sfilato sui carri del Roma Pride finanziato con 80 mila euro pubblici erogati al Circolo Mario Mieli per il Roma Pride 2025, tramite Zetema, per finanziare l’ufficio stampa, l’organizzazione artistica, l’audio, le luci, l’allestimento e la manutenzione del sito. Inaccettabile: la delibera di Giunta 206 del 29 maggio 2025».
Nella denuncia del centrodestra ricordando che la sfilata di sabato 14 giugno non è stata propriamente una processione di carmelitane scalze. Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia e coordinatore regionale del partito, chiede ironicamente al sindaco Gualtieri: «Ma il Pride non è stata quella sfilata che ha riservato pesantissime offese sessiste alla premier Giorgia Meloni, inveito contro il carro ebraico con spregevoli accuse, vomitato ingiurie e slogan contro la Chiesa, tutti comportamenti lontani anni luce da qualsiasi principio di convivenza civile e in cui risulta davvero difficile rintracciare quel “pubblico interesse” che consentirebbe una così veloce procedura amministrativa?».
Gualtieri ci ricasca: come per la manifestazione pro-Europa
Trancassini sottolinea inoltre che il Comune di Roma ha deliberato – senza passaggio in Assemblea Capitolina – il finanziamento di 80mila euro al Roma Pride. «Ancora una volta – Gualtieri dimostra di non governare per tutti i romani, ma solo per una parte politicamente militante e ideologicamente aggressiva». «Chiediamo con forza trasparenza totale sui fondi erogati, perché la Capitale – aggiunge -, che ha bisogno di servizi, sicurezza, infrastrutture e men che meno di veline e frasi di circostanza su diritti e inclusione, non può essere ostaggio di una sinistra che scambia l’amministrazione per un palco ideologico permanente».
«Chi ha preso la decisione di dare 80mila euro dei romani all’organizzazione del Gay Pride?», chiede invece il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani. «Una manifestazione politica di parte e non di popolo – sottolinea l’esponente di FdI – divenuta ormai un business da centinaia di migliaia di euro in cui non si sa bene dove finiscono i guadagni, in cui le opposizioni si divertono a ballare brandendo cartelli insultanti e sessisti contro il Presidente Meloni. Non è la prima volta che il sindaco Gualtieri spende soldi pubblici, dei romani, per politicizzare e strumentalizzare eventi nella Capitale come quello del Gay Pride. Roma – conclude Milani – merita di meglio, merita risposte alle criticità quotidiane. Invece il nostro sindaco sperpera denaro pubblico per accaparrarsi i consensi».
Il Pd conferma ma parla di sostegno logistico
«Il Roma Pride è stato regolarmente inserito nel Piano Eventi biennale di Zètema, approvato con delibera di Giunta il 29 maggio 2025. Non si tratta, come noto, di un’erogazione diretta di fondi, ma della fornitura di servizi nell’ambito di un programma di sostegno logistico che la delibera prevede anche per decine di altre manifestazioni come ad esempio la Giornata contro le Mafie o il Giubileo dei Giovani». Così in una nota la capogruppo del Pd in Campidoglio Valeria Baglio.
«Una decisione pienamente rientrante nelle competenze della Giunta Capitolina – aggiunge – che ha riconosciuto in questo caso il valore di un evento capace di affermare i principi di inclusione e di libertà, contribuendo a rafforzare l’identità di Roma come città dei diritti e dell’accoglienza».