
Malagiustizia
Giornalista 94enne sbattuto in cella a Sollicciano per reati fiscali: domiciliari concessi solo dopo 5 giorni
L’incredibile vicenda giudiziaria arriva dal carcere di Sollicciano, a Firenze, e serve al Garante dei detenuti per dire che “il sistema è malato”. Il protagonista suo malgrado è l’editore e giornalista Renato Cacciapuoti, condannato a quattro anni e otto mesi per il fallimento dell’Editoriale Olimpia, nota casa editrice nazionale. Finito in carcere a 94 anni, con il magistrato di sorveglianza che gli ha respinto la richiesta di domiciliari. Misura ottenuta solo dopo 5 giorni di carcere e dopo che la vicenda era finita su tutti i giornali.
Chi è Renato Cacciapuoti, il giornalista e editore mandato in cella a 94 anni
Cacciapuoti per decenni ha pubblicato riviste e libri su caccia, pesca, armi, difesa, tiro, cani. Fra le testate più note c’era ‘Diana’, rivista sull’attività venatoria. Contro la condanna a 4 anni e 8 mesi in primo grado, aveva presentato appello nel 2021. La corte d’appello, però, l’anno scorso ha confermato la pena. Nessun ricorso in Cassazione e la pena è diventata definitiva. E così, pochi giorni fa, le porte di Sollicciano si sono aperte per lui.
Cacciapuoti, che ha 94 anni, è in condizioni di salute precarie, claudicante, cammina appoggiandosi a un bastone e attraverso l’aiuto di un altro recluso. A Sollicciano è stato messo in una cella del reparto clinico. Sono fatti “che risalgono a molti anni fa”, spiega il suo avvocato Luca Bellezza. Il legale ha fatto ovviamente istanza di differimento pena per motivi di salute o, in alternativa, per l’applicazione della detenzione domiciliare, misura destinata per legge agli ultrasettantenni. Istanza che però è stata respinta dal giudice. Alla fine, dopo 5 interminabili giorni di reclusione, sono arrivati gli arresti domiciliari per il 94enne condannato.
Decisivo per la nuova decisione è stato il trasferimento dal penitenziario di Sollicciano all’istituto Gozzini, che è struttura detentiva a custodia attenuata, detta anche Solliccianino, su cui opera un magistrato della sorveglianza diverso da quello per il carcere maggiore.
In questo modo, spiega il difensore del 94enne, è stato possibile presentare di nuovo la richiesta, che era stata bocciata venerdì scorso da un primo magistrato di sorveglianza.
Antoniozzi (FdI): “La vicenda del detenuto di Sollicciano impone una riflessione”
«Credo che sia inconcepibile che un uomo di 94 anni sia in carcere – ha commentato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi – Quanto accaduto a Firenze ci deve imporre una riflessione. È assolutamente necessario che sin da subito ci si attivi per mandarlo in un istituto e per fare in modo che possa vivere dignitosamente. Sono certo che il ministro Nordio farà chiarezza sulla vicenda». Vicenda che si è risolta solo in queste ore, ma che non toglie gli interrogativi su come sia stata possibile l’adozione di una misura tanto pesante nei confronti di un detenuto quasi centenario.