
Il ritorno sul palco
Dall’Alaska a San Siro, Cremonini ritrova se stesso e sorprende ancora: il concerto che trasforma la musica in viaggio
Due ore e mezza di canzoni, 27 per la precisione, e una regola: niente social. Cremonini inaugura il suo tour negli stadi con uno spettacolo essenziale, immersivo, emozionante. Tutto esaurito
Una volta ogni tanto, accade qualcosa che non somiglia a niente di già visto. Accade che un concerto esca dal copione e diventi racconto, diario di viaggio, confessione. È accaduto ieri sera a San Siro, davanti a 57 mila persone che non hanno assistito a uno show, ma si sono imbarcate nel viaggio personale – e musicale – di Cesare Cremonini.
Una partenza decisa: niente filtri, solo suono
«Niente zucchero, niente alcol, niente social. Sono i tre veleni che ho evitato per prepararmi a questo tour», questo il segreto. Dopo una data zero a Lignano, il Cremonini live 2025 ha ufficialmente preso il via dal Meazza. Nessuna protesi di marketing, nessuna scorciatoia. Solo un palco essenziale – firmato NorthHouse e GiòForma – e un uomo che mette in fila ventisette brani come tappe di un’esplorazione. L’Alaska è sullo sfondo, ma è l’Italia quella a cui parla.
C’è un momento, dopo Il comico (sai che risate), in cui tutto si allinea. Non è solo la scaletta a trovare un ordine, ma anche il senso del concerto. I brani diventano coordinate emotive. Cercando Camilla è la sorpresa, Alaska baby il diario, Dicono di me la percezione esterna, PadreMadre l’ancoraggio. Poi si entra nel cuore di Cremonini. Con La ragazza del futuro, Ora che non ho più te, La nuova stella di Broadway, l’artista smette di mostrarsi e comincia a esporsi.