CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Macron Merz l’asse dei rissosi

Macron contro Merz

C’eravamo tanto armati: i volenterosi rompono su Trump e l’Iran, l’asse Berlino-Parigi vacilla

Dall'idillio europeo al gioco delle accuse: Berlino e Parigi si fingono però ancora amiche sul Financial Times in vista del vertice Nato

Esteri - di Alice Carrazza - 24 Giugno 2025 alle 16:38

La cosiddetta “coalizione dei volenterosi“, che a Bruxelles e dintorni si continua ostinatamente a evocare, è ormai l’asse dei rissosi. Non stupisce, dunque, l’ennesima frattura tra Parigi e Berlino. L’ultimo scontro tra il presidente Emmanuel Macron e il cancelliere Friedrich Merz sulla crisi iraniana non fa che confermare una dinamica ben nota: l’Europa a trazione franco-tedesca non esiste più. E forse non è mai esistita davvero.

L’attacco di Macron a Trump

Ultima prova? La bordata che il presidente francese ha lanciato contro gli Stati Uniti: «I raid americani in Iran non rientrano in un quadro di legalità». Un attacco senza veli a Donald Trump, che solo pochi giorni fa aveva liquidato l’amico-nemico parigino con un secco: «Sbaglia sempre».

La replica di Macron, anche se tardiva, ha ulteriormente avvelenato rapporti già corrosi con Washington, mandando segnali tutt’altro che distensivi alla vigilia del vertice Nato all’Aia. E questo al vicino tedesco non piace. Così più che un asse, quello tra Parigi e Berlino somiglia ormai a una passerella da cui ognuno scende per conto proprio.

La linea dura di Merz

Merz, dal canto suo, non ha perso occasione per prendere le distanze da Macron e schierarsi con gli Usa: «Non c’è alcuna ragione di criticare gli attacchi americani». Non solo: ha rivendicato apertamente la scelta di difendere Israele e, di riflesso, l’azione statunitense contro Teheran. «Israele sta facendo il lavoro sporco al posto nostro».

«Ciò che l’America ha fatto nel fine settimana – ha spiegato Merz – non è privo di rischi. Ma lasciare le cose come stavano non era un’opzione». Il cancelliere non ha esitato a definire l’Iran «un regime terroristico, una parte essenziale dell’asse del male».

Macron tenta di mediare

Difficile conciliare queste posizioni con l’arrampicata sugli specchi di Macron che, se da un lato tenta di salvare la faccia dichiarando che anche Parigi non vuole un Iran dotato di bomba, dall’altro boccia ogni ipotesi di cambio di regime e difende la sovranità dei popoli: «Ogni volta che si è fatta questa scelta, quale che sia stato l’approccio, non siamo mai arrivati a una stabilizzazione».

Un logoramento che viene da lontano

Il disaccordo tra Francia e Germania appare quindi evidente. Eppure, il malcontento cova da tempo: linee diverse sulla crisi migratoria, sulle riforme economiche, sulla sovranità energetica e visione strategica della difesa. Macron, che in passato aveva bollato l’Alleanza atlantica come «in stato di morte cerebrale», oggi si ritrova a doverla riscoprire come terreno di convergenza con Berlino.

È proprio sull’Alleanza che i due tentano di esibire un fronte comune, l’unico, tanto da presentare un editoriale congiunto sul Financial Times a favore di una difesa comune e di spese militari al 3,5% del Pil. Ma il documento sa tanto di foglia di fico per coprire contrasti che esplodono su ogni dossier caldo.

«La guerra infuria, le norme si erodono e le vecchie certezze vengono messe in discussione», scrivono insieme. Parole che, lette alla luce dello scontro sull’Iran, sembrano una fotografia perfetta non tanto dello scenario internazionale, quanto della fragilità del loro stesso asse.

Tra Macron e Merz l’asse non regge più

A parole, Macron e Merz «riaffermano senza ambiguità l’unità». Nei fatti, il presidente francese si ritrova isolato su Teheran, mentre Berlino abbraccia senza esitazioni la linea americana.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Alice Carrazza - 24 Giugno 2025