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I soliti pacifinti

Conte, Fratoianni e Pd in ordine sparso, in piazza per la pace: Elly diserta e scappa in Olanda

Politica - di Luigi Albano - 21 Giugno 2025 alle 19:48

Un altro sabato di protesta in piazza a Roma, con l’opposizione ridotta a fare politica più nei cortei che nelle aule parlamentari. In ordine sparso sui principali temi di politica interna e internazionale, appesi solo agli slogan per la pace e contro il riarmo. L’ultimo filo rosso che unisce Conte, una parte del Pd, M5s e Avs. Un po’ poco per creare un’alternativa credibile al centrodestra. A sfilare per le vie della Capitale c’erano oltre 400 associazioni e decine di migliaia di persone (centomila nella stima entusiastica degli organizzatori). Per dire no al riarmo innanzitutto, ma con lo sguardo rivolto a Gaza e ora al nuovo fronte in Iran.

Un film già visto in altre occasioni, tra bandiere palestinesi e bandiere arcobaleno. Non poteva mancare qualche coro antisionista e l’immancabile Bella Ciao. M5S e Avs hanno schierato i pezzi da 90: presenti con il leader Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il Pd no. Elly Schlein ha preferito andare in Olanda al congresso delle sinistre europee. I dem non hanno aderito alla piattaforma della manifestazione ma al corteo hanno sfilato alcuni esponenti ‘a titolo personale’. C’erano gli ‘indipendenti’ eletti in Europa Marco Tarquinio e Cecilia Strada, Sandro Ruotolo e poi i deputati Paolo Ciani e Arturo Scotto.

Ma se sulla difesa le posizioni sono distinte, Pd con M5S e Avs ritrovano una fantomatica unità su Gaza: legati da una mozione unitaria per chiedere la revoca della collaborazione militare con Israele, firmata dai leader. È una contraddizione che il Pd non sia alla manifestazione? Chiedono i cronisti a Conte. Il leader M5S preferisce glissare. Fratoianni butta il pallone in tribuna: «Non è che ogni volta dobbiamo discutere su chi c’è chi non c’è. Oggi quello che non stona è una piazza grande, piena di persone che con grande forza, dignità, coraggio e chiarezza dicono basta col riarmo, con la guerra e col genocidio». Per Conte è «un popolo» quello che dice no al riarmo, «la stragrande maggioranza» degli italiani. Verrebbe da chiedere se parla lo stesso Conte che da presidente del Consiglio ha confermato l’aumento delle spese militari.

A proposito di contraddizioni, il campo era largo, ma senza Azione e Italia Viva. Contro Carlo Calenda sono stati addirittura intonati slogan. Tra i renziani c’è chi attacca, come Enrico Borghi: «C’è chi, come oggi in quel di Roma, pensa che tutto si possa risolvere con una bella sfilata di un pacifismo comodo che nella realtà ci rende solo deboli e indifesi. È per salvare e tutelare i nostri valori che serve una difesa europea moderna. Negarlo significa complicità o immaturità di governo». In tempo di esami di maturità, è una solenne bocciatura.

 

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di Luigi Albano - 21 Giugno 2025