
Sconfitti
Cittadinanza, vescovi progressisti e cattodem all’angolo: gli italiani non vogliono scorciatoie
Duro colpo per la Cei e le associazioni pro migranti: la crociata a favore del quinto referendum promosso da Landini e Schlein non ha funzionato
Cittadinanza, un duro colpo per la Cei
Un mese fa la Cei guidata dal cardinale Matteo Maria Zuppi, mediante il Consiglio permanente, aveva chiesto con un tempismo sospetto una riforma “complessiva” della legge sulla cittadinanza. Che tradotto significa il via libera a un iter ancora più rapido per ottenere la cittadinanza italiana. Un moral suasion alla crociata del “campo largo-stretto” che gli elettori non hanno apprezzato né seguito. Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della conferenza episcopale, si era spinto oltre definendo una forma di “impotenza deliberata” la scelta dell’astensione.
Gli italiani non hanno ascoltato gli appelli dei catto-dem
L’azionismo dei vescovi progressisti non ha dato frutti. La Cei può ascriversi nella nutrita schiera degli sconfitti dalle urne. Insieme a Zuppi anche molte realtà cattoliche ‘militanti’ come Azione Cattolica, la Caritas, le Acli, Agesci, Centro Astalli, Fondazione Migrantes e Comunità di Sant’Egidio. Tutti a rincorrere la battaglia di Cgil e Pd per dimezzare i tempi per la cittadinanza (in un Paese come l’Italia che è tra i primi d’Europa per numeri di cittadini naturalizzati), tutti bocciati dagli italiani.
Il post di Sant’Egidio per il sì al 5° quesito
Non è andata bene ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che si è lanciato nella battaglia social con un lungo post sul suo blog, invitando a votare «Sì» al quinto quesito. E giù con la retorica del voto come diga dall’anti-democrazia, con la pericolosità dell’astensione da parte dei paladini del business dell’accoglienza. Un brutto risveglio anche per il presidente di Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego. Non nasconde la delusione per il fallimento del quesito ma non molla. Gli italiani non sono interessati a ritoccare l’iter sulla cittadinanza dimostrando di avere ben altre priorità. Ma Perego continua con la narrazione dei poveri “immigrati lasciati soli”, in balìa del governo cattivo.