
L'insidia
Chirurgia estetica, blitz per smascherare i centri abusivi: 104 denunce e 14 strutture sospese. Schillaci: “Ispezioni a tappeto”
Controlli dei Nas in tutta Italia contro ambulatori irregolari e operatori senza titoli. Il ministro: "È necessario far comprendere ai cittadini che anche l'intervento estetico può presentare dei rischi"
Verifiche a tappeto in tutte le strutture private dove si pratica la chirurgia plastica ed estetica; informazioni chiare ai pazienti, affinché possano farsi curare in strutture e da professionisti qualificati. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, vuole impedire che altre donne muoiano o subiscano danni da procedure di medicina estetica eseguite fuori dalle regole. In questo scenario si inserisce l’ultima campagna di controllo nazionale condotta dai Carabinieri dei Nas, su mandato del ministero della Salute: 1.160 ispezioni tra centri estetici e studi medici estetici, 132 obiettivi risultati irregolari, 104 denunce, 14 strutture sequestrate o sospese, diversi siti web oscurati.
Schillaci: “Presunti professionisti senza scrupoli”
«Ho chiesto ai Nas di fare ispezioni a tappeto per verificare che nei centri medici estetici siano utilizzate attrezzature idonee, rispettati i requisiti igienici strutturali e organizzativi, e che siano a norma con le autorizzazioni e le qualifiche professionali», dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista a Repubblica.
Il tempo delle parole è finito, quello delle denunce appena iniziato. I controlli, già avviati a inizio anno, si sono intensificati a maggio, mese segnato da un nuovo decesso a Roma: una donna ecuadoriana di 46 anni è morta in seguito a una liposuzione condotta nell’ambulatorio di un medico peruviano, in un ambiente che, come rilevato dai Nas, «era privo di ogni requisito minimo di sicurezza».
«È sempre doloroso apprendere di queste morti provocate da presunti professionisti che mancano di preparazione adeguata, hanno scarsa deontologia medica e non si fanno scrupoli a operare in strutture prive di requisiti sanitari e strutturali», prosegue Schillaci. A Roma, tre donne sono morte in pochi mesi, accomunate da un tragico denominatore: la fiducia mal riposta in mani non qualificate. «Bisogna controllare».
Focus sui trattamenti più a rischio
Le ispezioni, spiega il ministero, si sono concentrate sull’idoneità tecnica delle apparecchiature, sul rispetto dei requisiti igienico-strutturali e organizzativi, sul possesso delle autorizzazioni e delle qualifiche professionali. Particolare attenzione è stata riservata ai trattamenti più esposti ad abusi: filler, impianti cutanei, fattore di crescita Prp (plasma ricco di piastrine). Procedure che, in assenza di un contesto medico adeguato, possono trasformarsi da interventi estetici a cause di disabilità o decessi.
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