
Governo e innovazione
Butti: “Siamo primi in Europa per identità digitali, rilasciate 90 milioni al 30 aprile”
La carta d’identità elettronica è più vantaggiosa rispetto allo Spid perché «è gratuita, più sicura e gestita direttamente dallo Stato. Le truffe con il “doppio Spid” di cui abbiamo letto più volte, non possono accadere con la Cie, che è rilasciata una sola volta». L’ha detto in un’intervista al Corriere della sera il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti, che ha poi aggiunto: «Inoltre, la Cie (carta d’identità digitale) integra il mondo fisico e digitale con un’identità ufficiale utilizzabile sia per servizi online che offline». In seguito ha ringraziato «i privati per aver supportato l’identità digitale quando non era una priorità per i governi precedenti», ricordando che ad oggi «5 milioni di italiani hanno attivato It Wallet su AppIO, caricando in tutto 9 milioni di documenti tra patenti, tessere sanitarie e carte europee della disabilità. Da pochi giorni abbiamo rilasciato un upgrade che consente di esibire It Wallet anche in assenza di connessione». Ma non finisce qui, perché «al 30 aprile sono state rilasciate quasi 90 milioni di identità digitali, di Cie e 40 di Spid, consentendo all’Itali di centrare l’obiettivo Pnrr sull’identità digitale con due anni d’anticipo».
Rivoluzione digitale, Butti «Abbiamo la piattaforma più potente in Europa»
Butti ha spiegato che sul portafoglio digitale «siamo tra i primi in Europa e abbiamo forse la piattaforma più potente di tutti, la AppIo». Poi ha evidenziato: «L’Italia ha un ruolo chiave, di guida, in diversi processi Ue relativi all’identità digitale all’interno del piano per la European Digital Identity Wallet, che mira a creare un’infrastruttura digitale interoperabile a livello europeo». A proposito dei 40 milioni di euro per gli identity provider, il sottosegretario ha annunciato che «il 9 giugno è arrivata la registrazione della Corte dei Conti della convenzione Dtd-Agid per erogare le somme previste e questa mattina Agid e i provider Spid si incontreranno per discutere il rinnovo della convenzione». «Siamo il primo governo a stanziare risorse per i provider».
La questione delle reti di telecomunicazione
Quanto alle reti di telecomunicazione, il sottosegretario all’innovazione ha svelato che la situazione ereditata «era decisamente critica, con ritardi e frammentazioni che mettevano a rischio il completamento degli obiettivi Pnrr». Al di là delle difficoltà iniziali, « è fondamentale sottolineare che, pur essendo gli operatori direttamente coinvolti nella realizzazione delle infrastrutture, la responsabilità di rendicontare e rispondere all’Europa spetta al governo». «Per questo motivo – prosegue Butti -abbiamo chiesto agli operatori un maggiore impegno nel coordinarsi perché il tempo a disposizione è limitato e la posta in gioco altissima». Per giunta, «il governo sta valutando tutte le soluzioni, nel rispetto del principio della neutralità tecnologica, per assicurare che l’Italia non perda i fondi Ue e che si crei un’infrastruttura indispensabile per la competitività del Paese».
L’acquisizione di Tim
Lo stato italiano ha preso posto come primo azionista in Tim e Butti ha evidenziato che «la Borsa ha apprezzato» questa mossa, «a giudicare dal valore di Tim oggi. Sicuramente potranno esserci molte sinergie industriali, vedremo dopo l’estate». «C’è un grande fermento in ambito tlc (telecomunicazione), si va verso il consolidamento – ha spiegato il sottosegretario -. Il Dipartimento che dirigo ha un ruolo importante e il Tavolo tecnico delle comunicazioni elettroniche partito il 21 maggio è fondamentale anche per il passaggio da Telco e Techco. Le telco devono superare una visione ristretta alle competenze specifiche e lavorare sulla filiera». E ancora: «le nuove tecnologie aprono opportunità su più fronti, come l’intelligenza artificiale che consente di ottimizzare accordi strategici con hyperscaler». A breve presenteremo anche la nostra strategia Quantum – ha svelato Butti – tecnologia che avrà un ruolo importante nella gestione avanzata delle reti e in ambito sicurezza». «Parliamo di crittografia post quantum, reti quantistiche e distribuzione quantistica delle chiavi», ha concluso, per poi aggiungere che tutto questo «sembra fantascienza ma è il prossimo futuro».