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Blitz nel carcere di Prato: telefonini e coca ai detenuti, 30 indagati. FdI: l’allarme di Delmastro era fondato

A La Dogaia

Blitz nel carcere di Prato: telefonini e coca ai detenuti, 30 indagati. FdI: l’allarme di Delmastro era fondato

Droga lanciata con le fionde, telefonini nascosti anche nell'ano: l'incredibile scoperta nei blitz all'alba nel carcere pratese

Cronaca - di Luigi Albano - 28 Giugno 2025 alle 11:17

«La maxi operazione coordinata dalla procura di Prato portata a termine nel carcere La Dogaia, ha fatto emergere un sistema di illegalità che conferma giusta la determinazione di Andrea Delmastro nel prevedere norme rigide e decise per rafforzare i controlli soprattutto nell’alta e media sicurezza. Complimenti alla Procura di Prato guidata da Luca Tescaroli, alla squadra mobile e a tutte le forze dell’ordine, a partire dagli agenti della Polizia Penitenziaria che, con il Nucleo Investigativo Centrale e il Gruppo Operativo Mobile, hanno collaborato per raggiungere questo brillante risultato e che già nei giorni scorsi avevano di impulso provveduto a sequestri di materiale non consentito». Lo scrive, in una nota, il deputato pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta. 

L’inchiesta ha portato a indagare quattro agenti penitenziari per corruzione e anomali contatti tra altri quattro agenti e addetti alle pulizie del carcere. Oltre 260 agenti sono stati mobilitati per le perquisizioni ai detenuti e sono stati schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa intorno al carcere. Le forze dell’ordine hanno sottoposto a perquisizione 127 detenuti. Di questi, 27 sono indagati formalmente per reati legati alla detenzione e all’utilizzo illecito di apparecchi di comunicazione e, in alcuni casi, per legami con il traffico di droga. I restanti 100 sono stati oggetto di sequestro e ispezione in quanto presunti beneficiari di favori o strumenti illeciti, seppur non ancora formalmente imputati.

In particolare, 111 detenuti dell’area Alta Sicurezza sono stati oggetto di attenzione: 14 risultano indagati, tutti cittadini italiani, molti con condanne o in attesa di giudizio per associazione di stampo mafioso o traffico internazionale di stupefacenti. Gli altri 97, pur non indagati, avrebbero comunque usufruito di libertà e mezzi vietati. Anche la sezione Media Sicurezza è stata coinvolta: 16 detenuti sono stati perquisiti, 13 dei quali indagati (8 italiani e 5 stranieri), mentre 3 risultano terzi non indagati (2 italiani e 1 straniero).

Tre agenti indagati nel carcere di Prato

L’inchiesta tocca direttamente anche la polizia penitenziaria. Tre agenti, di età compresa tra i 29 e i 32 anni, sono formalmente indiziati di corruzione: secondo le indagini, avrebbero facilitato l’ingresso di telefoni e droga in cambio di compensi economici. Spazi in uso a questi agenti sono stati perquisiti all’interno dell’istituto. Oltre a loro, altri quattro agenti risultano coinvolti in rapporti anomali con detenuti e con personale addetto alle pulizie, elemento che – secondo la Procura – rafforza l’ipotesi di un sistema collusivo diffuso. L’operazione ha superato i confini regionali.

Sono state disposte 10 ulteriori perquisizioni domiciliari nei confronti di 9 indagati e di un soggetto terzo nelle province di Prato, Napoli, Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia, con l’impiego di oltre 30 agenti. In particolare, le procure di Napoli e Roma risultano coinvolte per l’attivazione di schede telefoniche fittizie in negozi di telefonia, intestate a soggetti non collegati ai detenuti, ma utilizzate per aggirare i controlli.

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di Luigi Albano - 28 Giugno 2025