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“Atto dovuto” ma sconcertante: indagati gli agenti che hanno arrestato gli assassini di Legrottaglie

Nel giorno dei funerali

“Atto dovuto” ma sconcertante: indagati gli agenti che hanno arrestato gli assassini di Legrottaglie

Cronaca - di Valter Delle Donne - 14 Giugno 2025 alle 19:09

“Atto dovuto”, si legge nei resoconti di queste ore, ma resta sconcertante. Nel giorno del funerale del Brigadiere Capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, alla presenza del presidente Mattarella, piomba l’avviso di garanzia nei confronti dei due poliziotti che sono intervenuti dopo l’uccisione del carabiniere e hanno avuto uno scontro a fuoco con gli assassini, uno dei quali è morto.

Per gli agenti in questione una pietra uno stop immeritato alla carriera: promozioni bloccate fino alla fine dell’iter giudiziario (che in Italia dura parecchi anni). Almeno il pagamento delle spese processuali sarà garantito, grazie al decreto sicurezza del governo Meloni. Resta quell’ “atto dovuto” che lascia esterrefatti e solleva le proteste del centrodestra: da FdI a Forza Italia passando per la Lega.

Il segretario generale del Sap Stefano Paoloni denuncia l’atroce paradosso della situazione: «I colleghi hanno fatto il loro dovere per fermare pericolosi assassini armati che non avevano esitato ad uccidere il carabiniere Legrottaglie. Hanno rischiato la loro vita per assicurare alla giustizia due efferati delinquenti e ora rischiano il processo».

Morte di Legrottaglie, l’avviso di garanzia ai poliziotti

Paoloni ricorda inoltre che «è un atto di garanzia che consentirà ai colleghi di partecipare a tutte le fasi del processo e anche ad eventuali incidenti probatori, ma dovranno farlo con i loro avvocati e sino a quando non terminerà il procedimento avranno la carriera bloccata. Almeno con l’approvazione del decreto sicurezza l’anticipo delle spese legali per fatti di servizio è passato da 5 mila euro complessivi a 10 mila euro per fase del procedimento penale». Per il segretario generale del Sap «chi fa il proprio dovere deve essere premiato e non messo sotto processo».

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa definisce «ragionevoli e condivisibili le parole del segretario generale del SAP. Per La Russa, vanno infatti «riviste le norme di procedura penale per i casi in cui servitori dello Stato, a sprezzo del pericolo e della loro stessa vita, intervengono con l’uso legittimo delle armi per assicurare alla giustizia pericolosi banditi».

Bignami (FdI): “Provvedimento che lascia senza parole”

«Lascia senza parole e molta amarezza l’avviso di garanzia agli agenti che hanno fermato gli assassini del carabiniere Legrottaglie. Anche se come sempre si parlerà di atto dovuto, pensiamo che si potesse e dovesse evitare e che al contrario siano da elogiare questi agenti, tutelandoli sotto tutti gli aspetti», commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia la Camera dei deputati, Galeazzo Bignami.

«Anche per questo – ricorda il presidente dei deputati di FdI – nel decreto sicurezza il governo Meloni ha esteso le tutele in favore degli appartenenti alle Forze dell’Ordine che si trovino interessate da azioni giudiziali per ragioni di servizio. Un primo passo con cui tuttavia intendiamo affermare con chiarezza da che parte sta Fratelli d’Italia: delle donne e degli uomini in divisa che difendono la sicurezza di tutti noi».

«Abbiamo rispetto della magistratura – scrive sui social Alfredo Antoniozzi – ma non possiamo non essere perplessi dinanzi all’avviso di garanzia inviato ai due agenti di polizia che hanno fermato gli assassini del brigadiere Legrottaglie. Speriamo – conclude il vicecapogruppo di FdI alla Camera – si faccia chiarezza subito ma siamo vicini alle forze dell’ordine e a loro sempre grati».

Gasparri: messi sullo stesso piano il killer di Legrottaglie e gli agenti

Durissima la nota Maurizio Gasparri. «Diranno che è un atto dovuto. Ma nel giorno del funerale del Brigadiere capo Legrottaglie, di fronte al cui sacrificio ci inchiniamo una volta di più, arriva puntuale l’avviso di garanzia ai due poliziotti che sono intervenuti dopo l’uccisione del carabiniere hanno avuto uno scontro a fuoco con gli assassini, uno dei quali è morto. In un atto giudiziario – prosegue il presidente dei senatori di Forza Italia – vengono accomunati il criminale che ha partecipato all’uccisione del carabiniere e i poliziotti che sono intervenuti nel nome della legge e dell’ordine. Certo, si tratterà di procedure inevitabili e decideranno i magistrati. È per questo che abbiamo istituito il fondo assistenza legale, con il decreto sicurezza, contro il quale hanno vergognosamente fatto ostruzionismo il Pd e grillini». «In pratica, garantiamo dei fondi perché chi fa il proprio dovere non deve accollarsi anche le spese di un avvocato. Ma registriamo con tristezza l’atteggiamento burocratico della magistratura, che mette sullo stesso piano dei feroci assassini di un carabiniere ed i poliziotti che difendono la legalità».

Iezzi (Lega): “Normativa da cambiare”

«Ha ragione il Sap nel chiedere di riformare le norme per proteggere chi agisce per dovere, come nel caso dei due poliziotti indagati per omicidio colposo dopo aver fermato i killer del carabiniere Legrottaglie». incalza il deputato della Lega Igor Iezzi. Per il capogruppo in commissione Affari Costituzionali, «è invece ora di modificare la normativa: quando sussistono cause di giustificazione del reato, come l’uso legittimo delle armi, la legittima difesa o l’adempimento del dovere, non si dovrebbe procedere con l’avviso di garanzia automatico, ma effettuare prima accertamenti in cui sia l’amministrazione a rappresentare gli operatori nelle fasi iniziali di verifica».

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di Valter Delle Donne - 14 Giugno 2025