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La Questura di Roma ha assicurato il “massimo rigore” nei confronti dei poliziotti arrestati

Tolleranza zero

Arrestati a Roma cinque poliziotti infedeli. La Questura: «Massimo rigore verso chi tradisce il giuramento»

Tre sono accusati di aver rubato 36mila euro nel corso di una perquisizione illegittima, due di spaccio. La Procura di Roma ha affidato le indagini alla Polizia a testimonianza «della piena fiducia nel lavoro che svolge costantemente con lealtà e dedizione»

Cronaca - di Agnese Russo - 23 Giugno 2025 alle 14:36

Cinque poliziotti sono stati arrestati a Roma, a seguito di due indagini rigorose che hanno portato all’emersione di condotte criminali. A darne notizia sono state la Procura di Roma e la stessa Questura della Capitale, che ha assicurato il «massimo rigore» nei confronti delle mele marce. «Trasparenza e fedeltà ai valori della Polizia di Stato hanno orientato la Questura di Roma nell’impegno investigativo che si è concluso nella mattina odierna, con l’esecuzione di 5 misure cautelari a carico di altrettanti appartenenti in servizio presso due commissariati capitolini», si legge in una nota che dà conto delle due distinte vicende: il caso di una rapina nel corso di una perquisizione illegittima, che ha coinvolto tre agenti, e quello della contestazione del reato di spaccio a carico di altri due. Per gli agenti coinvolti la Questura ha disposto la sospensione cautelare dal servizio e la Procura i domiciliari.

Piantedosi: «La polizia è un’istituzione sana, capace di fare pulizia al proprio interno»

«La Polizia di Stato è un’istituzione sana e trasparente che è in grado di fare pulizia al proprio interno, quando è necessario farlo», ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sottolineando che «lo dimostra l’impeccabile attività svolta in queste ore su mandato dell’autorità giudiziaria che ha consentito di arrestare a Roma alcuni agenti indiziati di gravi reati». «Superfluo sottolineare che questi rarissimi casi, pur molto dolorosi, nulla tolgono alla riconoscibilità del fondamentale lavoro svolto dalle forze di polizia, donne e uomini in divisa a cui tutti i cittadini possono guardare con sentimenti di fiducia e gratitudine», ha aggiunto il ministro.

I poliziotti arrestati a Roma per una rapina nel corso di una perquisizione illegittima

In particolare, per quanto riguarda la rapina, le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile. La Procura ha reso noto che i fatti risalgono alla fine di marzo, quando i tre agenti finiti ai domiciliari hanno sottratto quasi 36mila euro dalla cassaforte dell’abitazione perquisita illegittimamente, avvalendosi dei distintivi. Per perpetrare il furto gli agenti hanno tenuto in un’altra stanza i proprietari di casa. Nel caso è coinvolto anche un cittadino albanese. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni della persona offesa, dell’acquisizione dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e dell’analisi dei tabulati telefonici e «hanno consentito di acquisire gravi indizi a carico dei quattro indagati», spiega la nota firmata dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi.

Le indagini affidate alla Polizia a «testimonianza della piena fiducia» della Procura

«Grazie al proficuo e tempestivo lavoro svolto dagli investigatori della Polizia di Stato si è giunti in breve tempo alla identificazione di esponenti “malsani” delle forze dell’ordine, gravemente indiziati del grave reato per cui si procede . La delega dell’attività investigativa conferita alla Squadra Mobile, per i gravi fatti oggetto di accertamento, testimonia la piena fiducia della Procura della Repubblica nel lavoro costantemente svolto con lealtà e dedizione dalla Polizia di Stato nella città di Roma», si legge ancora nella nota di Lo Voi.

I due agenti arrestati per spaccio

Anche le indagini sugli altri due agenti è stata condotta dalla polizia, stavolta in collaborazione con la Guardia di Finanza. Per loro l’accusa è di «spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con terzi, oltre al peculato ed il rifiuto/omissione di atti d’ufficio».

La Questura: «Massimo rigore verso chi tradisce il giuramento»

«Le due indagini – si legge ancora nel comunicato della Questura – rappresentano il frutto di un patrimonio anticorpale che ha sempre visto la Questura di Roma inflessibile nei confronti di operatori della polizia che, tradendo il giuramento prestato all’atto dell’arruolamento, dirottano il proprio percorso professionale all’insegna di una inclinazione a delinquere incompatibile con il mandato costituzionale che la Polizia di Stato custodisce gelosamente con l’impegno quotidiano delle donne e degli uomini in divisa che dedicano le proprie energie a beneficio della collettività nei diversi settori in cui l’attività di istituto si declina».

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di Agnese Russo - 23 Giugno 2025