CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Istat produzione industriale

Non bastava il referendum

Anche la produzione industriale riparte: dall’Istat arriva il colpo del ko per la sinistra

Economia - di Carlo Marini - 10 Giugno 2025 alle 15:12

Dopo 26 mesi di contrazione, la produzione industriale torna finalmente a crescere, grazie alle politiche del governo Meloni. Ad aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra infatti un incremento congiunturale (+1%). Si osserva una moderata crescita anche su base trimestrale (+0,4%). Ad esclusione dell’energia, unico aggregato stabile, l’incremento congiunturale mensile si estende a tutti i principali raggruppamenti di industrie. Dati che ammutoliscono la sinistra, in un ideale uno due da kappò che fa il paio con l’esito referendario.

Un segnale chiaro che conferma la bontà del governo Meloni

«Un segnale chiaro, concreto, che testimonia la bontà delle riforme messe in campo dal governo Meloni e la ritrovata fiducia del sistema produttivo italiano», commenta il deputato di FdI, Fabio Pietrella. «Per troppo tempo – prosegue il componente della Commissione Attività produttive della Camera, – abbiamo assistito al solito disco rotto della sinistra, pronta a strumentalizzare ogni difficoltà con il solo scopo di screditare il governo. Una sinistra che, priva di idee e di visione, si è ridotta al ruolo di commentatrice di sventure, dimenticando il Paese reale, fatto di imprese, lavoratori, artigiani e famiglie. Oggi però i numeri parlano chiaro: l’Italia c’è, riparte, e lo fa grazie al governo».

Urso sui dati Istat: la ripresa industriale c’è

Non nasconde la legittima soddisfazione il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «I dati Istat – dice a margine del tavolo La Perla – ci dicono che c’è una ripresa industriale nel nostro Paese».

«È il segno tangibile della ritrovata linfa del nostro tessuto produttivo dopo due anni in cui la sinistra ha colto ogni occasione per mettere i bastoni tra le ruote al nostro esecutivo senza peraltro riuscirvi», dichiara Matteo Gelmetti, componente della Commissione Bilancio del Senato.

«Appare ovvio – aggiunge il senatore di FdI – che sia solo un inizio ma sicuramente significativo in cui va sottolineata la ritrovata capacità dell’Italia governata dalla destra con misure tese a sostenere imprese, famiglie, lavoratori ed artigiani».

Graziani (Cisl): segnali incoraggianti

Esprime soddisfazione anche il segretario confederale della Cisl Giorgio Graziani. «I numeri di aprile evidenziano che l’industria italiana ha dimostrato resilienza e ora mostra i primi segni di ripartenza. Ma per consolidare questi risultati e competere globalmente serve una politica industriale che guardi oltre le emergenze, costruendo le basi per una crescita sostenibile e inclusiva, giusta ed equa. È il momento di sedersi al tavolo – conclude Graziani – per costruire insieme il futuro dell’industria italiana. I segnali positivi ci sono, ora serve la volontà politica di trasformarli in opportunità strutturali per il Paese’».

Confcommercio: fa sperare in un brillante andamento dei consumi

«Il miglioramento della produzione industriale registrato ad aprile è un segnale di come la nostra economia, pur in un contesto di grandi difficoltà, continui a mostrare importanti segnali di vivacità». È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat.

«Al netto dei puntuali movimenti congiunturali si rileva come, dopo il picco negativo toccato nella parte finale del 2024, l’inizio del 2025 sia stato caratterizzato da una marginale tendenza al recupero. Tendenza che sembra coinvolgere in misura importante i beni di consumo. Elemento che potrebbe sottendere un andamento più brillante dei consumi nei prossimi mesi permettendo il raggiungimento di una crescita del Pil, nel complesso dell’anno, dello 0,8%».

Il Codacons apprezza i dati Istat ma teme i dazi

Soddisfatte dei dati Istat della produzione industriale anche le associazioni dei consumatori, sebbene con qualche distinguo. «Anche i beni di consumo, dopo un trend fortemente negativo, tornano a salire, segnando un +1,1% su base annua», osserva in una nota il Codacons. «Tuttavia nella media del 2025 i dati sulla produzione rimangono estremamente deludenti: nei primi 4 mesi dell’anno, infatti, l’indice sull’industria segna un decremento del -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, con i beni di consumo che nel periodo scendono del -0,6% – evidenzia l’associazione – Numeri che, alla luce dell’attuale situazione economica globale e della grande incertezza legata alle misure protezionistiche degli Usa, rischiano di peggiorare nei prossimi mesi».

Unac: vedremo se c’è un’inversione di tendenza

Soddisfatta ma con una certa acidità la nota dell’Unac. «Era ora! La produzione su base tendenziale finalmente sale, anche se di un misero +0,3%, interrompendo un calo che durava dal febbraio 2023, ossia da 26 mesi consecutivi», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.  Per Dona, «una rondine non fa Primavera. Vedremo nei prossimi mesi se si tratta di una vera inversione di tendenza. Anche perché era ovvio che prima o poi la discesa dovesse necessariamente interrompersi», conclude con una bislacca considerazione statistica Dona. 

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Carlo Marini - 10 Giugno 2025