
La battaglia regionale
Acquaroli lancia da Civitanova la sfida per la riconferma: “Abbiamo riscattato le Marche, ora completiamo l’opera”
Dal terremoto alla sanità, dai giovani al lavoro: la regione rialzata dal centrodestra ora chiede fiducia per il futuro e restituire alle Marche il ruolo di protagonista in Italia e in Europa. Il governatore: «Cinque anni fa abbiamo rotto trent’anni di immobilismo infrastrutturale,
Francesco Acquaroli arriva alle 19:10, mezz’ora prima che l’Eurosuole Forum cominci a riempirsi. Lui, scarpe sportive, niente cravatta, passo lento ma deciso: non è solo il governatore uscente, è il simbolo della rinascita marchigiana. E per quella che si annuncia come “La” campagna elettorale, niente può essere lasciato al caso. Gira tra i posti a sedere, sorveglia l’allestimento, scruta i dettagli dall’alto. Da vero comanda in capo si assicura così che il campo sia pronto. Il palasport si riempie in fretta, persino troppo: alle 21:15 è tutto occupato, in piedi restano anche alcuni sindaci. Si capisce subito che questa non è una serata come le altre: è l’inizio ufficiale della sfida.
La carica dei cinquemila alla Corte di Acquaroli
Sono arrivati da ogni angolo delle Marche: pullman organizzati, delegazioni coordinate, consiglieri regionali, militanti e rappresentanti del governo, come la sottosegretaria Lucia Albano. L’obiettivo? «Creare uno spirito di squadra», dice qualcuno dei cinquemila tra gli spalti. E il messaggio è chiaro: non è una corsa solitaria, è una battaglia collettiva.
In prima fila siedono i parlamentari Emanuele Prisco, Francesco Battistoni e Mirco Carloni. Sul palco si susseguono i rappresentanti delle nove liste che compongono il fronte del centrodestra: Fratelli d’Italia con Elena Leonardi, Forza Italia con Battistoni, la Lega con Giorgia Latini, l’Udc con Antonio Saccone, Noi moderati con Tablinio Campanelli, Base popolare con Emanuele Petrucci, i Civici Marche con Giacomo Rossi, Movimento per le Marche con Marcella Agostini e Marche in Movimento con Salvatore Piscitelli. Presenti anche esponenti regionali di Azione: il messaggio è che la coalizione c’è, è larga, ed è compatta.
Sfilano testimonianze forti, concrete, popolari: il terremoto, l’alluvione, la vicenda Beko. Sale sul palco Amerigo Varotti, ex direttore Confcommercio Marche Nord e simbolo di quella battaglia contro il passaggio dei Comuni marchigiani all’Emilia-Romagna. Un filo rosso li lega tutti: la voglia di restare, e di rinascere. E il centrodestra, qui, non parla ai salotti ma al territorio.
Acquaroli: “Abbiamo riscattato le Marche”
A chiudere la serata è Acquaroli, che parla da leader che ha governato, e che vuole continuare a farlo. Nessuna promessa, solo una linea chiara: continuità, concretezza, comunità. «Cinque anni fa abbiamo rotto trent’anni di immobilismo infrastrutturale, smantellamento della sanità, abbandono delle aree interne», dice il deputato di FdI Antonio Baldelli. E lo stesso Acquaroli rilancia: «La missione più importante è riportare le Marche fuori dalla transizione». Lo slogan della convention — Più Marche — si fa piattaforma politica. Spiega il governatore: «Ci sono state più Marche in questi anni che nella storia. La regione è cresciuta a livello di infrastrutture — 4,5 miliardi investiti— e di credibilità. Quando si è primi sui fondi sociali europei per tanto tempo, significa che c’è un’eccellenza».
Le cifre arrivano a raffica: +7,2% di occupazione giovanile, +4,6% quella femminile, la regione al primo posto per crescita di startup innovative, Pil a +3,2% rispetto alla media nazionale. E sulla sanità, che la sinistra di Elly Schlein agita a vuoto come un vessillo logoro, si portano i fatti: «Con Francesco Acquaroli presidente il cambiamento già c’è stato», dice Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera. «Sono stati realizzati 10 nuovi ospedali (3 costruiti e 7 completamente ristrutturati), sono attive 59 Case della salute. L’ospedale Torrette di Ancona è stato classificato come il migliore d’Italia». E Acquaroli insiste: «Siamo una regione più attrattiva, dinamica, competitiva. E vogliamo continuare ad esserlo».
Una prova di forza
A fare da regista della serata è Andrea Putzu, consigliere regionale e stratega della macchina organizzativa di Fratelli d’Italia. Niente big nazionali sul palco, nessun effetto speciale importato da Roma. La scelta è precisa, politica, mirata: dimostrare che la forza è locale. La premier Meloni arriverà, certo, ma al momento giusto. Quando, per usare un gergo da campagna, si tratterà di “sfondare”. Civitanova rappresenta il consolidamento di una strategia. Ad aprile, a Senigallia, erano solo i “fratelli d’Italia”. Stavolta c’è tutto il centrodestra. La maggioranza al gran completo, richiamata a raccolta per respingere ogni rigurgito di sudditanza psicologica nei confronti del centrosinistra. Il messaggio è lanciato anche Matteo Ricci, avversario di Acquaroli in quota Pd: «Di occasioni per confrontarci ne avremo a centinaia. Ricci sa benissimo che alla fine ci stancheremo di vederci. Non mi interessano le polemiche, mi interessano le Marche».
Un sogno marchigiano: “Una regione a misura di persona”
Le Marche, nelle parole di Acquaroli, sono «una regione dove è bello vivere, una terra a misura di giovani e di anziani, dove “opportunità” fa rima con “equità”». E aggiunge: «Vogliamo che ogni cittadino si senta parte di una comunità che non lascia indietro nessuno, dove il merito è premiato ma la solidarietà non è mai dimenticata».
“Abbiamo dalla nostra parte anni di lavoro e risultati”
C’è, nel discorso, il respiro lungo di un programma ma anche la consapevolezza degli ostacoli affrontati e superati. «All’inizio di questo mandato avrei firmato per un terzo dei risultati che abbiamo ottenuto», dice. E chiude con un’immagine potente: «Ci dicono che dobbiamo avere paura? Bene, di cosa? Abbiamo dalla nostra parte anni di lavoro e risultati. E io, con voi al mio fianco, non ho paura di nessuno».