
Alleati nella propaganda
Xi da Putin pronto a sfilare per il Giorno della Vittoria, ma sull’Ucraina piovono bombe. Zelensky: “La parata del cinismo”
Al Cremlino sfilano parate e proclami, ma la tregua è già un ricordo: bombardamenti su Sumy e droni esplosivi a Lipetsk. La coreografia diplomatica cede sotto il peso della realtà
«Di fronte alla tendenza internazionale all’unilateralismo e al comportamento di bullismo egemonico, la Cina lavorerà con la Russia per le responsabilità speciali delle principali potenze mondiali». Con queste parole Xi Jinping, accolto oggi in pompa magna al Cremlino da un Vladimir Putin più interessato a sfilare davanti alle telecamere che a trattare una pace reale, si prepara a prendere parte alla parata del Giorno della Vittoria, che si terrà domani a Mosca. Un’occasione studiata per metterlo in vetrina, accanto allo zar. Intanto da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ammonisce: «La Russia deve mettere fine alla sua aggressione e dovrà farlo. È solo questione di tempo. Con la guerra ci perdono tutti, anche l’aggressore».
Xi da Putin. Zelensky: “Parata del cinismo”
Il vertice sino-russo, terzo dall’inizio dell’anno dopo una videoconferenza a gennaio e un colloquio telefonico a febbraio, si tiene quest’oggi in un momento simbolico: la vigilia dell’80° anniversario sconfitta del nazismo. Xi Jinping è stato accolto a Mosca con il massimo degli onori: tappeto rosso, fanfare, riflettori. Non è un ospite qualunque, ma il protagonista designato di una messinscena intenta a far apparire saldo l’asse col Dragone. Il presidente ucraino ha definito il tutto «una parata del cinismo». «Non si può chiamare in altro modo — ha incalzato — Un’esibizione di bile e menzogne, come se fosse stato Putin in persona a sconfiggere Hitler. Come se avesse issato con le sue stesse mani la Bandiera della Vittoria sul Reichstag di Berlino».
Eppure, lo zar sposta l’attenzione sui colloqui con gli “amici-nemici”: «Stiamo sviluppando le nostre relazioni a beneficio delle popolazioni di entrambi i Paesi e i nostri rapporti non sono contro nessuno». Una frase che suona come un refrain ormai logoro, mentre Xi rilancia con retorica da manuale: «Le relazioni tra Cina e Russia sono diventate più stabili e forti nella nuova era. Abbiamo continuato ad approfondire la fiducia politica reciproca e la cooperazione strategica… e abbiamo iniettato una preziosa stabilità e un’energia positiva in una situazione internazionale piena di turbolenze collegate». Sarebbero stati firmati «più di venti documenti di cooperazione bilaterale», a riferirlo è l’agenzia ufficiale cinese Xinhua.